Le prospettive della D&O in Europa (Seconda parte)
L’aumento in tutto il Continente dei controlli delle istituzioni su possibili comportamenti abusivi da parte di dirigenti e imprese, soprattutto sui temi etici, ha portato a un aumento delle richieste di coperture D&O. La concorrenza tra compagnie, in questo mercato, è aumentata. Con conseguente diminuzione dei prezzi e aumento del rischio tecnico
01/07/2014
Nel Regno Unito, gli organi di vigilanza come l'Fsa (Financial services authority) e l'Oft (Office of fair trading), sono sempre più impegnati nel controllo dell'operato del management delle aziende e la legislazione più recente sembra voler aumentare la pressione per la lotta contro gli eventuali illeciti commessi da amministratori e funzionari.
Secondo uno studio condotto dal broker Willis e dallo studio legale Allen & Overy, il rischio che più preoccupa la maggioranza dei direttori Oltremanica è proprio quello di incorrere in indagini per irregolarità nelle attività amministrative o legate al rispetto delle norme per la concorrenza.
L'impatto della Corporate Liability
Per di più, direttori e amministratori sono oggi esposti a rischi provenienti da molti altri ambiti, come la salute, la sicurezza dei dipendenti e l'ambiente, e sono sempre più soggetti a procedimenti di tipo penale, in seguito al loro operato come membri del management aziendale.
Infatti, di fronte al crescente impatto dei comportamenti abusivi (o presunti tali) delle società, molti governi sono oggi inclini ad adottare la minaccia delle sanzioni penali contro gli individui che costuiscono il loro management, per costringerle a rispettare le regole.
In genere, gli ordinamenti giuridici prevalenti in Europa non consentono di sottoporre a procedimento penale le persone giuridiche. Le poche eccezioni a tale regola sono costituite dalle normative che hanno recepito la Direttiva 2008/99/CE, che ha introdotto il concetto di corporate liability in capo alle persone giuridiche, per le ipotesi di realizzazione (nonchè di agevolazione o istigazione) di reati ambientali.
Il recepimento della direttiva in Italia è avvenuto nel 2011, tramite la modifica del Dlgs. 231/2001, avente come oggetto la disciplina della responsabilità amministrativa delle persone giuridiche, delle società e delle associazioni, e le conseguenze dell'applicazione dei principi contenuti nel decreto da parte della magistratura sono state anche rilevanti: si pensi a casi eclatanti come quello dell'Eternit, dell'Ilva e della Thyssen-Krups.
Aumenta il numero di richieste da fallimento
La crisi finanziaria ha poi fornito ulteriori spunti per le richieste di risarcimento presentate in seguito ai sempre più numerosi casi di fallimento.
È infatti dovere del curatore fallimentare cercare di massimizzare i crediti nei confronti degli amministratori e funzionari dell'azienda insolvente, accusandoli di cattiva gestione, false dichiarazioni, frode, e in genere per avere svolto la loro attività per il loro profitto personale, piuttosto che nell'interesse della società e dei suoi azionisti.
Altra fonte di reclami, soprattutto nell'ambito delle medie e piccole imprese, è poi costituita dalle richieste avanzate dai dipendenti, sia nei confronti delle società che dei loro dirigenti, in seguito ad atti illeciti come molestie, varie forme di discriminazione, mobbing, licenziamento immotivato e ritorsioni. La copertura per questo tipo di irregolarità, infatti, prestata negli Sati Uniti con un prodotto specifico denominato Epli (employment practices liability insurance), in Europa è assai comunemente collocata all'interno delle polizze D&O, seppure in forma meno ampia.
Anche la naturale evoluzione dei testi di polizza offre spunti per nuove richieste di risarcimento. Le tradizionali polizze basate su testi standard, infatti, si sono mano a mano arricchite di un gran numero di estensioni, spesso tagliate su misura per le diverse tipologie di rischi coperti, che hanno notevolmente allargato la gamma di coperture offerte, molto spesso adattandole alle esigenze dettate dalla giurisprudenza locale.
Un mercato di offerta in crescita
Riassumendo, la combinazione dei fattori di cui si è parlato ha inevitabilmente condotto a un aumento nella frequenza e severità degli eventi dannosi in tutta Europa.
L'aumento della sinistrosità, però, non sembra avere scoraggiato il livello di competizione nei vari mercati. Se da una parte, infatti, la D&O è oggi tra le poche linee di business a essere in crescita, ed è sempre maggiore il numero degli assicuratori che la sottoscrivono, l'inasprirsi della concorrenza sembra spingere inesorabilmente i tassi di premio verso il basso.
È ovvio che il ramo D&O non possa essere visto come un sistema autonomo e autosufficiente, e che anch'esso sia comunque soggetto alle fluttuazioni e al ciclo complessivo del mercato globale. La fase soft che caratterizza da anni l'intero settore assicurativo e l'eccessiva capitalizzazione che lo contraddistingue costituiscono dunque elementi fondamentali anche per spiegare le dinamiche di questo settore.
A dispetto dell'aumento dei rischi e dei sinistri cui è soggetto, il mercato europeo della D&O continua dunque a crescere, attestandosi su cifre che si stimano oggi vicine ai due miliardi di euro. Un portafoglio così ingente, d'altra parte, attira nuova capacità, e così aumenta il livello di competitività, sia nell'ambito delle aziende pubbliche che di quelle private, il che ci immette nella tipica dinamica circolare" che conduce alla costante riduzione dei prezzi.
Attenzione al rischio tecnico
Il solo comparto che sembra non essere ancora caratterizzato da una feroce concorrenza è quello finanziario, probabilmente perché si tratta di uno dei settori sottoposti a maggior controllo ove, per così dire, è oggi più alta la probabilità di incappare in un illecito di tipo amministrativo.
Anche in quest'ambito, tuttavia, esistono zone franche ancora oggetto di contesa tra gli assicuratori, soprattutto nei Paesi meno esposti alla crisi creditizia. Si tratta, ad esempio, di operatori finanziari attivi a livello locale, che per dimensioni e tipo di clientela non sono ancora ritenuti in grado di generare eventi dannosi di entità particolarmente preoccupante.
Nonostante questo tipo di business sia tuttora percepito come redditizio, c'è quindi da chiedersi per quanto tempo ancora esso resterà tecnicamente sostenibile, senza che siano adottati i necessari correttivi, di fronte al forte aumento della quantità e dell'entità dei sinistri, e alla forte spinta verso una regolamentazione sempre più stringente, che caratterizzano ormai tutti i mercati d'Europa.
Cinzia Altomare, Gen Re
La prima parte dell'articolo è stata pubblicata su Insurance Daily di lunedi 30 giugno).
Secondo uno studio condotto dal broker Willis e dallo studio legale Allen & Overy, il rischio che più preoccupa la maggioranza dei direttori Oltremanica è proprio quello di incorrere in indagini per irregolarità nelle attività amministrative o legate al rispetto delle norme per la concorrenza.
L'impatto della Corporate Liability
Per di più, direttori e amministratori sono oggi esposti a rischi provenienti da molti altri ambiti, come la salute, la sicurezza dei dipendenti e l'ambiente, e sono sempre più soggetti a procedimenti di tipo penale, in seguito al loro operato come membri del management aziendale.
Infatti, di fronte al crescente impatto dei comportamenti abusivi (o presunti tali) delle società, molti governi sono oggi inclini ad adottare la minaccia delle sanzioni penali contro gli individui che costuiscono il loro management, per costringerle a rispettare le regole.
In genere, gli ordinamenti giuridici prevalenti in Europa non consentono di sottoporre a procedimento penale le persone giuridiche. Le poche eccezioni a tale regola sono costituite dalle normative che hanno recepito la Direttiva 2008/99/CE, che ha introdotto il concetto di corporate liability in capo alle persone giuridiche, per le ipotesi di realizzazione (nonchè di agevolazione o istigazione) di reati ambientali.
Il recepimento della direttiva in Italia è avvenuto nel 2011, tramite la modifica del Dlgs. 231/2001, avente come oggetto la disciplina della responsabilità amministrativa delle persone giuridiche, delle società e delle associazioni, e le conseguenze dell'applicazione dei principi contenuti nel decreto da parte della magistratura sono state anche rilevanti: si pensi a casi eclatanti come quello dell'Eternit, dell'Ilva e della Thyssen-Krups.
Aumenta il numero di richieste da fallimento
La crisi finanziaria ha poi fornito ulteriori spunti per le richieste di risarcimento presentate in seguito ai sempre più numerosi casi di fallimento.
È infatti dovere del curatore fallimentare cercare di massimizzare i crediti nei confronti degli amministratori e funzionari dell'azienda insolvente, accusandoli di cattiva gestione, false dichiarazioni, frode, e in genere per avere svolto la loro attività per il loro profitto personale, piuttosto che nell'interesse della società e dei suoi azionisti.
Altra fonte di reclami, soprattutto nell'ambito delle medie e piccole imprese, è poi costituita dalle richieste avanzate dai dipendenti, sia nei confronti delle società che dei loro dirigenti, in seguito ad atti illeciti come molestie, varie forme di discriminazione, mobbing, licenziamento immotivato e ritorsioni. La copertura per questo tipo di irregolarità, infatti, prestata negli Sati Uniti con un prodotto specifico denominato Epli (employment practices liability insurance), in Europa è assai comunemente collocata all'interno delle polizze D&O, seppure in forma meno ampia.
Anche la naturale evoluzione dei testi di polizza offre spunti per nuove richieste di risarcimento. Le tradizionali polizze basate su testi standard, infatti, si sono mano a mano arricchite di un gran numero di estensioni, spesso tagliate su misura per le diverse tipologie di rischi coperti, che hanno notevolmente allargato la gamma di coperture offerte, molto spesso adattandole alle esigenze dettate dalla giurisprudenza locale.
Un mercato di offerta in crescita
Riassumendo, la combinazione dei fattori di cui si è parlato ha inevitabilmente condotto a un aumento nella frequenza e severità degli eventi dannosi in tutta Europa.
L'aumento della sinistrosità, però, non sembra avere scoraggiato il livello di competizione nei vari mercati. Se da una parte, infatti, la D&O è oggi tra le poche linee di business a essere in crescita, ed è sempre maggiore il numero degli assicuratori che la sottoscrivono, l'inasprirsi della concorrenza sembra spingere inesorabilmente i tassi di premio verso il basso.
È ovvio che il ramo D&O non possa essere visto come un sistema autonomo e autosufficiente, e che anch'esso sia comunque soggetto alle fluttuazioni e al ciclo complessivo del mercato globale. La fase soft che caratterizza da anni l'intero settore assicurativo e l'eccessiva capitalizzazione che lo contraddistingue costituiscono dunque elementi fondamentali anche per spiegare le dinamiche di questo settore.
A dispetto dell'aumento dei rischi e dei sinistri cui è soggetto, il mercato europeo della D&O continua dunque a crescere, attestandosi su cifre che si stimano oggi vicine ai due miliardi di euro. Un portafoglio così ingente, d'altra parte, attira nuova capacità, e così aumenta il livello di competitività, sia nell'ambito delle aziende pubbliche che di quelle private, il che ci immette nella tipica dinamica circolare" che conduce alla costante riduzione dei prezzi.
Attenzione al rischio tecnico
Il solo comparto che sembra non essere ancora caratterizzato da una feroce concorrenza è quello finanziario, probabilmente perché si tratta di uno dei settori sottoposti a maggior controllo ove, per così dire, è oggi più alta la probabilità di incappare in un illecito di tipo amministrativo.
Anche in quest'ambito, tuttavia, esistono zone franche ancora oggetto di contesa tra gli assicuratori, soprattutto nei Paesi meno esposti alla crisi creditizia. Si tratta, ad esempio, di operatori finanziari attivi a livello locale, che per dimensioni e tipo di clientela non sono ancora ritenuti in grado di generare eventi dannosi di entità particolarmente preoccupante.
Nonostante questo tipo di business sia tuttora percepito come redditizio, c'è quindi da chiedersi per quanto tempo ancora esso resterà tecnicamente sostenibile, senza che siano adottati i necessari correttivi, di fronte al forte aumento della quantità e dell'entità dei sinistri, e alla forte spinta verso una regolamentazione sempre più stringente, che caratterizzano ormai tutti i mercati d'Europa.
Cinzia Altomare, Gen Re
La prima parte dell'articolo è stata pubblicata su Insurance Daily di lunedi 30 giugno).
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