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Il rischio politico nel mondo, secondo Aon

Il colosso del brokeraggio assicurativo ha diffuso la mappa 2014 sul political risk, realizzata analizzando 163 Stati: resta alta la tensione tra Ucraina e Russia, mentre sale il livello di pericolo nel resto dei Brics, e aumenta il potere dei più importanti Paesi esportatori di petrolio del Golfo

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Aumenta il livello di rischio politico per tutti e cinque i più importanti Paesi emergenti (Brics), e cresce il potere dei più ricchi tra i Paesi del Golfo esportatori di petrolio: in particolare Bahrain, Oman ed Emirati Arabi Uniti.
Sono soltanto alcune delle principali evidenze della mappa 2014 di Aon sul rischio politico, realizzata analizzando 163 Paesi, con l'obiettivo di aiutare le aziende a valutare la propria esposizione a diverse categorie di rischio.

Ucraina, continua il braccio di ferro con la Russia
Già a metà del 2013, la mappa era riuscita a evidenziare la forte instabilità politica ucraina, la cui situazione è esplosa tra gli ultimi mesi del 2013 e i primi dell'anno in corso. Le implicazioni politiche della forte instabilità in cui è precipitato il Paese rendono altissimo il rischio politico dell'Ucraina.
In particolare, il già alto rischio di exchange transfer (non essere in grado di effettuare pagamenti in valuta a seguito dell'imposizione di controlli in valuta locale), già particolarmente alto, vedrà un ulteriore incremento a seguito delle restrizioni nel sistema finanziario, con ripercussioni negative sulla volontà e la capacità del Paese di onorare i propri debiti. Inoltre, l'indebolimento della domanda globale di metalli di base ha colpito le entrate pubbliche e ha indebolito la capacità del governo di stimolare l'economia.
Secondo la mappa di Aon, le aspirazioni della Russia in Ucraina scateneranno ulteriori focolai, continuando a destabilizzare la parte orientale del Paese e queste tensioni potrebbero avere significative ripercussioni anche in Italia, tra i principali importatori di gas naturale dalla Russia, Paese, quest'ultimo, che è stato declassato da Aon in termini di rischio politico.
Le tensioni politiche e l'instabilità delle questioni geopolitiche hanno esacerbato un ambiente operativo già debole per le imprese e il rischio di exchange transfer è aumentato a seguito dell'eventualità di maggiori controlli sui nuovi capitali. L'economia russa continua a essere dominata dal governo, quindi la situazione di stallo della politica economica ha congelato la crescita, favorendo un aumento del rischio di violenza politica.

Tensioni in aumento in tutti i Brics
Quanto agli altri Brics, la mappa prevede un livello di rischio politico in aumento, rispetto al 2013, per il Brasile: questo perché le difficoltà economiche in cui versa il Paese hanno comportato una maggior ingerenza del governo nell'economia. In Sudafrica, nonostante le istituzioni politiche forti, i continui scioperi stanno indebolendo le prospettive economiche per le imprese, incidendo negativamente sui costi di finanziamento.
Quanto all'Asia, e in particolare per la Cina, Aon prevede un aumento del rischio politico, legato all'incremento del rischio di violenza politica, in un contesto che vede il rallentamento della crescita economica; per quanto riguarda l'India, la mappa registra un innalzamento del legal and regulatory risk (rischio di danni finanziari o reputazionali a causa di determinate leggi e regolamentazioni di un Paese), unito a un aumento del rischio di violenza politica, dovuto a vari fattori tra cui dispute territoriali, terrorismo e conflitti regionali ed etnici.

Chi sale e chi scende
La Aon political risk map 2014 evidenzia infine sei Paesi in cui il livello di rischio è risultato inferiore rispetto all'anno scorso (nel 2013 i miglioramenti sono stati 13): Ghana, Haiti, Laos, Filippine, Suriname, Uganda; sul fronte opposto, sono 16 i Paesi in cui il livello di rischio politico è aumentato rispetto all'anno precedente (quando i peggioramenti erano stati 12): Brasile, Cina, Eritrea, India, Giordania, Kiribati, Micronesia, Moldavia, Russia, Samoa, Sudafrica , Swaziland, Tonga, Tuvalu, Ucraina e Vanuatu .
Il contesto globale in cui viviamo - spiega Uberto Ventura, ad di Aon Italia - presenta moltissime opportunità per le aziende italiane; in particolare, il grande interesse all'estero per il made in Italy e i prodotti di eccellenza del nostro Paese favorisce l'ingresso delle aziende italiane in nuovi mercati.
È però fondamentale - sottolinea - conoscere i rischi e le difficoltà che si possono incontrare in altre realtà e il rischio politico è una variabile che nessuna azienda può trascurare nella definizione delle proprie strategie di internazionalizzazione".

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