L’attuario è anche un risk manager
In crescita il ruolo europeo della professione attuariale
05/10/2015
Negli Stati Uniti il miglior impiego dello scorso anno, secondo il sito specializzato per il mercato del lavoro internazionale Careercast.com, è stato l’attuario. I riconoscimenti per la figura professionale hanno raggiunto un’importanza centrale anche a livello europeo. La funzione attuariale, introdotta nell’ordinamento italiano dal nuovo Codice delle Assicurazioni, rappresenta un ruolo fondamentale per le imprese assicurative comunitarie. La normativa di recepimento delle indicazioni europee legate al nuovo regime di solvibilità, ossia Solvency II, ha indicato, anche in Italia, l’attuario iscritto all’albo come professionista adeguato a ricoprire tale incarico. E ciò in quanto già dotato di tutte le capacità professionali necessarie, derivanti non solo dal percorso di studi, ma anche dal fatto di essere iscritto ad un albo professionale che ne tutela la qualità delle prestazioni nonché, in modo obbligatorio, la formazione continua.
Gli attuari sono esperti di statistica, di matematica applicata, di probabilità. Il loro mestiere, all’interno delle compagnie di assicurazione come degli enti pensionistici, riguarda molteplici aspetti dal calcolo delle tariffe agli accantonamenti tecnici e, più in generale, di valutazione dei rischi. E, nella dinamica dell’equilibrio tecnico-economico di una compagnia di assicurazioni, l’attuario continua ad avere un ruolo chiave in altri molteplici aspetti: primo fra tutti il controllo di terzietà sui premi delle tariffe praticate e sulle corrispondenti riserve tecniche da accantonare nel bilancio di esercizio, a garanzia di due poste fondamentali e quindi anche della solvibilità.
Contrariamente a quanto è opinione diffusa, l’attuario non è un mero calcolatore, ma un gestore di rischi attraverso un approccio certamente quantitativo, fatto però anche di idee, progettualità, esperienza e managerialità. E proprio su questo aspetto l’Ordine intende porre una particolare attenzione. Gli stessi attuari intendono interpretare il ruolo proprio con questo spirito complessivo per diventare sempre più parte attiva e proattiva della governance delle imprese di assicurazioni, e non solo con riferimento al delicato problema della solvibilità. L’Ordine degli attuari infatti, come ribadito anche da Gianpaolo Crenca, presidente del Consiglio nazionale degli attuari, non solo è impegnato ad aumentare i propri standard qualitativi di formazione, ma intende sottolineare e rimarcare il ruolo chiave dell’attuario come risk manager. In questa prospettiva, viene inteso come un professionista che possiede integralmente, per il percorso di studi svolto, l’approccio mentale e gli strumenti quantitativi per identificare, misurare e gestire i rischi.
Gli attuari sono esperti di statistica, di matematica applicata, di probabilità. Il loro mestiere, all’interno delle compagnie di assicurazione come degli enti pensionistici, riguarda molteplici aspetti dal calcolo delle tariffe agli accantonamenti tecnici e, più in generale, di valutazione dei rischi. E, nella dinamica dell’equilibrio tecnico-economico di una compagnia di assicurazioni, l’attuario continua ad avere un ruolo chiave in altri molteplici aspetti: primo fra tutti il controllo di terzietà sui premi delle tariffe praticate e sulle corrispondenti riserve tecniche da accantonare nel bilancio di esercizio, a garanzia di due poste fondamentali e quindi anche della solvibilità.
Contrariamente a quanto è opinione diffusa, l’attuario non è un mero calcolatore, ma un gestore di rischi attraverso un approccio certamente quantitativo, fatto però anche di idee, progettualità, esperienza e managerialità. E proprio su questo aspetto l’Ordine intende porre una particolare attenzione. Gli stessi attuari intendono interpretare il ruolo proprio con questo spirito complessivo per diventare sempre più parte attiva e proattiva della governance delle imprese di assicurazioni, e non solo con riferimento al delicato problema della solvibilità. L’Ordine degli attuari infatti, come ribadito anche da Gianpaolo Crenca, presidente del Consiglio nazionale degli attuari, non solo è impegnato ad aumentare i propri standard qualitativi di formazione, ma intende sottolineare e rimarcare il ruolo chiave dell’attuario come risk manager. In questa prospettiva, viene inteso come un professionista che possiede integralmente, per il percorso di studi svolto, l’approccio mentale e gli strumenti quantitativi per identificare, misurare e gestire i rischi.
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