Truffe alle assicurazioni, 51 indagati a Frosinone
Indagini partite dal suicidio di un avvocato avvenuto un anno fa: gli inquirenti ipotizzano uno schema fraudolento con la fabbricazione di certificazioni mediche attestanti lesioni inesistenti e cure mai operate
Cinquantuno persone indagate, sette misure di custodia cautelare, nell’ambito di un’indagine della Procura di Frosinone che ipotizza il reato di associazione a delinquere finalizzata alla frode nei confronti di alcune compagnie di assicurazione.
Le indagini sono partite da un esposto che segnalava una ramificata attività illecita finalizzata a ottenere indebiti risarcimenti su incidenti stradali, con false certificazioni mediche che attestavano lesioni inesistenti riportate dai protagonisti degli incidenti. Stando alle ipotesi degli inquirenti, i risarcimenti venivano ottenuti in maniera fraudolenta tramite uno studio legale che faceva capo ad Andrea Dini, un avvocato morto suicida un anno fa dopo essere precipitato dalla finestra del suo studio in via Kennedy, a Frosinone. Da quella morte le indagini hanno subito un’accelerazione. Ai domiciliari sono finiti un’avvocatessa e tre collaboratori dello studio del professionista, tra cui un funzionario liquidatore di una nota compagnia assicuratrice.
La Polizia ipotizza che lo schema fraudolento prevedesse la fabbricazione di certificazioni mediche con l’attestazione di lesioni inesistenti e cure mai operate. Secondo l’accusa, gli stessi membri dell’organizzazione, tutti ex collaboratori dell’avvocato deceduto, assumevano ruoli diversi nelle vicende, talvolta come falsi testimoni o protagonisti di sinistri mai avvenuti, proseguendo l’attività illecita anche dopo la morte del professionista. Nell’ipotesi degli inquirenti, questo modus operandi era iniziato nel 2019 e avrebbe generato profitti al sodalizio per alcune centinaia di migliaia di euro ai danni delle compagnie di assicurazione.
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