Rc professionali: perché è importante il ruolo dell'intermediario
Il DL 138 del 2011 prevede l'obbligo per i professionisti di stipulare un'idonea polizza assicurativa di Responsabilità Civile a copertura di eventuali errori od omissioni commessi durante lo svolgimento della loro attività
04/12/2012
Che il legislatore intendesse esplicitamente proteggere gli interessi del consumatore è chiaro per l'obbligo che viene posto al professionista di rendere noti al cliente, al momento dell'assunzione dell'incarico, gli estremi della polizza stipulata per la Responsabilità Professionale, ed il relativo massimale.
La legge riguarda oltre un milione di iscritti attivi, appartenenti ad un folto numero di associazioni di categoria, assai diverse per tipologia di attività svolta e, conseguentemente, aventi profili di responsabilità quanto mai differenti e per i quali la giurisprudenza ha seguito, nel corso degli anni, percorsi del tutto indipendenti.
UN UNIVERSO DI COPERTURE
Com'è noto, infatti, non è possibile parlare di una sola polizza di Responsabilità Civile Professionale, ma di un vero e proprio universo di coperture, spesso molto diverse le une dalle altre.
Una materia ampia, dunque, che interessa un ramo assicurativo che, secondo alcuni istituti internazionali di consulenza (1), ammonterebbe in Italia ad oltre trecento milioni di euro, escludendo l'area medica.
Quello dei professionisti costituisce certamente un macrosettore di grande rilevanza economica, anche nel nostro paese. Il solo volume di affari derivante dall'attività di libero professionista della categoria degli ingegneri (che conta circa 95.000 iscritti) è stato stimato intorno ai 4 miliardi di euro (2).
Parliamo dunque di un'opportunità interessante per il comparto assicurativo, dato il grande numero di possibili acquirenti e la consistenza del patrimonio che fa capo ad essi.
D'altro canto, però, la complessità che caratterizza questo settore comporta una serie di problematiche per gli assicuratori ed una grande sfida per brokers ed agenti, chiamati oggi a fornire una consulenza sempre più sofisticata a soggetti obbligati, non solo ad acquistare una polizza assicurativa adeguata", ma anche a spiegarne il funzionamento ai propri clienti.
DURATA TEMPORALE E OPERATIVITÀ DELLA POLIZZA
Ad esempio, di fronte ad una serie di profili di responsabilità così diversi e che svolgono i loro effetti in un arco temporale anche molto ampio, è vitale che la polizza di Rc professionale sia strutturata in modo da coprire tutto il periodo nel quale il professionista può essere chiamato a rispondere del proprio operato. Mai come nel nostro caso, infatti, l'espressione "lunga coda" adoperata per definire i rami di responsabilità risulta calzante.
E' dunque necessario assicurarsi che la validità della copertura si prolunghi nel tempo. La clausola più comunemente adoperata a questo scopo è la "claims made". La sua formulazione permette al professionista di non doversi porre il problema di individuare quando l'evento dannoso si è effettivamente verificato (il che è spesso problematico, soprattutto in questo tipo di rischi) e di rintracciare la polizza in corso in quel momento, che magari prevedeva massimali e condizioni insufficienti, se rapportati al tempo in cui il danno è venuto alla luce.
Bisogna poi fare chiarezza sull'operatività della polizza acquistata, rispetto a tutte le altre eventualmente stipulate a copertura di singoli contratti (si pensi alle polizze che coprono i singoli progetti degli ingegneri).
Dal momento che lo stesso professionista, od il medesimo studio di professionisti, possono trovarsi a svolgere contemporaneamente una serie di attività diverse all'interno di un cantiere od in relazione ad uno stesso contratto, può accadere che talune polizze coesistano e si sovrappongano l'una all'altra.
Ciò può comportare qualche problema laddove si verifichi un sinistro, specialmente se le diverse polizze che insistono sul medesimo evento sono sottoscritte da diversi assicuratori e prevedono regimi temporali differenti.
Il legislatore, purtroppo, non fa specifica menzione di come, divenendo obbligatoria la copertura dell'attività svolta, essa si incastri con le altre coperture, anch'esse spesso obbligatorie, che il professionista potrebbe avere stipulato.
E' pur vero, infatti, che per talune l'ambito di operatività è molto ben definito, ma non dobbiamo dimenticare che alcune prevedono una normativa specifica e che, ad esempio, può essere difficile fare combaciare il regime temporale di tutte le coperture che insistono sullo stesso rischio.
AGGIORNARE LA POLIZZA ALLE NORMATIVE VIGENTI
E' infine necessario che la polizza rispecchi in modo adeguato l'evolversi delle normative vigenti. Ciò vale per ogni polizza di RC, ma è qui di vitale importanza, perché è facile restare vittime di un cambio di orientamento giurisprudenziale.
Ma questi sono solo alcuni dei problemi incontrati al momento della stipula di una polizza di RC professionale.
Si pensi alle problematiche inerenti la responsabilità per danni da inquinamento, alla luce del principio di chi inquina paga della Enviromental Liability Directive, oppure a quelle connesse all'uso ed alla presenza di amianto, che è stato adoperato per anni nei progetti e nelle costruzioni, anche dopo che se ne conosceva ampiamente il potere dannoso. E che dire delle esclusioni più comuni in questo tipo di polizze, dalle multe ed ammende all'RCO etc.
E' di vitale importanza conoscere a fondo l'attività svolta perché le condizioni di copertura rispecchino il più possibile ogni tipo di esposizione affrontata. Ciò comporta una particolare attenzione alla compilazione ed all'analisi del questionario di polizza da parte del broker o dell'agente assicurativo.
L'istituzione dell'obbligo a munirsi della copertura per la Responsabilità Civile Professionale costituisce pertanto una grande opportunità, ma anche un vero e proprio banco di prova per la professionalità di tutti gli intermediari assicurativi.
(1)Finaccord: Professional Indemnity in Europe (Disponibile on line sul sito della società)
(2)Fonte: Centro Studi Consiglio Nazionale degli Ingegneri, 2010
La legge riguarda oltre un milione di iscritti attivi, appartenenti ad un folto numero di associazioni di categoria, assai diverse per tipologia di attività svolta e, conseguentemente, aventi profili di responsabilità quanto mai differenti e per i quali la giurisprudenza ha seguito, nel corso degli anni, percorsi del tutto indipendenti.
UN UNIVERSO DI COPERTURE
Com'è noto, infatti, non è possibile parlare di una sola polizza di Responsabilità Civile Professionale, ma di un vero e proprio universo di coperture, spesso molto diverse le une dalle altre.
Una materia ampia, dunque, che interessa un ramo assicurativo che, secondo alcuni istituti internazionali di consulenza (1), ammonterebbe in Italia ad oltre trecento milioni di euro, escludendo l'area medica.
Quello dei professionisti costituisce certamente un macrosettore di grande rilevanza economica, anche nel nostro paese. Il solo volume di affari derivante dall'attività di libero professionista della categoria degli ingegneri (che conta circa 95.000 iscritti) è stato stimato intorno ai 4 miliardi di euro (2).
Parliamo dunque di un'opportunità interessante per il comparto assicurativo, dato il grande numero di possibili acquirenti e la consistenza del patrimonio che fa capo ad essi.
D'altro canto, però, la complessità che caratterizza questo settore comporta una serie di problematiche per gli assicuratori ed una grande sfida per brokers ed agenti, chiamati oggi a fornire una consulenza sempre più sofisticata a soggetti obbligati, non solo ad acquistare una polizza assicurativa adeguata", ma anche a spiegarne il funzionamento ai propri clienti.
DURATA TEMPORALE E OPERATIVITÀ DELLA POLIZZA
Ad esempio, di fronte ad una serie di profili di responsabilità così diversi e che svolgono i loro effetti in un arco temporale anche molto ampio, è vitale che la polizza di Rc professionale sia strutturata in modo da coprire tutto il periodo nel quale il professionista può essere chiamato a rispondere del proprio operato. Mai come nel nostro caso, infatti, l'espressione "lunga coda" adoperata per definire i rami di responsabilità risulta calzante.
E' dunque necessario assicurarsi che la validità della copertura si prolunghi nel tempo. La clausola più comunemente adoperata a questo scopo è la "claims made". La sua formulazione permette al professionista di non doversi porre il problema di individuare quando l'evento dannoso si è effettivamente verificato (il che è spesso problematico, soprattutto in questo tipo di rischi) e di rintracciare la polizza in corso in quel momento, che magari prevedeva massimali e condizioni insufficienti, se rapportati al tempo in cui il danno è venuto alla luce.
Bisogna poi fare chiarezza sull'operatività della polizza acquistata, rispetto a tutte le altre eventualmente stipulate a copertura di singoli contratti (si pensi alle polizze che coprono i singoli progetti degli ingegneri).
Dal momento che lo stesso professionista, od il medesimo studio di professionisti, possono trovarsi a svolgere contemporaneamente una serie di attività diverse all'interno di un cantiere od in relazione ad uno stesso contratto, può accadere che talune polizze coesistano e si sovrappongano l'una all'altra.
Ciò può comportare qualche problema laddove si verifichi un sinistro, specialmente se le diverse polizze che insistono sul medesimo evento sono sottoscritte da diversi assicuratori e prevedono regimi temporali differenti.
Il legislatore, purtroppo, non fa specifica menzione di come, divenendo obbligatoria la copertura dell'attività svolta, essa si incastri con le altre coperture, anch'esse spesso obbligatorie, che il professionista potrebbe avere stipulato.
E' pur vero, infatti, che per talune l'ambito di operatività è molto ben definito, ma non dobbiamo dimenticare che alcune prevedono una normativa specifica e che, ad esempio, può essere difficile fare combaciare il regime temporale di tutte le coperture che insistono sullo stesso rischio.
AGGIORNARE LA POLIZZA ALLE NORMATIVE VIGENTI
E' infine necessario che la polizza rispecchi in modo adeguato l'evolversi delle normative vigenti. Ciò vale per ogni polizza di RC, ma è qui di vitale importanza, perché è facile restare vittime di un cambio di orientamento giurisprudenziale.
Ma questi sono solo alcuni dei problemi incontrati al momento della stipula di una polizza di RC professionale.
Si pensi alle problematiche inerenti la responsabilità per danni da inquinamento, alla luce del principio di chi inquina paga della Enviromental Liability Directive, oppure a quelle connesse all'uso ed alla presenza di amianto, che è stato adoperato per anni nei progetti e nelle costruzioni, anche dopo che se ne conosceva ampiamente il potere dannoso. E che dire delle esclusioni più comuni in questo tipo di polizze, dalle multe ed ammende all'RCO etc.
E' di vitale importanza conoscere a fondo l'attività svolta perché le condizioni di copertura rispecchino il più possibile ogni tipo di esposizione affrontata. Ciò comporta una particolare attenzione alla compilazione ed all'analisi del questionario di polizza da parte del broker o dell'agente assicurativo.
L'istituzione dell'obbligo a munirsi della copertura per la Responsabilità Civile Professionale costituisce pertanto una grande opportunità, ma anche un vero e proprio banco di prova per la professionalità di tutti gli intermediari assicurativi.
(1)Finaccord: Professional Indemnity in Europe (Disponibile on line sul sito della società)
(2)Fonte: Centro Studi Consiglio Nazionale degli Ingegneri, 2010
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