Assicurazioni per lo spazio, le dimensioni del mercato
I lanci realizzati nel 2021, il livello raggiunto dai tassi di copertura, la raccolta premi complessiva, le potenze mondiali coinvolte nel settore, il ruolo dell’Italia e, non secondariamente, lo sviluppo di nuovi rischi come la cosiddetta “spazzatura spaziale”
26/09/2022
Nella prima puntata di questa breve panoramica sul mondo delle assicurazioni per i rischi spaziali abbiamo parlato genericamente della complessità del piazzamento della polizza a causa dell’alta tecnicalità richiesta, della ristrettezza del mercato, della mancanza di dati statistici adeguati, dell’importanza dei valori in gioco e dell’elevato rischio di perdita totale.
Esaminiamo ora più attentamente cosa è avvenuto dal 2021 a oggi. Nonostante i ritardi imposti dalla pandemia, anche lo scorso anno si è registrato un numero significativo di lanci di satelliti commerciali. SpaceX ha completato un record di 31 lanci Falcon 9 di successo, ha eseguito i suoi primi lanci Dragon con equipaggio in orbita e ha completato più test di volo suborbitali dei suoi prototipi di astronave. La Faa continua la sua revisione ambientale del sito di lancio in Texas in preparazione per la concessione in licenza del primo lancio orbitale di Starship. Virgin Galactic e Blue Origin hanno fatto volare con successo turisti spaziali su voli suborbitali e SpaceX ha lanciato la prima missione di volo spaziale orbitale con equipaggio privato, Inspiration 4. Il Proton M Briz M ha completato il suo centesimo lancio, mentre l’Ariane 5 ha portato a termine con successo tre lanci, tra cui quello storico del James Webb Space Telescope del valore di circa 10 miliardi di dollari. Numerosi lanci di Falcon 9 e Soyuz hanno supportato il dispiegamento delle costellazioni Starlink e Oneweb per tutto il 2021, e la FCC statunitense ha ricevuto ulteriori domande per lo spettro a banda larga delle costellazioni satellitari da diversi altri operatori che propongono decine di migliaia di altri satelliti.
I NUMERI DEL MERCATO
Quasi tutte queste missioni sono state assicurate. Per darvi un’idea, oggi i tassi per il puro rischio lancio variano, in funzione anche della qualità del lanciatore, dal 5% (era inferiore al 3% fino al 2019) al 18% sul valore del satellite, più costo del lancio, costi finanziari e assicurativi etc. I tassi per la copertura del rischio in orbita possono invece spaziare dallo 0,4% al 2% annuo.
Nonostante le perdite valutate in circa 370 milioni di dollari nel 2021, il mercato ha chiuso l’anno in una posizione redditizia. Si stima che la raccolta premi sia stata di circa 517 milioni a seguito del successo del lancio di diversi satelliti con elevate somme assicurate alla fine dell’anno. Quindi, nel complesso, il mercato delle assicurazioni spaziali, dopo le drammatiche perdite del 2019, ha realizzato un rispettabile profitto. Ci si aspetta quindi, in assenza di fenomeni negativi nel 2022, che i tassi possano continuare a calare, per tornare ai livelli che si registravano prima del 2019. Si prevede inoltre, secondo Aon Isb, che i lanci di satelliti non geostazionari domineranno il business nel 2022.
LA CRESCITA DELLA CINA
Per dare poi un’idea di come si sia modificato il rapporto tra le potenze mondiali nel settore spazio, ecco alcuni numeri a confronto. Prima del 1990, su 120 lanci annuali almeno il 60% erano sovietici, poi i lanci sono calati per tutti: nel 2010 sono stati in totale appena 74. Ora, nel 2021, i lanci effettuati sono stati quasi 150, la maggior parte dei quali cinesi (inesistenti fino al 2010), seguiti da vicino da Stati Uniti, poi un modesto numero di lanci russi e infine un numero irrisorio di lanci europei, quasi equivalenti a quelli del solo Giappone.
Negli ultimi anni, Pechino ha ottenuto successi come la sonda lunare Chang’e 4, che è atterrata sul lato nascosto della Luna nel gennaio 2019, missione mai realizzata prima nella storia dell’esplorazione spaziale. Inoltre, il paese asiatico ha messo in orbita nel 2021 la propria stazione spaziale, la Tiangong, e il rover Zhurong, parte della missione cinese Tianwen-1, la loro prima a raggiungere la superficie di Marte, è da maggio scorso pienamente operativo sul pianeta rosso. Anche le compagnie di assicurazione cinesi si sono adeguate e hanno ora quasi 80 milioni di dollari di capacità per coprire i rischi nazionali. La Cina sarà forse ancora un poco indietro rispetto a Stati Uniti e Unione Europea in termini di armamenti tradizionali, ma è più che allineata con la tecnologia spaziale.
IL MERCATO ITALIANO
Ma parliamo di noi. Il panorama sta rapidamente evolvendo. La tecnologia ci sta facendo assistere alla realizzazione di un crescente numero di satelliti di dimensioni (e valori) estremamente ridotte, come nanosat e cubesat. Con un solo lancio si arriva a mettere in orbita 60 e più satelliti, i cui valori stanno via via decrescendo. C’è un’azienda italiana, la D-Orbit, che ha progettato e realizzato uno speciale contenitore che, una volta messo in orbita, espelle dal suo interno, in posizioni diverse e con precisione assoluta, oltre 60 mini satelliti realizzati da start up europee che hanno molteplici finalità. Il contenitore, a sua volta, continua la sua vita nello spazio assolvendo altre finalità per cui è stato creato.
Primo Space, un fondo italiano finalizzato al finanziamento di start up nel settore della new space economy, ha sponsorizzato, con soli cinque milioni di euro, l’azienda bresciana Apogeo Space per la realizzazione entro il 2023 di una costellazione di 20 pico-satelliti per la gestione di dati e dispositivi IoT: diventeranno 100 satelliti in orbita entro il 2027. Le dimensioni possono avere un volume minimo di 10x10x3cm e una massa di 300 grammi. Da citare anche il player che si è affiancato da qualche anno ai colossi Thales Alenia Space e Telespazio: si tratta di Sitael, azienda basata a Bari, che parteciperà in qualità di capogruppo alla realizzazione della piattaforma PLATiNO per minisatelliti dell’Asi, con carico utile intorno ai 200 kg, e al progetto Iride che diventerà il più importante programma spaziale satellitare europeo di osservazione della Terra a bassa quota. Altra azienda leader in Europa è Avio, che sta realizzando a Colleferro il nuovo razzo vettore Vega C che, con 2.300 kg di carico utile, ha la possibilità di trasportare il 90% dei satelliti del mercato dell’orbita terrestre bassa. Il debutto è previsto entro questo dicembre.
IL RISCHIO DELLA SPAZZATURA SPAZIALE
Uno dei rischi che presenta la navigazione orbitale è rappresentato dalla cosiddetta spazzatura spaziale, ossia frammenti di satelliti non più operativi o danneggiati che viaggiano fino a 28.000km/h e che creano un serio pericolo per la navigazione. A mappare questi pericoli ci pensano diverse aziende italiane: da Telespazio, con i suoi potenti radar da terra, ad Arca Dynamics, che ha investito molte risorse nello sviluppo di apparecchiature fotografiche molto sofisticate che viaggiano nello spazio. Secondo lo Space Debris Office dell’Esa-Esoc, attualmente nell’orbita terrestre ci sono almeno 130 milioni di detriti grandi tra 1 mm e oltre 10 cm, per un totale stimato di circa 9.300 tonnellate. Al momento, però, questo rischio non è molto considerato dalle compagnie assicurative perché i detriti esistenti sono conosciuti ed evitati con cura. Tuttavia, con l’aumento delle apparecchiature presenti nelle orbite basse, i rischi di collisione aumenteranno e tale fenomeno avrà un inevitabile impatto sui costi delle polizze assicurative.
Nella prossima puntata parleremo dei molteplici utilizzi, anche da parte delle compagnie di assicurazione, dei dati e delle immagini che ci arrivano quotidianamente dalle costellazioni di satelliti per l’osservazione della terra: dalle polizze parametriche in agricoltura alle previsioni meteo e il cambiamento climatico, dalla prevenzione e dalla valutazione dei disastri naturali fino al controllo del traffico marittimo, e molto altro ancora.
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