Il calcolo del requisito di capitale - La formula standard
I medici saggi non trattano le persone già malate, ma istruiscono quelle sane su cosa fare per non ammalarsi
10/07/2013
Come suggerisce questa massima cinese sono soprattutto le persone sane che dovrebbero sottoporsi a controlli periodici. Un monitoraggio continuo delle proprie condizioni di salute è, in fondo, ciò che anche la normativa Solvency II chiede alle imprese assicurative. C'è un esame in particolare che il Regolatore ha prescritto con frequenza annuale a tutte le compagnie: il calcolo del Solvency ratio, ovvero il rapporto tra i fondi propri e il capitale destinato alla copertura delle perdite inattese. In sintesi questo (all'apparenza) semplice indicatore ci fornisce un'informazione estremamente efficace: la compagnia è sufficientemente capitalizzata?
Non è certo una novità che le assicurazioni debbano detenere una quota di capitale (riserve tecniche) per coprirsi dalle perdite attese derivanti dal proprio business e da quelle inattese. L'innovazione introdotta da Solvency II risiede nella modalità con cui quelle inattese sono quantificate; per una corretta definizione e monitoraggio nel tempo del Solvency Capital Requirement (Scr), il Regolatore impone alle compagnie di utilizzare una logica risk-based, che tenga in considerazione i singoli rischi a cui queste sono esposte.
Per consentire a tutte le compagnie una valutazione il più possibile coerente e confrontabile del proprio profilo di rischio, il Regolatore ha sviluppato la cosiddetta Formula Standard. Questo complicato algoritmo di calcolo è composto dai seguenti principali ingredienti:
Al paziente è lasciata inoltre la facoltà di non sottoporsi all'esame standard" ma di utilizzare un modello di calcolo personalizzato, denominato Modello Interno, previa validazione da parte dell'Autorità di vigilanza.
Non è certo una novità che le assicurazioni debbano detenere una quota di capitale (riserve tecniche) per coprirsi dalle perdite attese derivanti dal proprio business e da quelle inattese. L'innovazione introdotta da Solvency II risiede nella modalità con cui quelle inattese sono quantificate; per una corretta definizione e monitoraggio nel tempo del Solvency Capital Requirement (Scr), il Regolatore impone alle compagnie di utilizzare una logica risk-based, che tenga in considerazione i singoli rischi a cui queste sono esposte.
Per consentire a tutte le compagnie una valutazione il più possibile coerente e confrontabile del proprio profilo di rischio, il Regolatore ha sviluppato la cosiddetta Formula Standard. Questo complicato algoritmo di calcolo è composto dai seguenti principali ingredienti:
- l'insieme dei rischi cui le compagnie sono esposte, identificati nella Tassonomia dei Rischi (rischi tecnici assicurativi danni e vita, finanziari, di credito e operativi);
- gli stress da applicare su ciascun fattore di rischio per valutare la perdita derivante da eventi inattesi;
- la matrice di correlazione tra i rischi che consente di ottenere l'indicatore di sintesi.
Al paziente è lasciata inoltre la facoltà di non sottoporsi all'esame standard" ma di utilizzare un modello di calcolo personalizzato, denominato Modello Interno, previa validazione da parte dell'Autorità di vigilanza.
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