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Regolamentare la sharing economy

La proposta di legge ha trovato il parere favorevole del presidente dell’Acgm, Giovanni Pitruzzella

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L’utilizzo di piattaforme che svolgono attività di condivisione di beni e servizi (la cosiddetta sharing economy) sfruttando le potenzialità della rete sta avendo una diffusione sempre più capillare. E c’è chi pensa a una iniziativa legislativa ad hoc che ne disciplini regole e principii. Su questa proposta, ha espresso il proprio parere favorevole l’Autorità garante della concorrenza e del mercato (Agcm). Nel corso di un’audizione presso le commissioni Trasporti e Attività produttive della Camera, il presidente dell’Antitrust, Giovanni Pitruzzella, si è detto d’accordo con la proposta di legge. Secondo il numero uno dell’Agcm, nell'arco dei prossimi dieci anni, gli introiti globali di questo nuovo settore dell’economia digitale potranno passare dagli attuali 13 miliardi di euro a 300 miliardi. Alla luce di tutto ciò, sottolinea Pitruzzella in una nota, “è opportuno disciplinare l’attività delle piattaforme che consentono di gestire rapporti sia profit sia non profit, per scambi di casa, affitti privati, taxi privati, car sharing, banche del tempo e quant’altro”. E questo anche per “prevenire o evitare conflitti tra piattaforme come Uber e Airbnb, da una parte, e i tassisti e gli albergatori dall’altra”.
In particolare, il presidente dell’Antitrust ha apprezzato “l’iniziativa di una consultazione pubblica, attraverso un sito dedicato, idonea a coinvolgere il più ampio numero possibile di competenze”, come previsto dallo stesso testo della proposta di legge. Nell’audizione parlamentare, Pitruzzella ha insistito poi sulla “opportunità di una regolazione leggera che protegga il processo di innovazione e mantenga il mercato aperto per i potenziali innovatori, scongiurando il rischio di regolazioni coercitive, inadeguate e quindi potenzialmente controproducenti”.
La proposta di legge prevede, tra le altre cose, anche l’istituzione di un registro elettronico nazionale delle piattaforme di sharing economy, attribuendo proprio all’Antitrust il compito di vigilare sulla loro attività.

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