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Le strategie per sviluppare il business 2.0 delle imprese

Un workshop di Macros Consulting, tenutosi ieri a Milano, ha illustrato in che modo le compagnie assicurative possono vincere la sfida dei social media

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In pochissimi anni, i social media hanno fatto irruzione nella vita di ogni consumatore. Una novità esplosiva che non rappresenta solo una sfida, ma anche una incredibile opportunità di sviluppo per il business assicurativo. Ma bisogna imparare a coglierla. Impresa, quest'ultima, certamente non semplice da mettere in pratica. Per questo motivo Macros Consulting ha organizzato ieri, presso la propria sede di Milano, un workshop dal titolo Social media insurance. Strategie per sviluppare il business 2.0, a cui hanno partecipato diversi responsabili di marketing e di business Innovation di alcune primarie compagnie del mercato assicurativo italiano, sia tradizionali che dirette. Docenti del corso Angelo Scarioni, socio fondatore e presidente di Macros Consulting; Angelo Paulli, research analyst del gruppo Macros, nonché consulente e coach per compagnie di assicurazioni italiane e internazionali; e Andrea Latino, che da tempo si occupa di sviluppare modelli di business basati sulle strategie digitali.

Alcuni dati possono aiutare a comprendere meglio la portata dell'esplosione dei social media: se internet è arrivato ad avere 50 milioni di utenti in quattro anni, il più popolare social network, Facebook, è arrivato a 100 milioni di utenti in meno di dodici mesi. Per quali ragioni e in che modo le imprese assicurative possono e devono mettere in atto una propria evoluzione in chiave digital? I vantaggi possono essere molteplici. Dare vita a un progetto sui social media può aiutare a far crescere i volumi della raccolta, allargare la base clienti e aumentare la retention. Questo perché attraverso i social media le persone condividono informazioni ed esperienze in maniera semplice e diretta. Ma è la natura stessa del consumatore a essere mutata: è diminuito il tasso di fedeltà al brand, con i consumatori italiani che tendono a cambiare più facilmente azienda di riferimento, e cercano beni e servizi con un forte contenuto relazionale.

Del cliente 2.0 tipo è stato tracciato un profilo: innanzitutto è più informato, più competente, più selettivo. È infedele, e vuole essere protagonista. Inoltre, produce contenuti, influenza gli acquisti e sfugge ai target. infine, guida la relazione ed è esigente, e, per questo, richiede maggiore professionalità. Perciò è necessario che le imprese mettano in moto un passaggio che trasformi il marketing tradizionale in marketing digitale. Come? attraverso la costruzione di una relazione con il consumatore e accettando di instaurare uno scambio, che porta valore a entrambi. Le parole chiave per affrontare e vincere questa sfida sono relazione, partecipazione e engagement. È uno sforzo che vale la pena di fare. Perché, nei social media, la questione non è tanto se starci, quanto piuttosto come starci.

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