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Rami danni, in calo a nove miliardi di euro nel primo trimestre 2015

Continua il crollo del settore auto, che retrocede del 5,7%: è l'undicesima rilevazione negativa consecutiva

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Prosegue la caduta dei rami danni che al 31 marzo hanno chiuso a nove miliardi di euro per un calo dell’1,8% rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente. È quanto ha comunicato l’Ania nella newsletter relativa ai premi totali del settore danni contabilizzati in Italia dalle imprese nazionali e dalle rappresentanze estere. Da rilevare la forte diminuzione dei premi del settore auto, che calano del 5,7% a 4,5 miliardi, e che solo in parte sono stati bilanciati dalla crescita dei premi degli altri rami danni, sempre a 4,5 miliardi (+2,5%). Solo il ramo Rc autoveicoli terrestri ha incassato 3,8 miliardi, in calo del 6,7%. Nonostante si tratti di numeri attesi, c’è da ricordare che il mercato assicurativo è di fronte all’undicesima variazione tendenziale negativa (sul trimestre): un trend mai registrato in questo ramo con queste variazioni negative così prolungate e così consistenti. Il ramo corpi veicoli terrestri, con 666 milioni di euro di raccolta è in crescita dello 0,6%: un segnale che l’Ania giudica come un “punto di svolta per la ripresa di un business importante”. I risultati di questo ramo, in continua contrazione dal 2008 al 2014 (totale -27%), sono correlati con la vendita di auto nuove.   

Per quanto riguarda gli altri rami danni, alla fine del primo trimestre 2015, il ramo malattia, con 622 milioni (+2,6%), quello di Rc generale (959 milioni; +3,4%), merci trasportate (94 milioni; +6,3%), credito (133 milioni; +6,5%), perdite pecuniarie (185 milioni; +6,7%), corpi veicoli aerei (17 milioni; +7%), tutela legale (91 milioni; +8,5%), assistenza (157 milioni; +11,4%) hanno registrato crescite superiori alla media. Invece, in sofferenza sono risultati i rami cauzione (121 milioni; -1,1%), altri danni ai beni (602 milioni; -1,2%), corpi veicoli marittimi (59 milioni; -2,2%), Rc veicoli marittimi (3 milioni; -7,0%), Rc aeromobili (5 milioni; -7,2%) e corpi veicoli ferroviari (un milione; -16,4%).  

Veniamo ora alla distribuzione, capitolo che non riserva sorprese di rilievo. Il canale agenziale resta ampiamente leader, con il 78,8% di quota di mercato. Tuttavia continua incessante e strutturale il calo del canale, anche rispetto alla fine del primo trimestre del 2014 (80,3%). Va anche sottolineato che in questo ramo, il peso dei broker è sottostimato, perché non si considera una quota stimata in circa 23 punti percentuali che questi intermediari raccolgono ma che girano alle agenzie. In virtù di questo calcolo, per il primo trimestre 2015, la quota degli agenti per il totale del settore danni scenderebbe a circa il 55% mentre quella dei broker si attesterebbe al 30,8%.

Le banche intermediano il 4,5% del mercato danni, in crescita dal 3,8% dello stesso periodo del 2014 e sono leader nella raccolta dei premi dei rami credito (42,2%) e perdite pecuniarie (41,9%) ma vanno forte anche negli infortuni (8,2%), malattia (6,7%), incendio ed elementi naturali (7,3%) e tutela legale (7,8%).   

Infine, la vendita diretta, che comprende agenzie in economia, vendita telefonica e on line, intermedia a fine marzo una quota pari al 9,3% del mercato danni, in lieve crescita dal 9,1% del primo trimestre 2014.

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