Mercato immobiliare, previsioni di ripresa
Secondo l’ultimo osservatorio di Nomisma, la recente crescita (seppur lieve) delle transazioni consente di delineare uno scenario nuovamente espansivo. In alcuni dei principali mercati, comunque, si sono registrate flessioni: il caso più evidente è Milano
Il mercato immobiliare italiano sembra essersi lasciato alle spalle l’ultima fase problematica, ma alcuni nodi strutturali irrisolti continuano a condizionarne le prospettive di crescita. È quanto emerge dall’Osservatorio sul Mercato Immobiliare 2024 di Nomisma, che ha analizzato le performance immobiliari dei 13 principali mercati italiani.
In generale, l’aumento della domanda dipende fondamentalmente da due fattori: la tenuta dei redditi delle famiglie, anche se ci troviamo in una fase dove non si può escludere un lieve peggioramento del mercato del lavoro, e il ripristino di condizioni di accesso al credito meno prudenti e selettive. Stando a quanto si legge nel documento, nonostante su questi fronti il quadro rimanga ancora incerto, la recente crescita (seppur lieve) delle transazioni consente di delineare uno scenario nuovamente espansivo. Allo stesso tempo si assiste a una frenata dei prezzi, che dopo una lunga ascesa chiudono l’anno mediamente sui livelli del primo semestre 2024.
La media dei maggiori mercati è sostanzialmente invariata rispetto a inizio anno, ma ciò non significa che siano mancate alcune flessioni dei valori: la maggiore è quella registrata sul mercato immobiliare milanese (-1,5% su base semestrale), cui seguono Bari e Roma. La situazione di Milano, però, non va interpretata come un segnale anticipatorio di indebolimento del mercato nazionale. Si tratta piuttosto di un fisiologico assestamento, e il graduale ritorno di parte della domanda fa pensare a una rapida inversione di questa proiezione.
Lo stato delle locazioni
In attesa che l’acquisto torni a essere accessibile per una quota di soggetti recentemente esclusi (attraverso un più facile ricorso al credito), il sovraffollamento creatosi sul fronte delle locazioni ha impresso un’ulteriore accelerazione ai canoni, che sono cresciuti quasi ovunque con intensità ampiamente superiore al 3% annuo. In particolare, sui mercati di Milano e Roma, nonostante si sia registrato un indebolimento della domanda di locazione, la crescita dei canoni registrata a consuntivo d’anno è risultata rispettivamente pari a +3,2% e +4,7%.
La quota di famiglie che ha optato per l’affitto è passata dal 56% del 2023 al 59,3% di quest’anno. Se si focalizza l’attenzione sulle motivazioni che alimentano il mercato della locazione, l’indagine evidenzia come la quota di famiglie che considera l’affitto l’unica opzione possibile a causa della mancanza di risorse economiche per l’acquisto sia in crescita. La situazione sconta anche una totale assenza di politiche pubbliche a riguardo, sia a livello nazionale che locale, che ha finito per delegare al mercato la regolazione dei fenomeni con intuibili conseguenze per la componente di famiglie più fragili e prive di alternative.
In generale, l’aumento della domanda dipende fondamentalmente da due fattori: la tenuta dei redditi delle famiglie, anche se ci troviamo in una fase dove non si può escludere un lieve peggioramento del mercato del lavoro, e il ripristino di condizioni di accesso al credito meno prudenti e selettive. Stando a quanto si legge nel documento, nonostante su questi fronti il quadro rimanga ancora incerto, la recente crescita (seppur lieve) delle transazioni consente di delineare uno scenario nuovamente espansivo. Allo stesso tempo si assiste a una frenata dei prezzi, che dopo una lunga ascesa chiudono l’anno mediamente sui livelli del primo semestre 2024.
La media dei maggiori mercati è sostanzialmente invariata rispetto a inizio anno, ma ciò non significa che siano mancate alcune flessioni dei valori: la maggiore è quella registrata sul mercato immobiliare milanese (-1,5% su base semestrale), cui seguono Bari e Roma. La situazione di Milano, però, non va interpretata come un segnale anticipatorio di indebolimento del mercato nazionale. Si tratta piuttosto di un fisiologico assestamento, e il graduale ritorno di parte della domanda fa pensare a una rapida inversione di questa proiezione.
Lo stato delle locazioni
In attesa che l’acquisto torni a essere accessibile per una quota di soggetti recentemente esclusi (attraverso un più facile ricorso al credito), il sovraffollamento creatosi sul fronte delle locazioni ha impresso un’ulteriore accelerazione ai canoni, che sono cresciuti quasi ovunque con intensità ampiamente superiore al 3% annuo. In particolare, sui mercati di Milano e Roma, nonostante si sia registrato un indebolimento della domanda di locazione, la crescita dei canoni registrata a consuntivo d’anno è risultata rispettivamente pari a +3,2% e +4,7%.
La quota di famiglie che ha optato per l’affitto è passata dal 56% del 2023 al 59,3% di quest’anno. Se si focalizza l’attenzione sulle motivazioni che alimentano il mercato della locazione, l’indagine evidenzia come la quota di famiglie che considera l’affitto l’unica opzione possibile a causa della mancanza di risorse economiche per l’acquisto sia in crescita. La situazione sconta anche una totale assenza di politiche pubbliche a riguardo, sia a livello nazionale che locale, che ha finito per delegare al mercato la regolazione dei fenomeni con intuibili conseguenze per la componente di famiglie più fragili e prive di alternative.
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