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Il vita a sostegno della transizione sostenibile dell’economia

L’urgenza di inserire nel mondo economico criteri di sostenibilità si intreccia con un mercato che manifesta sempre più il proprio interesse su questi temi e con una normativa europea che si va arricchendo

Il vita a sostegno della transizione sostenibile dell’economia hp_vert_img
Già nel 2015 l’Agenda 2030 per lo sviluppo sostenibile, promossa dalle Nazioni Unite, aveva affermato l’importanza del principio secondo cui l’effettivo benessere sociale dovrebbe tenere conto di elementi fondamentali, come equità intergenerazionale e sostenibilità ambientale. L’accordo di Parigi del 2015 ha rafforzato questa necessità, mettendo in rilievo l’importanza di avviare un processo, condiviso a livello mondiale, di transizione ecologica dell’economia. 
La crisi economico-sanitaria da Covid-19 ha accentuato la debolezza dell’attuale modello di sviluppo economico mondiale, mettendo in evidenza grandi fragilità economiche, sociali e ambientali. Il rischio principale è quindi quello di fare un passo indietro in termini di equità e sostenibilità, portando a un annullamento dei progressi raggiunti e riducendo le prospettive per il futuro.
Proprio per questo, l’agenda politica internazionale ha riportato al centro le tematiche di sostenibilità. In particolare, la Comunità Europea ha rafforzato il proprio impegno a livello continentale con lo strumento del Next Generation UE. Tale iniziativa, oltre a prevedere una quantità rilevante di risorse finanziarie per il rilancio del tessuto economico e produttivo continentale, rappresenta uno step fondamentale del processo di transizione verso un sistema economico nel quale la sostenibilità ambientale e sociale possa rivestire un ruolo centrale in termini di progresso e sviluppo economico.

CRESCE L’OFFERTA VITA CON BASE ESG
All’interno di queste nuove dinamiche evolutive, anche le principali compagnie assicurative a livello mondiale stanno mettendo in atto da tempo nuove politiche fortemente orientate all’investimento in settori sostenibili, con la contestuale riduzione, o addirittura l’eliminazione, di investimenti in settori considerati non green
A conferma di questa crescente sensibilizzazione, nel mercato assicurativo vita italiano abbiamo notato un aumento rilevante di soluzioni finanziarie con nuovi sottostanti Esg. Negli ultimi tre anni, le soluzioni assicurative finanziarie con sottostanti Esg sono infatti cresciute in modo considerevole, passando dai 7 prodotti del 2018 fino ai 37 del 2020, rappresentando oltre il 20% delle nuove soluzioni assicurative finanziarie lanciate sul mercato nel corso dell’anno (Fonte: tool di comparazione delle offerte Map-It Innovation Team).
Come spesso accade, però, le dinamiche del mercato precedono gli interventi in termini di regolamentazione. Ciò si sta verificando anche in merito alle tematiche di sostenibilità, per le quali non vi sono ancora delle linee guida riconosciute a livello internazionale che certifichino la classificazione Esg di un fondo d’investimento-prodotto assicurativo, ma invece sono presenti numerose certificazioni che di fatto complicano la riconoscibilità delle offerte Esg sollevando molti interrogativi. Questa lacuna potrebbe rappresentare un ostacolo per lo sviluppo della finanza sostenibile, penalizzando di conseguenza anche la crescita dei settori industriali strettamente collegati a essa.

AUMENTA L’INTERESSE DEI POTENZIALI CLIENTI PER LA SOSTENIBILITÀ
La Comunità Europea sta cercando di colmare questo gap normativo con una serie di iniziative. La più recente riguarda il regolamento europeo relativo all’informativa sulla sostenibilità nei servizi finanziari (Sfdr – Sustainable Finance Disclosure Regulation) entrato in vigore il 10 marzo scorso. Questo regolamento rappresenta un passo fondamentale a livello comunitario, in quanto si pone l’obiettivo di promuovere gli investimenti sostenibili tramite regole comuni per produttori (asset manager – compagnie) e intermediari sulle modalità d’informazione degli investitori finali in termini di politiche d’investimento, rischio e caratteristiche ambientali o sociali del prodotto finanziario sostenibile. Questa evoluzione normativa è strettamente legata ad altre due normative comunitarie: 
  • Regolamento sulla tassonomia dell’UE, che stabilisce i criteri in grado di determinare se specifiche attività possono essere classificate sostenibili, in quanto contribuiscono al raggiungimento di obiettivi ambientali;
  • Direttiva sulla reportistica non finanziaria (Non-Financial Reporting Directive), che prevede standard e requisiti più stringenti sulle modalità di comunicazione delle aziende relative a tematiche ambientali, sociali e di governance. 
Lo sviluppo di un’offerta di prodotti assicurativi sostenibili rappresenta una grande opportunità per il comparto assicurativo vita, sia in termini quantitativi che qualitativi. Dal punto di vista quantitativo, potrebbe facilitare la crescita del mercato in termini di volumi capital light, riducendo le difficoltà di ribilanciamento del business mix che da tempo condizionano il mercato; in termini qualitativi si aprirebbe un’importante opportunità di sviluppo commerciale verso segmenti di clientela più giovani. Quest’ultimo elemento emerge soprattutto analizzando la sensibilità riscontrata negli investitori sul segmento Esg, che risulta molto elevata soprattutto per Generazione X e Millennial (Fonte: Global Investor Study 2019 di Schroders), aspetto che può incrementare notevolmente l’appeal commerciale dei prodotti assicurativi verso nuovi target di clientela più giovani.
Nel nuovo contesto macroeconomico le compagnie assicurative potranno quindi assumere un ruolo di primo piano nel processo di transizione economica, diventando motore del cambiamento grazie alla loro capacità di veicolare grandi masse finanziarie, come peraltro già avviene in termini di sostegno del sistema paese con la rilevante partecipazione alla sostenibilità del debito pubblico italiano.

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