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Italia senza riforme? Cresce il rischio politico

A dirlo è Fitch che si espone per il sì al referendum costituzionale di ottobre

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L’agenzia di rating Fitch si schiera per il sì al referendum costituzionale italiano che a ottobre potrebbe modificare in modo sostanziale l’assetto istituzionale del Paese. Anche le assicurazioni potrebbero beneficiare del completamento della riforma, ultima di una serie che il governo ha messo in campo negli ultimi due anni. 

“La riforma costituzionale – dicono gli analisti della casa americana – è solo un passo su un lungo cammino verso la ripresa economica. L’Italia ha compiuto buoni progressi ma uno stallo nelle riforme aumenterebbe le pressioni su numerosi fronti”. 

Il debito enorme, la disoccupazione elevata, la ripresa lenta (Fitch prevede una crescita del Pil pari all’1% quest’anno e all’1,3% nel 2017), il settore bancario appesantito da crediti deteriorati e “anche il sistema assicurativo che si trova di fronte a requisiti di capitale potenzialmente più difficili”: tutti fattori che incontrerebbero nuovi ostacoli da uno stop alle riforme. 

In caso di approvazione, secondo Fitch, la nuova carta costituzionale “promette sia una legislazione più facile, sia un governo più stabile, assieme alla riforma elettorale”. Con il no al referendum “il rischio politico aumenterebbe significativamente e alcuni degli sforzi fatti per spingere la produttività e la crescita di lungo termine potrebbero indietreggiare”.

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