Assicurazioni, cosa accade con la Brexit
Da Aon, ad Aig ai Lloyd’s di Londra, i grandi player del mercato si preparano in caso di uscita dall’Ue
23/06/2016
Il giorno dell’atteso referendum sulla permanenza del Regno Unito nell’Unione europea è arrivato. Fra alcune ore ci confronteremo con le prime reazioni dei mercati, probabilmente positive nel caso in cui vinca la permanenza (remain), e negative (catastrofiche, secondo alcuni analisti) se dovesse prevalere il leave, cioè la cosiddetta Brexit. Non appare ambigua la posizione degli assicuratori, concordi nel sottolineare che da un’uscita dall’Ue il Regno Unito avrebbe solo da perderci. La più recente presa di posizione è arrivata da Aon. Greg Case, ceo del colosso del brokeraggio (che da quattro anni ha spostato da Chicago a Londra la sede operativa del gruppo) ha affermato addirittura che l’ultra centenaria leadership mondiale della Gran Bretagna nell’industry assicurativa potrebbe essere danneggiata dalla vittoria del leave, senza più essere l’epicentro dei servizi assicurativi globali.
Nei giorni scorsi, Peter Hankock, ceo di Aig, aveva affermato che un’eventuale uscita del Regno Unito dall’Ue spingerebbe il colosso americano a spostare il proprio hub da Londra a un’altra località interna all’Unione europea. I Lloyd’s avevano lanciato il loro allarme addirittura a febbraio, per bocca del chief risk officer Sean McGovern, secondo cui la Brexit creerebbe “un livello di incertezza raramente vissuto in precedenza”. Il cro dei Lloyd’s aveva sottolineato che l’adesione del Regno Unito all’Ue fa parte della storia di successo del mercato londinese, che attualmente rappresenta “il più grande hub globale per i rischi commerciali e specializzati”: un mercato che conta più di 86 miliardi di dollari di premi lordi. Continuare a far parte dell’Ue “sarà la chiave per la nostra crescita e lo sviluppo futuro dal momento che dobbiamo affrontare la concorrenza di altri centri di assicurazione in tutto il mondo”. McGovern aveva evidenziato in particolare “tre importanti vantaggi” dell’adesione all’Ue: “permette al mercato Lloyd’s l’accesso ai singoli mercati; incoraggia gli investimenti esteri diretti; facilita gli scambi con i Paesi al di fuori dell’Unione. Questi benefici – aveva osservato McGovern – sono fondamentali per il successo del mercato assicurativo di Londra e per mantenere la sua posizione di più grande centro di assicurazione specialista e di riassicurazione del mondo”.
Nei giorni scorsi, Peter Hankock, ceo di Aig, aveva affermato che un’eventuale uscita del Regno Unito dall’Ue spingerebbe il colosso americano a spostare il proprio hub da Londra a un’altra località interna all’Unione europea. I Lloyd’s avevano lanciato il loro allarme addirittura a febbraio, per bocca del chief risk officer Sean McGovern, secondo cui la Brexit creerebbe “un livello di incertezza raramente vissuto in precedenza”. Il cro dei Lloyd’s aveva sottolineato che l’adesione del Regno Unito all’Ue fa parte della storia di successo del mercato londinese, che attualmente rappresenta “il più grande hub globale per i rischi commerciali e specializzati”: un mercato che conta più di 86 miliardi di dollari di premi lordi. Continuare a far parte dell’Ue “sarà la chiave per la nostra crescita e lo sviluppo futuro dal momento che dobbiamo affrontare la concorrenza di altri centri di assicurazione in tutto il mondo”. McGovern aveva evidenziato in particolare “tre importanti vantaggi” dell’adesione all’Ue: “permette al mercato Lloyd’s l’accesso ai singoli mercati; incoraggia gli investimenti esteri diretti; facilita gli scambi con i Paesi al di fuori dell’Unione. Questi benefici – aveva osservato McGovern – sono fondamentali per il successo del mercato assicurativo di Londra e per mantenere la sua posizione di più grande centro di assicurazione specialista e di riassicurazione del mondo”.
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