L’uomo, un pericolo per le città
Le minacce derivanti dalle attività umane potrebbero costare 30 miliardi di dollari ai primi quattro centri urbani italiani e mettere a rischio 4,6 trilioni di dollari del Pil prodotto nelle maggiori città mondiali. Tra le insidie più importanti per la ricchezza globale, primeggia il crollo dei mercati finanziari. È quanto emerge da un recente studio dei Lloyd’s
21/10/2015
Un totale di 43,88 miliardi di dollari di Pil, prodotto dalle quattro principali città in Italia, potrebbe essere a rischio nel prossimo decennio. Secondo il City Risk Index dei Lloyd’s, uno studio che ha analizzato l’effetto economico di 18 tipologie di rischi su 301 metropoli nel mondo, quasi il 70% di questa perdita deriverebbe da minacce direttamente legate alle attività dell’uomo, quali il crollo dei mercati, lo shock del prezzo del petrolio e gli attacchi informatici.
A livello globale, il report, basato su una ricerca originale dell’Università di Cambridge, quantifica, per la prima volta, l’impatto di queste minacce: 4,6 trilioni di dollari di Pil, prodotto nelle principali città del mondo, potrebbe essere a rischio.
Tre sono le principali evidenze dello studio: le economie emergenti si faranno carico di una parte sempre maggiore delle perdite finanziarie legate ai rischi, a seguito dell’accelerazione della loro crescita economica (oltre il 70% del Gdp@Risk totale, vale a dire il Pil a rischio, è collegato alle economie emergenti e le città, in queste aree, sono spesso esposte a pesanti catastrofi naturali); i pericoli legati alle attività dell’uomo diventano sempre più significativi (il crollo dei mercati finanziari è la minaccia più importante per il Pil mondiale, rappresentando quasi un quarto delle potenziali perdite di tutte le città oggetto dello studio) e sono, oggi, una minaccia più rilevante delle catastrofi naturali; è in aumento anche l’impatto dei rischi emergenti, quali attacchi informatici, pandemia umana, epidemia della flora e tempeste solari che, insieme, rappresentano quasi un quarto del Gdp@Risk totale.
Le città in pericolo nel mondo
In termini assoluti, le città più ricche sono quelle maggiormente esposte finanziariamente: Tokyo, Seoul, New York, Hong Kong, Shanghai e Londra mostrano livelli significativi di esposizione economica in caso di eventi catastrofali. Taipei, Tokyo, Istanbul e Osaka sono l’esempio di città che combinano un elevato valore economico ad un’importante esposizione ai rischi legati sia a catastrofi naturali che alle azioni dell’uomo, quali crollo dei mercati e shock del prezzo del petrolio. Lo stesso vale anche per Los Angeles e New York, dove l’attacco informatico è un rischio emergente significativo.
...e in Italia
Per quanto riguarda l’Italia, il report rileva che, nel prossimo decennio, le città di Milano, Roma, Torino e Napoli dovrebbero produrre, insieme, un Pil annuale pari a 499,58 miliardi di dollari, ma circa il 9% di questa crescita economica sarebbe in pericolo a causa delle 18 minacce naturali e artificiali.
“Il City Risk Index dei Lloyd’s – spiega Vittorio Scala, country manager dei Lloyd’s per l’Italia – mostra come i rischi legati all’attività dell’uomo, quali il crollo dei mercati, la crisi del prezzo del petrolio e gli attacchi informatici, stiano assumendo sempre maggiore importanza nelle economie mondiali, come in Italia, dove oltre 30 miliardi di dollari potrebbero essere in pericolo a causa di questi nuovi rischi per quattro grandi città italiane”.
La paura arriva dalla finanza
In particolare, prendendo in esame i quattro centri urbani italiani, si evidenzia che il crollo dei mercati costituisce l’esposizione economica più significativa, ponendo a rischio 12,02 miliardi di dollari di Pil, seguita dalla crisi del prezzo del petrolio (9,68 miliardi di dollari), dagli attacchi informatici (6,49 miliardi di dollari), dalla pandemia umana (3,87 miliardi di dollari) e dalle inondazioni (3,36 miliardi di dollari). In totale, il costo dei rischi derivanti dall’attività dell’uomo ammonterebbe a 30,90 miliardi di dollari, mentre le minacce naturali causerebbero perdite all’economia italiana per 12,98 miliardi di dollari.
A Milano, la quota di Pil totale a rischio è la quarta più alta a livello mondiale, interessata per il 70,03% da minacce legate all’uomo, in particolare relative al settore finanziario, che grava per i tre quarti.
La responsabilità per le assicurazioni
Il City Risk Index dei Lloyd’s 2015-2025 – che sarà aggiornato ogni due anni e mira a stimolare il dibattito tra assicuratori, governi e aziende sulla necessità di migliorare la resilienza, mitigare i rischi e proteggere le infrastrutture – evidenzia sia la necessità di istituzioni e infrastrutture più solide e pronte ad affrontare i rischi, sia di un maggiore accesso all’assicurazione a livello mondiale.
La velocità di recupero di una città, a seguito di una catastrofe, è una componente chiave del rischio totale. L’impatto degli eventi è mitigato da un rapido accesso ai capitali che agevola il recupero dell’economia.
Il pagamento dei sinistri assicurativi è una fonte chiave di iniezione di capitali in seguito ad una catastrofe e l’assicurazione ricopre un ruolo importante nel recupero e nel contenimento degli impatti delle catastrofi. Gli investimenti per la gestione del rischio, incluso un maggiore ricorso all’assicurazione, possono mitigare le perdite economiche legate ai rischi, sia naturali che relativi alle attività dell’uomo. In linea di principio, circa la metà del Gdp@Risk totale può essere protetta migliorando l’infrastruttura e i metodi di gestione delle crisi di tutte le città e il settore assicurativo dovrebbe avere un ruolo chiave in questo processo. “I governi e le aziende, insieme ai gruppi assicurativi – avverte Inga Beale, amministratore delegato dei Lloyd’s – devono collaborare per assicurare che queste esposizioni e le potenziali perdite siano ridotte. Assicuratori, governi e comunità imprenditoriali devono ragionare su come migliorare la resilienza di infrastrutture e istituzioni. L’assicurazione è parte della soluzione”.
Innovare e collaborare
Secondo lo studio, per far ciò, l’industria assicurativa deve fare tre cose: innovarsi, continuando a ricercare, creare e distribuire prodotti per rischi nuovi ed emergenti; collaborare, lavorando con altri esperti del rischio e cercando partner per migliorare la qualità dei dati a disposizione e sviluppare modelli probabilistici; comunicare, al fine di promuovere meglio il ruolo vitale dei suoi prodotti e servizi nella protezione del Pil, dagli impatti di disastri naturali o provocati dall’uomo. “Gli assicuratori devono continuare a innovare – conferma Beale – ed essere certi che i loro prodotti siano in linea con le esigenze date dal nuovo panorama dei rischi che è in continua evoluzione, offrire ai clienti la protezione di cui hanno bisogno e, di conseguenza, contribuire alla creazione di una comunità internazionale più resiliente”.
Il City Risk Index dei Lloyd’s 2015-2025 è un primo passo verso questo processo, avendo come obiettivo quello di migliorare la conoscenza dei rischi nel mondo, oltre a promuovere l’innovazione nel settore assicurativo e invogliare i manager e coloro che governano, investono e vivono in queste città a gestire i rischi in modo appropriato e a ridurli nel tempo.
A livello globale, il report, basato su una ricerca originale dell’Università di Cambridge, quantifica, per la prima volta, l’impatto di queste minacce: 4,6 trilioni di dollari di Pil, prodotto nelle principali città del mondo, potrebbe essere a rischio.
Tre sono le principali evidenze dello studio: le economie emergenti si faranno carico di una parte sempre maggiore delle perdite finanziarie legate ai rischi, a seguito dell’accelerazione della loro crescita economica (oltre il 70% del Gdp@Risk totale, vale a dire il Pil a rischio, è collegato alle economie emergenti e le città, in queste aree, sono spesso esposte a pesanti catastrofi naturali); i pericoli legati alle attività dell’uomo diventano sempre più significativi (il crollo dei mercati finanziari è la minaccia più importante per il Pil mondiale, rappresentando quasi un quarto delle potenziali perdite di tutte le città oggetto dello studio) e sono, oggi, una minaccia più rilevante delle catastrofi naturali; è in aumento anche l’impatto dei rischi emergenti, quali attacchi informatici, pandemia umana, epidemia della flora e tempeste solari che, insieme, rappresentano quasi un quarto del Gdp@Risk totale.
Le città in pericolo nel mondo
In termini assoluti, le città più ricche sono quelle maggiormente esposte finanziariamente: Tokyo, Seoul, New York, Hong Kong, Shanghai e Londra mostrano livelli significativi di esposizione economica in caso di eventi catastrofali. Taipei, Tokyo, Istanbul e Osaka sono l’esempio di città che combinano un elevato valore economico ad un’importante esposizione ai rischi legati sia a catastrofi naturali che alle azioni dell’uomo, quali crollo dei mercati e shock del prezzo del petrolio. Lo stesso vale anche per Los Angeles e New York, dove l’attacco informatico è un rischio emergente significativo.
...e in Italia
Per quanto riguarda l’Italia, il report rileva che, nel prossimo decennio, le città di Milano, Roma, Torino e Napoli dovrebbero produrre, insieme, un Pil annuale pari a 499,58 miliardi di dollari, ma circa il 9% di questa crescita economica sarebbe in pericolo a causa delle 18 minacce naturali e artificiali.
“Il City Risk Index dei Lloyd’s – spiega Vittorio Scala, country manager dei Lloyd’s per l’Italia – mostra come i rischi legati all’attività dell’uomo, quali il crollo dei mercati, la crisi del prezzo del petrolio e gli attacchi informatici, stiano assumendo sempre maggiore importanza nelle economie mondiali, come in Italia, dove oltre 30 miliardi di dollari potrebbero essere in pericolo a causa di questi nuovi rischi per quattro grandi città italiane”.
La paura arriva dalla finanza
In particolare, prendendo in esame i quattro centri urbani italiani, si evidenzia che il crollo dei mercati costituisce l’esposizione economica più significativa, ponendo a rischio 12,02 miliardi di dollari di Pil, seguita dalla crisi del prezzo del petrolio (9,68 miliardi di dollari), dagli attacchi informatici (6,49 miliardi di dollari), dalla pandemia umana (3,87 miliardi di dollari) e dalle inondazioni (3,36 miliardi di dollari). In totale, il costo dei rischi derivanti dall’attività dell’uomo ammonterebbe a 30,90 miliardi di dollari, mentre le minacce naturali causerebbero perdite all’economia italiana per 12,98 miliardi di dollari.
A Milano, la quota di Pil totale a rischio è la quarta più alta a livello mondiale, interessata per il 70,03% da minacce legate all’uomo, in particolare relative al settore finanziario, che grava per i tre quarti.
La responsabilità per le assicurazioni
Il City Risk Index dei Lloyd’s 2015-2025 – che sarà aggiornato ogni due anni e mira a stimolare il dibattito tra assicuratori, governi e aziende sulla necessità di migliorare la resilienza, mitigare i rischi e proteggere le infrastrutture – evidenzia sia la necessità di istituzioni e infrastrutture più solide e pronte ad affrontare i rischi, sia di un maggiore accesso all’assicurazione a livello mondiale.
La velocità di recupero di una città, a seguito di una catastrofe, è una componente chiave del rischio totale. L’impatto degli eventi è mitigato da un rapido accesso ai capitali che agevola il recupero dell’economia.
Il pagamento dei sinistri assicurativi è una fonte chiave di iniezione di capitali in seguito ad una catastrofe e l’assicurazione ricopre un ruolo importante nel recupero e nel contenimento degli impatti delle catastrofi. Gli investimenti per la gestione del rischio, incluso un maggiore ricorso all’assicurazione, possono mitigare le perdite economiche legate ai rischi, sia naturali che relativi alle attività dell’uomo. In linea di principio, circa la metà del Gdp@Risk totale può essere protetta migliorando l’infrastruttura e i metodi di gestione delle crisi di tutte le città e il settore assicurativo dovrebbe avere un ruolo chiave in questo processo. “I governi e le aziende, insieme ai gruppi assicurativi – avverte Inga Beale, amministratore delegato dei Lloyd’s – devono collaborare per assicurare che queste esposizioni e le potenziali perdite siano ridotte. Assicuratori, governi e comunità imprenditoriali devono ragionare su come migliorare la resilienza di infrastrutture e istituzioni. L’assicurazione è parte della soluzione”.
Innovare e collaborare
Secondo lo studio, per far ciò, l’industria assicurativa deve fare tre cose: innovarsi, continuando a ricercare, creare e distribuire prodotti per rischi nuovi ed emergenti; collaborare, lavorando con altri esperti del rischio e cercando partner per migliorare la qualità dei dati a disposizione e sviluppare modelli probabilistici; comunicare, al fine di promuovere meglio il ruolo vitale dei suoi prodotti e servizi nella protezione del Pil, dagli impatti di disastri naturali o provocati dall’uomo. “Gli assicuratori devono continuare a innovare – conferma Beale – ed essere certi che i loro prodotti siano in linea con le esigenze date dal nuovo panorama dei rischi che è in continua evoluzione, offrire ai clienti la protezione di cui hanno bisogno e, di conseguenza, contribuire alla creazione di una comunità internazionale più resiliente”.
Il City Risk Index dei Lloyd’s 2015-2025 è un primo passo verso questo processo, avendo come obiettivo quello di migliorare la conoscenza dei rischi nel mondo, oltre a promuovere l’innovazione nel settore assicurativo e invogliare i manager e coloro che governano, investono e vivono in queste città a gestire i rischi in modo appropriato e a ridurli nel tempo.
© RIPRODUZIONE RISERVATA