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Allianz Trade, gli effetti dei nuovi dazi Usa

La svolta protezionistica degli Stati Uniti avrà conseguenze globali significative. La compagnia del gruppo Allianz ha aggiornato le sue stime sulla crescita del Pil globale e del commercio internazionale. Per l’export del Made in Italy, la previsione è quella di una perdita tutto sommato gestibile

Allianz Trade, gli effetti dei nuovi dazi Usa
Le nuove misure tariffarie annunciate dal presidente Donald Trump sotto il nome di Liberation Day rappresentano un ritorno al protezionismo su scala globale, con effetti rilevanti per il commercio internazionale, i mercati finanziari e, in generale, per le prospettive economiche mondiali. A seguito di questo cambio di rotta degli Stati Uniti, Allianz Trade ha aggiornato le sue stime di crescita del Pil globale e del commercio internazionale, ma ha puntato il riflettore anche sul Made in Italy.
Con l’introduzione di un dazio minimo del 10% su tutte le importazioni e altri aumenti più significativi in oltre 50 Paesi, la tariffa media di importazione statunitense è salita al 20,6%, un livello che non si registrava dal 1890. La Cina risulta la nazione più colpita, con dazi complessivi del 59%, ma l’impatto sarà significativo per tutto il Sud-est asiatico e coinvolgerà anche l’Unione Europea, che vedrà crescere i dazi medi di importazione fino al 13,3%.

Un freno alla crescita

L’impatto geopolitico di queste misure è stato eterogeneo. Se la Cina ha già annunciato una contro-mossa tariffaria, con dazi aggiuntivi sui beni statunitensi pari a 34 punti percentuali (il che colpirà potenzialmente circa 64 miliardi di dollari di esportazioni Usa), l’Ue ha adottato un approccio più cauto e non ha ancora annunciato contromisure. Altri Paesi, come India, Vietnam e Israele, sembrano invece intenzionati a cogliere l’opportunità per rafforzare i legami commerciali con gli Stati Uniti, anche attraverso nuove concessioni o negoziati bilaterali.
Secondo le stime di Allianz Trade, il nuovo scenario tariffario avrà effetti rilevanti sull’economia globale. Nel corso dell’anno, infatti, la crescita mondiale rallenterà all’1,9%, vale a dire il ritmo di crescita più lento dalla crisi finanziaria del 2008, e anche il commercio globale entrerà in una fase di contrazione, con un calo del volume dello 0,5%.
La stessa economia statunitense subirà una frenata nei prossimi trimestri, con una contrazione del Pil stimata a -0,5% tra aprile e settembre 2025, una crescita annuale ferma allo 0,8% e l’inflazione che tornerà a salire fino al 4,3% entro l’estate, a causa del rincaro dei beni importati.
La Cina, invece, potrebbe rispondere con nuovi stimoli fiscali (fino a 800 miliardi di RMB) per sostenere la domanda interna e mantenere una crescita annua intorno al 4,6%. La possibilità di nuove minacce tariffarie, però, complica le prospettive.

L’impatto sul Made in Italy
L’analisi di Allianz Trade si concentra poi sul Made in Italy, un settore particolarmente interessante considerata la significativa esposizione degli scambi verso gli Stati Uniti. Secondo la compagnia, la perdita massima attesa nel 2025 è di poco superiore agli otto miliardi di dollari, un numero superato in Europa solo da Germania e Irlanda. I settori dei macchinari, dell’agroalimentare e delle bevande, e quello del tessile (che da soli rappresentano il 30% delle esportazioni in America) saranno i più esposti alla stretta commerciale.
Nel 2024, oltre il 48% del valore dell’export totale italiano risultava indirizzato al di fuori dell’Unione Europea, una quota superiore a quelle tedesca e francese (45% in entrambi i Paesi) e a quella spagnola (il 37%). Tra i principali partner commerciali dell’Italia, lo scorso anno gli Stati Uniti hanno assorbito oltre il 10% delle nostre vendite totali all’estero (un valore simile a quello della Germania ma superiore a quello di Francia e Spagna), e oltre un quinto delle vendite di prodotti italiani destinati ai mercati extra europei.
Stando agli analisti, con tutta probabilità i numeri saranno un po’ più bassi quest’anno, ma si tratta di una situazione tutto sommato gestibile. 

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