Ania, il 2014 ancora in crescita e trainato dal vita
I nodi irrisolti dell'Rc auto, le possibili sinergie pubblico/privato per i danni catastrofali e il ruolo delle compagnie nel finanziamento alle Pmi: sono stati alcuni dei molti temi affrontati nel corso dell'assemblea annuale dell'associazione, svoltasi ieri a Roma
01/07/2014
Nel 2013 la raccolta premi delle imprese assicurative operanti in Italia è cresciuta del 12,7% grazie alle ottime performance del comparto vita (+21,3% dopo il -2,8% del 2012), a fronte di una diminuzione del 3,9% dei premi danni. Nel corso della sua assemblea annuale, svoltasi oggi a Roma, l'Ania ha tracciato un ampio quadro dell'attuale situazione del settore assicurativo, oggi come non mai chiamato dalla politica a dare un importante sostegno alla crescita del Paese, non più soltanto nella sua principale funzione di protezione, ma anche come erogatore di credito. Nel 2013 il settore ha fatto segnare un utile pari 5,2 miliardi, stabile sul 2012, con 3 miliardi di euro (3,7 nel 2012) versati all'Erario, di cui 200 milioni per la rivalutazione delle quote di Bankitalia.
Le prospettive per l'anno in corso continuano a essere positive: secondo le previsioni, infatti, i risultati migliori continuerà a farli registrare il ramo vita, in crescita di quasi il 30%, mentre continuerà a calare, ma lievemente, il comparto danni (-1,7%). Nel 2014 la raccolta su entrambi i rami dovrebbe superare i 140 miliardi di euro, in crescita del 20,3% rispetto al 2013, con un'incidenza dei premi sul Pil che salirebbe ulteriormente al 9%, dal 7,7% dello scorso anno.
I nodi irrisolti dell'Rc auto e il boom della black box
Nel 2013 si è registrato un calo del premio medio Rc auto pari al -4,6%; sulla base delle rilevazioni trimestrali dell'Ania, a marzo 2014 risulta essere sceso a 410 euro, in flessione di quasi 40 euro, cioè del 10% circa. Secondo il presidente dell'associazione, Aldo Minucci (nella foto), la riduzione del premio medio negli ultimi due anni dimostra che i prezzi elevati non devono considerarsi per il nostro Paese un destino ineluttabile. I premi della Rc auto - osserva - potranno scendere in modo significativo solo se si ridurrà il costo dei sinistri: non ci sono altre strade percorribili. Ulteriori miglioramenti - aggiunge Minucci - saranno possibili con la dematerializzazione del contrassegno e la messa a regime dei controlli a distanza, volta eliminare la piaga dell'evasione dell'obbligo di assicurazione". I veicoli senza copertura assicurativa, nel 2013, hanno raggiunto i 3,5 milioni, pari all'8% del totale dei mezzi circolanti. Secondo l'Ania, questo fenomeno ha un'incidenza maggiore in Italia che negli altri grandi Paesi europei. Il dato, tra l'altro, è in aumento rispetto al 2012, quando si stimavano 3,1 milioni di veicoli senza polizza: la percentuale supera mediamente il 13% nel Sud; nel Centro Italia l'incidenza è pari all'8,1%, mentre al Nord il valore scende al 5,3%.
Sul fronte dei furti di autovetture, invece, dopo l'aumento registrato nel 2012, si è osservata una diminuzione del 3,5% nel 2013, anche se il dato si accompagna a una contestuale flessione del numero di auto recuperate da parte delle forze dell'ordine. Se calano i furti, aumentano le scatole nere installate sulle vetture italiane, aumentate particolarmente nel corso dell'ultimo anno, al punto da rendere il nostro Paese leader mondiale in questo settore: i dispositivi telematici presenti nelle auto sono quasi raddoppiati: da 1,2 milioni del 2012 a oltre 2 milioni nel 2013. La diffusione della black box fa segnare un piccolo passo in avanti nella battaglia contro le frodi ai danni delle compagnie. Su questo tema, il ministro dello Sviluppo Economico, Federica Guidi, nel corso dell'assemblea dell'Ania, ha ribadito la volontà del Governo Renzi di mettere in campo un "fortissimo impegno per arginare il fenomeno. Occorre portare avanti una lotta sempre più serrata alla piaga delle frodi, che purtroppo è ancora diffusa". La più alta incidenza di sinistri a rischio di frode nel 2012 si è registrata nell'Italia meridionale, dove quasi un quarto dei sinistri denunciati è risultato sospetto, così come il 40% delle partite relative a danni alla persona. Di tutti questi sinistri, per quasi la metà (il 42,3%) vengono predisposti ulteriori accertamenti e, di questi, il 26,5% sono stati chiusi senza seguito. A livello regionale le percentuali sono più accentuate in Campania, Puglia e Calabria.
Sempre meno polizze malattia e infortuni
Sempre nel comparto danni, ma sul versante malattia e infortuni, nel 2012 la percentuale delle famiglie in possesso di almeno una polizza sanitaria era del 4,3%, in forte calo rispetto a quanto rilevato nel 2010 (5,5%). La fotografia scattata dall'Ania spiega che in termini assoluti le famiglie assicurate erano circa 1 milione (1,2 milioni nel 2010), su un totale di 24 milioni. La diffusione delle coperture sanitarie è diminuita in tutte le aree geografiche, in particolar modo al Centro, dove la quota di famiglie assicurata si è ridotta di oltre due punti percentuali.
Danni catastrofali, apertura dal Governo a sinergie pubblico/privato
Altro terreno caldo in termini di sottoassicurazione è quello delle calamità naturali, che in Italia "continuano a rappresentare una minaccia estremamente significativa - ricorda Minucci -, basti pensare che negli ultimi dieci anni lo Stato italiano speso circa 3,3 miliardi di euro per il risarcimento dei danni catastrofali. Costi - sottolinea il presidente dell'Ania - coperti attraverso il ricorso alla fiscalità generale": mentre i maggiori Paesi esteri hanno adottato sistemi in cui i risarcimenti sono ripartiti fra Stato e assicuratori, in Italia "continuano a prevale posizioni preconcette, come quelle che assimilano l'assicurazione catastrofale a una nuova tassa sulla casa". Ma nel corso dell'assemblea dell'Ania è arrivata l'apertura del ministro Guidi, secondo cui "la situazione attuale deve essere superata. Un'assicurazione contro questo tipo di rischi - ha osservato il ministro dello Sviluppo Economico - anche attraverso forme di partnership pubblico-privato potrebbero perseguire diversi importanti obiettivi: garantire maggiore sicurezza per la popolazione, potenziare i controlli preventivi sugli edifici, adottare misure di prevenzione più efficaci e assicurare maggiore tempestività negli interventi di ricostruzione".
L'impegno delle compagnie per l'economia reale
Il ministro Guidi ha anche parlato della possibilità per le compagnie assicurative di erogare direttamente finanziamenti alle imprese: "una svolta storica per il nostro sistema finanziario", ma, forse proprio per questo, "sarà necessario agire con gradualità e cautela. Il Governo è aperto a valutare tutte le proposte migliorative rispetto all'impianto previsto dal decreto", senza escludere la possibiiltà "di semplificare ulteriormente le procedure apportando i necessari correttivi". Da questo punto di vista, spiega il ministro, "un ruolo importante potrà essere svolto dal Fondo centrale di garanzia per il quale è ipotizzabile un allargamento alle compagnie di assicurazioni", i cui quasi 600 miliardi di euro di investimenti complessivi "devono essere allocati in maniera più dinamica, diversificata ed efficiente. Penso in particolare - precisa il ministro - agli strumenti rappresentativi dell'economia reale nel nostro Paese". Guidi ha poi osservato che "continuare con un approccio tradizionale rischierebbe di rilevarsi una strategia solo in apparenza prudente, ma in realtà molto pericolosa". Da parte dell'Ania, comunque, il provvedimento del Governo viene "valutato positivamente", sebbene il presidente Minucci abbia espresso delle "perplessità circa la previsione che i destinatari dei finanziamenti debbano essere individuati necessariamente da una banca".
Le prospettive per l'anno in corso continuano a essere positive: secondo le previsioni, infatti, i risultati migliori continuerà a farli registrare il ramo vita, in crescita di quasi il 30%, mentre continuerà a calare, ma lievemente, il comparto danni (-1,7%). Nel 2014 la raccolta su entrambi i rami dovrebbe superare i 140 miliardi di euro, in crescita del 20,3% rispetto al 2013, con un'incidenza dei premi sul Pil che salirebbe ulteriormente al 9%, dal 7,7% dello scorso anno.
I nodi irrisolti dell'Rc auto e il boom della black box
Nel 2013 si è registrato un calo del premio medio Rc auto pari al -4,6%; sulla base delle rilevazioni trimestrali dell'Ania, a marzo 2014 risulta essere sceso a 410 euro, in flessione di quasi 40 euro, cioè del 10% circa. Secondo il presidente dell'associazione, Aldo Minucci (nella foto), la riduzione del premio medio negli ultimi due anni dimostra che i prezzi elevati non devono considerarsi per il nostro Paese un destino ineluttabile. I premi della Rc auto - osserva - potranno scendere in modo significativo solo se si ridurrà il costo dei sinistri: non ci sono altre strade percorribili. Ulteriori miglioramenti - aggiunge Minucci - saranno possibili con la dematerializzazione del contrassegno e la messa a regime dei controlli a distanza, volta eliminare la piaga dell'evasione dell'obbligo di assicurazione". I veicoli senza copertura assicurativa, nel 2013, hanno raggiunto i 3,5 milioni, pari all'8% del totale dei mezzi circolanti. Secondo l'Ania, questo fenomeno ha un'incidenza maggiore in Italia che negli altri grandi Paesi europei. Il dato, tra l'altro, è in aumento rispetto al 2012, quando si stimavano 3,1 milioni di veicoli senza polizza: la percentuale supera mediamente il 13% nel Sud; nel Centro Italia l'incidenza è pari all'8,1%, mentre al Nord il valore scende al 5,3%.
Sul fronte dei furti di autovetture, invece, dopo l'aumento registrato nel 2012, si è osservata una diminuzione del 3,5% nel 2013, anche se il dato si accompagna a una contestuale flessione del numero di auto recuperate da parte delle forze dell'ordine. Se calano i furti, aumentano le scatole nere installate sulle vetture italiane, aumentate particolarmente nel corso dell'ultimo anno, al punto da rendere il nostro Paese leader mondiale in questo settore: i dispositivi telematici presenti nelle auto sono quasi raddoppiati: da 1,2 milioni del 2012 a oltre 2 milioni nel 2013. La diffusione della black box fa segnare un piccolo passo in avanti nella battaglia contro le frodi ai danni delle compagnie. Su questo tema, il ministro dello Sviluppo Economico, Federica Guidi, nel corso dell'assemblea dell'Ania, ha ribadito la volontà del Governo Renzi di mettere in campo un "fortissimo impegno per arginare il fenomeno. Occorre portare avanti una lotta sempre più serrata alla piaga delle frodi, che purtroppo è ancora diffusa". La più alta incidenza di sinistri a rischio di frode nel 2012 si è registrata nell'Italia meridionale, dove quasi un quarto dei sinistri denunciati è risultato sospetto, così come il 40% delle partite relative a danni alla persona. Di tutti questi sinistri, per quasi la metà (il 42,3%) vengono predisposti ulteriori accertamenti e, di questi, il 26,5% sono stati chiusi senza seguito. A livello regionale le percentuali sono più accentuate in Campania, Puglia e Calabria.
Sempre meno polizze malattia e infortuni
Sempre nel comparto danni, ma sul versante malattia e infortuni, nel 2012 la percentuale delle famiglie in possesso di almeno una polizza sanitaria era del 4,3%, in forte calo rispetto a quanto rilevato nel 2010 (5,5%). La fotografia scattata dall'Ania spiega che in termini assoluti le famiglie assicurate erano circa 1 milione (1,2 milioni nel 2010), su un totale di 24 milioni. La diffusione delle coperture sanitarie è diminuita in tutte le aree geografiche, in particolar modo al Centro, dove la quota di famiglie assicurata si è ridotta di oltre due punti percentuali.
Danni catastrofali, apertura dal Governo a sinergie pubblico/privato
Altro terreno caldo in termini di sottoassicurazione è quello delle calamità naturali, che in Italia "continuano a rappresentare una minaccia estremamente significativa - ricorda Minucci -, basti pensare che negli ultimi dieci anni lo Stato italiano speso circa 3,3 miliardi di euro per il risarcimento dei danni catastrofali. Costi - sottolinea il presidente dell'Ania - coperti attraverso il ricorso alla fiscalità generale": mentre i maggiori Paesi esteri hanno adottato sistemi in cui i risarcimenti sono ripartiti fra Stato e assicuratori, in Italia "continuano a prevale posizioni preconcette, come quelle che assimilano l'assicurazione catastrofale a una nuova tassa sulla casa". Ma nel corso dell'assemblea dell'Ania è arrivata l'apertura del ministro Guidi, secondo cui "la situazione attuale deve essere superata. Un'assicurazione contro questo tipo di rischi - ha osservato il ministro dello Sviluppo Economico - anche attraverso forme di partnership pubblico-privato potrebbero perseguire diversi importanti obiettivi: garantire maggiore sicurezza per la popolazione, potenziare i controlli preventivi sugli edifici, adottare misure di prevenzione più efficaci e assicurare maggiore tempestività negli interventi di ricostruzione".
L'impegno delle compagnie per l'economia reale
Il ministro Guidi ha anche parlato della possibilità per le compagnie assicurative di erogare direttamente finanziamenti alle imprese: "una svolta storica per il nostro sistema finanziario", ma, forse proprio per questo, "sarà necessario agire con gradualità e cautela. Il Governo è aperto a valutare tutte le proposte migliorative rispetto all'impianto previsto dal decreto", senza escludere la possibiiltà "di semplificare ulteriormente le procedure apportando i necessari correttivi". Da questo punto di vista, spiega il ministro, "un ruolo importante potrà essere svolto dal Fondo centrale di garanzia per il quale è ipotizzabile un allargamento alle compagnie di assicurazioni", i cui quasi 600 miliardi di euro di investimenti complessivi "devono essere allocati in maniera più dinamica, diversificata ed efficiente. Penso in particolare - precisa il ministro - agli strumenti rappresentativi dell'economia reale nel nostro Paese". Guidi ha poi osservato che "continuare con un approccio tradizionale rischierebbe di rilevarsi una strategia solo in apparenza prudente, ma in realtà molto pericolosa". Da parte dell'Ania, comunque, il provvedimento del Governo viene "valutato positivamente", sebbene il presidente Minucci abbia espresso delle "perplessità circa la previsione che i destinatari dei finanziamenti debbano essere individuati necessariamente da una banca".
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