Tutti i rischi dei mondiali di calcio
Il prossimo 12 giugno, in Brasile, si accenderanno i riflettori su uno degli eventi sportivi più attesi: Anra, l’associazione dei risk manager, propone un’analisi dei principali pericoli legati alla manifestazione, illustrando le strategie per poterli prevenire e gestire
05/06/2014
Ci siamo quasi. Si avvicina la data del 12 giugno, giorno in cui, allo stadio di San Paolo, la partita Brasile vs Croazia aprirà i prossimi Mondiali di calcio. Sul gigante latino americano, per un mese, saranno puntati i riflettori di tutto il mondo. Mai come ora l'evento sportivo più atteso dagli appassionati di calcio arriva accompagnato da ogni sorta di polemica, legata ai ritardi e al costo esorbitante della costruzione degli stadi, all'aumento esagerato dei prezzi al consumo nelle città che ospiteranno le partite. Ma soprattutto all'incognita riguardante l'ordine pubblico, su cui incombono le iniziative di numerosi movimenti di protesta, che in Brasile, riuniti sotto lo slogan di Não vai ter copa (Non giocherà il mondiale), contestano il pesante conto economico della manifestazione, minacciando di mettere a ferro e a fuoco le metropoli: come è già accaduto lo scorso anno in occasione della Confederations Cup.
Appare dunque evidente come un grande evento come questo rechi con sé non pochi potenziali rischi. Per questo motivo Anra, l'associazione italiana dei risk manager e responsabili assicurazioni aziendali, ha voluto individuare e analizzare i principali rischi da gestire durante lo svolgersi del Mondiale.
RISCHI REPUTAZIONALI E LEGATI ALLA SICUREZZA
Assisteremo a un evento di dimensioni notevoli - spiega il presidente di Anra, Paolo Rubini - nel quale la componente di analisi e gestione dei rischi assume un'importanza cruciale. Proprio i grandi eventi, dalle Olimpiadi ai Mondiali di calcio, richiedono una gestione estremamente complessa che preveda una macchina organizzativa perfetta e, quindi, il totale controllo sui molti rischi potenziali".
Tra i principali rischi individuati da Rubini figurano i rischi reputazionali e quelli legati alla sicurezza. "Il Mondiale - osserva - rappresenta una situazione emblematica in tema di rischio. È una rincorsa folle su un progetto di grandi dimensioni che nasce e si conclude in alcuni anni, che parte come iniziativa di un ristretto comitato promotore e delle autorità del Paese che si candida a ospitarlo, e viene poi a coinvolgere decine di migliaia di persone solo per gli aspetti organizzativi.
Il progetto mette di fronte a una complessità di eventi, con la caratteristica di svolgersi in tempi e luoghi fissati in un calendario ferreo, non modificabile. Senza cioè la possibilità di riproposta in caso di insuccesso, e con budget stabiliti alcuni anni prima. Ma - sottolinea Rubini - a questo rischio d'impresa vanno poi ad aggiungersi altri rischi, in primo luogo quello reputazionale, legato a molti fattori a partire dalla sicurezza di tutti i partecipanti, ma anche dal regolare svolgimento di tutti gli eventi garantendo la business continuity".
I SUGGERIMENTI DELL'ASSOCIAZIONE
Anra, in particolare, sintetizza in sei punti le principali aree di rischio da gestire. Al primo posto è necessario identificare un comitato di sicurezza all'interno della task force organizzativa, in grado di presidiare tutti i siti sportivi, gli obiettivi sensibili come gli hotel, gli aeroporti, le città sedi di partite, le infrastrutture, le aree a maggiore concentrazione di tifosi.
Passo successivo è quello di realizzare un adeguato piano di emergenza per ogni sito e stadio, con definizione delle azioni necessarie da intraprendere durante un evento critico (evacuazione dagli impianti, percorsi alternativi in caso di problematiche alle vie di trasporto.).
È necessario poi pianificare e mettere in campo tutti i sistemi tecnologici di sicurezza possibili, dai sistemi di verifica degli accrediti ai metal detector per filtrare gli accessi, fino alla messa in sicurezza del processo dei controlli anti-doping. Va poi effettuata la valutazione delle possibili fonti di rischio con una prima verifica su quanto è stato realizzato o sia accaduto nelle edizioni precedenti, e sulle caratteristiche del territorio, ad esempio infrastrutture, temperature e precipitazioni medie.
Altro punto da non trascurare riguarda la scelta e la selezione delle aziende partner della manifestazione: global player, broker internazionali, system integrator professionisti e leader di mercato, (spesso anche sponsor della Fifa), con i quali sono definiti accordi strutturati e articolati. Ultimo punto, ma non certo per importanza, quello di prevedere il coordinamento fra i piani di prevenzione rischi e gestione delle crisi degli organizzatori e quelli dei singoli partecipanti.
Appare dunque evidente come un grande evento come questo rechi con sé non pochi potenziali rischi. Per questo motivo Anra, l'associazione italiana dei risk manager e responsabili assicurazioni aziendali, ha voluto individuare e analizzare i principali rischi da gestire durante lo svolgersi del Mondiale.
RISCHI REPUTAZIONALI E LEGATI ALLA SICUREZZA
Assisteremo a un evento di dimensioni notevoli - spiega il presidente di Anra, Paolo Rubini - nel quale la componente di analisi e gestione dei rischi assume un'importanza cruciale. Proprio i grandi eventi, dalle Olimpiadi ai Mondiali di calcio, richiedono una gestione estremamente complessa che preveda una macchina organizzativa perfetta e, quindi, il totale controllo sui molti rischi potenziali".
Tra i principali rischi individuati da Rubini figurano i rischi reputazionali e quelli legati alla sicurezza. "Il Mondiale - osserva - rappresenta una situazione emblematica in tema di rischio. È una rincorsa folle su un progetto di grandi dimensioni che nasce e si conclude in alcuni anni, che parte come iniziativa di un ristretto comitato promotore e delle autorità del Paese che si candida a ospitarlo, e viene poi a coinvolgere decine di migliaia di persone solo per gli aspetti organizzativi.
Il progetto mette di fronte a una complessità di eventi, con la caratteristica di svolgersi in tempi e luoghi fissati in un calendario ferreo, non modificabile. Senza cioè la possibilità di riproposta in caso di insuccesso, e con budget stabiliti alcuni anni prima. Ma - sottolinea Rubini - a questo rischio d'impresa vanno poi ad aggiungersi altri rischi, in primo luogo quello reputazionale, legato a molti fattori a partire dalla sicurezza di tutti i partecipanti, ma anche dal regolare svolgimento di tutti gli eventi garantendo la business continuity".
I SUGGERIMENTI DELL'ASSOCIAZIONE
Anra, in particolare, sintetizza in sei punti le principali aree di rischio da gestire. Al primo posto è necessario identificare un comitato di sicurezza all'interno della task force organizzativa, in grado di presidiare tutti i siti sportivi, gli obiettivi sensibili come gli hotel, gli aeroporti, le città sedi di partite, le infrastrutture, le aree a maggiore concentrazione di tifosi.
Passo successivo è quello di realizzare un adeguato piano di emergenza per ogni sito e stadio, con definizione delle azioni necessarie da intraprendere durante un evento critico (evacuazione dagli impianti, percorsi alternativi in caso di problematiche alle vie di trasporto.).
È necessario poi pianificare e mettere in campo tutti i sistemi tecnologici di sicurezza possibili, dai sistemi di verifica degli accrediti ai metal detector per filtrare gli accessi, fino alla messa in sicurezza del processo dei controlli anti-doping. Va poi effettuata la valutazione delle possibili fonti di rischio con una prima verifica su quanto è stato realizzato o sia accaduto nelle edizioni precedenti, e sulle caratteristiche del territorio, ad esempio infrastrutture, temperature e precipitazioni medie.
Altro punto da non trascurare riguarda la scelta e la selezione delle aziende partner della manifestazione: global player, broker internazionali, system integrator professionisti e leader di mercato, (spesso anche sponsor della Fifa), con i quali sono definiti accordi strutturati e articolati. Ultimo punto, ma non certo per importanza, quello di prevedere il coordinamento fra i piani di prevenzione rischi e gestione delle crisi degli organizzatori e quelli dei singoli partecipanti.
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