L’omnichannel batte la multicanalità
In crescita il volume d’affari generato dalle vendite attraverso più canali
18/02/2014
Le vendite omnichannel si stanno imponendo come preferite dai consumatori europei. Sta crollando, quindi, quella separatezza tra acquisto on line e acquisto in-store, al dettaglio. È un fenomeno sempre più diffuso, come ha evidenziato una ricerca di Deloitte commissionata da eBay, tra le principali piattaforme web di marketplace.
I consumatori connessi - si legge nello studio - utilizzano fonti multiple d'informazioni circa i prodotti cui sono interessati durante lo shopping [.] Circa un terzo dei consumatori britannici e tedeschi ha usato diversi canali in occasione di un recente acquisto. Utilizzando diversi canali, i consumatori possono fare ricerche e acquistare comodamente, in qualsiasi momento, dovunque". La risposta sarebbe quindi l'omnichannel, ovvero "fornire un'esperienza di shopping flessibile e integrata" in un negozio, dal web o da un dispositivo mobile. Questa strategia consente a ogni canale di servire il cliente in ogni momento, accrescendo così "la notorietà del marchio", promuovendo "la lealtà del consumatore" e generando valore.
Questo, volente o nolente, è il trend che anche le assicurazioni stanno prendendo: chi in modo più deciso, chi più timido. È anche la strada che il legislatore, ma anche il regolatore e le Authority stanno stimolando in Italia, più o meno palesemente, da qualche anno. Secondo la ricerca di Deloitte, l'aumento della scelta, delle informazioni e della comodità negli acquisti sviluppa anche la concorrenza. Lo studio sottolinea che chi pianifica acquisti di alto valore utilizza più canali per effettuarli, quindi "una presenza su diversi canali permette ai rivenditori di catturare tali segmenti di mercato più elevati".
I mercati on line e mobile rappresentano il 2,6% del totale delle vendite in Italia, con un volume superiore agli 11 miliardi di euro: più che in Spagna (7,7 miliardi), ma meno che in Franca (22 miliardi). Tuttavia il valore degli acquisti registrati nei negozi tradizionali, e perfezionati attraverso canali cosiddetti non-store, ammonta a 35 miliardi di euro. Una cifra che, confrontata a quella francese (57 miliardi), secondo Deloitte, mostra la potenzialità del mercato italiano.
I consumatori connessi - si legge nello studio - utilizzano fonti multiple d'informazioni circa i prodotti cui sono interessati durante lo shopping [.] Circa un terzo dei consumatori britannici e tedeschi ha usato diversi canali in occasione di un recente acquisto. Utilizzando diversi canali, i consumatori possono fare ricerche e acquistare comodamente, in qualsiasi momento, dovunque". La risposta sarebbe quindi l'omnichannel, ovvero "fornire un'esperienza di shopping flessibile e integrata" in un negozio, dal web o da un dispositivo mobile. Questa strategia consente a ogni canale di servire il cliente in ogni momento, accrescendo così "la notorietà del marchio", promuovendo "la lealtà del consumatore" e generando valore.
Questo, volente o nolente, è il trend che anche le assicurazioni stanno prendendo: chi in modo più deciso, chi più timido. È anche la strada che il legislatore, ma anche il regolatore e le Authority stanno stimolando in Italia, più o meno palesemente, da qualche anno. Secondo la ricerca di Deloitte, l'aumento della scelta, delle informazioni e della comodità negli acquisti sviluppa anche la concorrenza. Lo studio sottolinea che chi pianifica acquisti di alto valore utilizza più canali per effettuarli, quindi "una presenza su diversi canali permette ai rivenditori di catturare tali segmenti di mercato più elevati".
I mercati on line e mobile rappresentano il 2,6% del totale delle vendite in Italia, con un volume superiore agli 11 miliardi di euro: più che in Spagna (7,7 miliardi), ma meno che in Franca (22 miliardi). Tuttavia il valore degli acquisti registrati nei negozi tradizionali, e perfezionati attraverso canali cosiddetti non-store, ammonta a 35 miliardi di euro. Una cifra che, confrontata a quella francese (57 miliardi), secondo Deloitte, mostra la potenzialità del mercato italiano.
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