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Più trasparenza nel retail

Dal 1° gennaio 2017, i produttori Prips dovranno pubblicare il Kid che i distributori saranno tenuti a consegnare agli investitori. Requisiti fondamentali: chiarezza e correttezza, ma restano alcuni punti da definire, in sede di consultazione

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E’ trascorso poco più di un anno dalla pubblicazione del Regolamento Ue n. 1286/2014 del 26 novembre 2014, che ha introdotto una specifica disciplina a livello comunitario sulla documentazione concernente le informazioni chiave dei prodotti di investimento e assicurativi preassemblati destinati alla clientela retail (Prips), con la dichiarata finalità di uniformarne i requisiti di trasparenza.
Già con il documento del 23 giugno 2015, l’Esa, che riunisce le tre vigilanze europee del settore bancario (Eba), finanziario (Esma) e assicurativo (Eiopa), aveva chiesto indicazioni al mercato circa le possibili metodologie di determinazione e illustrazione di rischi, performance e costi dei Prips all’interno del Key Information Document (Kids).
L’11 novembre, l’Esa ha posto in pubblica consultazione la bozza dei technical standards relativi alla presentazione, al contenuto, alla revisione e alla consegna del Kid, ivi inclusi i metodi di valutazione di rischi, remunerazioni e costi dei Prips.
La disciplina in tema di prodotti preassemblati trova applicazione anche con riguardo ai prodotti assicurativi, con l’esclusione delle polizze non vita e dei contratti vita con prestazioni dovute soltanto in caso di decesso o per incapacità dovuta a lesione, malattia o infermità.
Il Regolamento ha introdotto un nuovo sistema di informativa precontrattuale, con lo scopo di aiutare i potenziali contraenti nella comprensione del prodotto Prip che intendono acquistare. In particolare, viene prescritto l’obbligo di consegnare al cliente, prima della sottoscrizione del contratto, il Kid, un documento con caratteristiche e contenuti standardizzati e ben precisi.

Standardizzazione e comparabilità

Quanto alle caratteristiche del Kid, il Regolamento dispone che le informazioni relative al Prip siano accurate, corrette, chiare e non fuorvianti, così da consentire al potenziale contraente la raccolta di tutte le informazioni rilevanti al fine di compiere scelte di investimento ragionate e consapevoli. Quanto, invece, al contenuto del Kid, è prevista una forte standardizzazione dell’informativa riferibile ai singoli Prips, per consentire una migliore e più agevole comparabilità fra i prodotti offerti.
Proprio al fine di implementare tale standardizzazione, l’Esa si è rivolta al mercato con il documento di consultazione in esame, ponendo alcuni quesiti volti a raccogliere indicazioni, proposte e suggerimenti, in ordine a numerosi temi sui quali le Autorità Europee hanno già elaborato una bozza di regolamentazione tecnica.

I dubbi dell'Esa

Ad esempio, l’Esa ha chiesto agli stakeholders indicazioni circa l’opportunità o meno di includere fra le misure di valutazione del rischio di credito del prodotto le eventuali forme di garanzia previste dalle legislazioni nazionali per le ipotesi di default del produttore del Prip o del soggetto tenuto ad effettuare una prestazione in adempimento del Prip che si ripercuotano sul valore dell’investimento effettuato, determinandone una perdita (Question 5).
Ancora, viene chiesto di fornire osservazioni e proposte sull’inclusione o meno, nell’indicatore di rischio del prodotto, del rischio di variazione del valore del prodotto nel corso della sua durata, atteso che attualmente l’indicatore suddetto è calibrato sull’ipotesi di mantenimento dell’investimento da parte del cliente sino alla sua naturale scadenza (Question 13).
Infine, l’Esa si rivolge al mercato per comprendere se il format di presentazione dei costi dei Prips debba esporre le differenti voci separatamente, con una eventuale distinzione fra costi up-front e costi recurring, ovvero se sia sufficiente una breve descrizione delle voci di costo, esponendo solo l’importo totale dei costi del prodotto (Question 26).
Gli ulteriori profili posti all’attenzione degli stakeholders sono numerosi e parimenti degni di rilievo. Da essi, traspare chiaramente una grande attenzione per la tutela degli investitori non professionali, obiettivo perseguito dalla maggior parte degli interventi riformatori degli ultimi anni delle Autorità di Vigilanza, sia europee che nazionali, mosse dalla consapevolezza che, dopo la crisi globale, le tradizionali misure di regolamentazione e vigilanza (che pure ponevano grande attenzione alla trasparenza e all’informativa precontrattuale) si sono rivelate insufficienti a proteggere efficacemente gli interessi dei risparmiatori.
La consultazione si chiuderà il 29 gennaio 2016 e, a decorrere dal 1° gennaio 2017, i soggetti emittenti prodotti Prips dovranno predisporre e pubblicare il Kid che i distributori saranno tenuti a consegnare agli investitori retail.



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