Lo “Use test” del Modello Interno e i suoi effetti sulle scelte di business
09/10/2013
...if an undertaking does not trust its model sufficiently to use it, why should the supervisory authority?"1
Questa frase riassume perfettamente la filosofia che ha guidato il Regolatore nel definire le linee guida per ottenere l'approvazione del Modello Interno. Le compagnie devono dimostrare infatti all'Autorità di vigilanza che il modello è ampiamente utilizzato e svolge un ruolo importante nel loro sistema di governance. Si tratta del cosiddetto Use test, che si articola su alcuni principi fondamentali.
Innanzitutto, il Modello Interno deve adattarsi correttamente al business dell'impresa, ed essere ampiamente integrato nel sistema di gestione dei rischi. Inoltre, il calcolo del requisito di capitale con il Modello Interno deve essere effettuato con frequenza almeno trimestrale, nonché al verificarsi di cambiamenti significativi del profilo di rischio della compagnia.
La prova di utilizzo sicuramente più significativa è però quella che prevede che il modello sia utilizzato per supportare e verificare il processo decisionale interno. Occorre cioè istituire un collegamento tra l'output del modello e le decisioni strategiche; alcuni esempi sono rappresentati dal processo di sviluppo di nuovi prodotti e di pianificazione strategica. Nel primo caso, il prezzo del prodotto dovrà tenere conto anche dell'assorbimento di capitale e della relativa redditività attesa, condizionando pertanto le scelte di business delle compagnie, che saranno incentivate a concentrarsi sui prodotti che massimizzano il rapporto rischio-rendimento. Nel secondo caso, invece, l'appetito al rischio dell'impresa, ovvero la massima perdita che la compagnia è disposta a sopportare sull'orizzonte temporale di un anno, dovrà guidare i budget annuali e i piani strategici. Il Modello Interno, quindi, non dovrebbe rappresentare un puro esercizio regolamentare ma dovrebbe dare impulso a un radicale cambiamento dei principali processi aziendali (strategici, di business, di gestione del capitale e di monitoraggio e controllo).
Insomma, per convincere l'Autorità di vigilanza della bontà del proprio modello bisogna prima convincere se stessi, e ciò non sarà possibile fin tanto che il Modello Interno rimarrà confinato nelle stanze di tecnici e sviluppatori. Un ruolo centrale dovrà essere giocato proprio dal senior management e dal consiglio di amministrazione che, come esplicitamente richiesto dalla normativa, non solo dovranno dimostrare una buona comprensione e consapevolezza delle logiche del Modello Interno, ma soprattutto promuovere, a tutti i livelli aziendali, la cultura del rischio: un elemento incredibilmente ancora poco diffuso all'interno delle compagnie assicurative.
SCS Consulting è una società attiva da oltre dieci anni nel campo dei servizi professionali di consulenza, formazione e valorizzazione delle risorse umane. Con riferimento alla direttiva Solvency II, è specializzata nel supporto nel processo di adeguamento al nuovo regime di vigilanza prudenziale attraverso lo svolgimento di attività di presidio della normativa, project management, supporto nella gestione degli impatti organizzativi, redazione dei documenti ufficiali destinati al regolatore e supporto nell'implementazione dell'architettura tecnologica.
1 CEIOPS-DOC-48/09: Tests and Standards for Internal Model Approval, 3.7
Questa frase riassume perfettamente la filosofia che ha guidato il Regolatore nel definire le linee guida per ottenere l'approvazione del Modello Interno. Le compagnie devono dimostrare infatti all'Autorità di vigilanza che il modello è ampiamente utilizzato e svolge un ruolo importante nel loro sistema di governance. Si tratta del cosiddetto Use test, che si articola su alcuni principi fondamentali.
Innanzitutto, il Modello Interno deve adattarsi correttamente al business dell'impresa, ed essere ampiamente integrato nel sistema di gestione dei rischi. Inoltre, il calcolo del requisito di capitale con il Modello Interno deve essere effettuato con frequenza almeno trimestrale, nonché al verificarsi di cambiamenti significativi del profilo di rischio della compagnia.
La prova di utilizzo sicuramente più significativa è però quella che prevede che il modello sia utilizzato per supportare e verificare il processo decisionale interno. Occorre cioè istituire un collegamento tra l'output del modello e le decisioni strategiche; alcuni esempi sono rappresentati dal processo di sviluppo di nuovi prodotti e di pianificazione strategica. Nel primo caso, il prezzo del prodotto dovrà tenere conto anche dell'assorbimento di capitale e della relativa redditività attesa, condizionando pertanto le scelte di business delle compagnie, che saranno incentivate a concentrarsi sui prodotti che massimizzano il rapporto rischio-rendimento. Nel secondo caso, invece, l'appetito al rischio dell'impresa, ovvero la massima perdita che la compagnia è disposta a sopportare sull'orizzonte temporale di un anno, dovrà guidare i budget annuali e i piani strategici. Il Modello Interno, quindi, non dovrebbe rappresentare un puro esercizio regolamentare ma dovrebbe dare impulso a un radicale cambiamento dei principali processi aziendali (strategici, di business, di gestione del capitale e di monitoraggio e controllo).
Insomma, per convincere l'Autorità di vigilanza della bontà del proprio modello bisogna prima convincere se stessi, e ciò non sarà possibile fin tanto che il Modello Interno rimarrà confinato nelle stanze di tecnici e sviluppatori. Un ruolo centrale dovrà essere giocato proprio dal senior management e dal consiglio di amministrazione che, come esplicitamente richiesto dalla normativa, non solo dovranno dimostrare una buona comprensione e consapevolezza delle logiche del Modello Interno, ma soprattutto promuovere, a tutti i livelli aziendali, la cultura del rischio: un elemento incredibilmente ancora poco diffuso all'interno delle compagnie assicurative.
SCS Consulting è una società attiva da oltre dieci anni nel campo dei servizi professionali di consulenza, formazione e valorizzazione delle risorse umane. Con riferimento alla direttiva Solvency II, è specializzata nel supporto nel processo di adeguamento al nuovo regime di vigilanza prudenziale attraverso lo svolgimento di attività di presidio della normativa, project management, supporto nella gestione degli impatti organizzativi, redazione dei documenti ufficiali destinati al regolatore e supporto nell'implementazione dell'architettura tecnologica.
1 CEIOPS-DOC-48/09: Tests and Standards for Internal Model Approval, 3.7
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