Truffa a 600 risparmiatori, arresti per alcuni broker
Sottratti alle vittime circa 20 milioni tra Piemonte, Lombardia e Toscana
12/12/2012
Sono ben 600 le vittime di una truffa orchestrata da un gruppo di broker, tre dei quali ora gli arresti domiciliari, e con un quarto che risulta indagato a piede libero. Ai clienti finiti nella loro rete, i truffatori promettevano interessi a doppia cifra, ma dopo un primo acconto sparivano con l'intero capitale. La banda, che operava tra Piemonte, Lombardia e Toscana, ha raccolto in poco tempo circa 20 milioni di euro attraverso finanziarie non autorizzate.
A scoprire la truffa è stato il nucleo di polizia tributaria della Guardia di Finanza di Torino, che ha proceduto agli arresti nella mattinata di oggi (mercoledì). Due degli arrestati sono titolari di una società di assicurazioni a Pontedera (Pisa). I reati di cui sono accusati sono quelli di associazione per delinquere finalizzata alla raccolta abusiva del risparmio, abusivismo finanziario e truffa aggravata. Altre sei persone sono invece indagate per reati minori. La banda prometteva ai risparmiatori rendimenti fino al 7% annuo, per poi farsi consegnare il denaro.
In un primo momento gli interessi arrivavano in modo regolare, grazie ai soldi che i broker ottenevano da altri risparmiatori. Successivamente venivano però trasferiti in Svizzera, negli Emirati Arabi e a Hong Kong, su conti nella diretta disponibilità dei truffatori. Una tecnica sperimentata con successo anche in passato: i nomi di due dei quattro broker coinvolti compaiono già nell'inchiesta milanese per riciclaggio scaturita dall'anomalo deposito di un bond da un miliardo di dollari per il tramite di uno sceicco del Qatar. Con gli arresti è stato anche disposto il sequestro dei conti correnti riconducibili agli indagati: soldi che serviranno a risarcire, probabilmente solo in parte, i risparmiatori raggirati
L'indagine delle Fiamme gialle è partita ripercorrendo le tracce lasciate dalla cosiddetta "lista Falciani", il documento che contiene i nomi di 7000 evasori italiani con conto nella filiale svizzera della banca Hsbc, che tante polemiche ha sollevato negli anni scorsi perché sottratto illegalmente, ma poi finito sulla scrivania delle principali Cancellerie europee.
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