CRIF, conoscere meglio le imprese per colmare il protection gap Contenuto sponsorizzato
Con il connubio tra intelligenza artificiale e dati di qualità, CRIF innova l’analisi dei bisogni assicurativi delle PMI. Poter contare su informazioni di dettaglio è utile anche nel dialogo con le aziende, che potranno avere una precisa consapevolezza dei propri rischi
Le piccole e medie imprese rivestono un ruolo cruciale per la competitività del nostro Paese, ma non sempre dispongono di protezioni assicurative adeguate. Il cosiddetto protection gap non è solo indice di scarsa consapevolezza dei rischi, ma riflette anche l’incapacità delle soluzioni assicurative standard di cogliere la reale complessità dell’ecosistema in cui queste aziende operano. Oggi, infatti, le PMI si confrontano con sfide e rischi molteplici, non limitati ai danni fisici o alle calamità naturali: entrano in gioco, tra gli altri fattori, la vulnerabilità agli attacchi informatici, la dipendenza da filiere globalizzate e la rapida evoluzione dei modelli di business.
Un profilo assicurativo preciso e dinamico per ogni singola impresa
Un approccio tradizionale, fondato su pochi parametri generici, non è più sufficiente e serve ricorrere a un quadro analitico più ampio. L’intelligenza artificiale (AI), alimentata da dati affidabili e di qualità, offre gli strumenti per leggere in profondità le peculiarità di ogni singola impresa, creando una mappa dettagliata dei rischi e dei fabbisogni assicurativi. È in quest’ambito che si colloca l’innovazione sviluppata da CRIF: un sistema avanzato di machine learning che, a partire da un insieme articolato di fonti informative, è in grado di comporre un profilo assicurativo estremamente preciso e dinamico.
Questa soluzione si discosta nettamente dai metodi che si limitano a classificare le aziende sulla base del solo settore di appartenenza o della dimensione. L’algoritmo CRIF considera infatti una pluralità di elementi, inclusi fattori contestuali e indicatori geospaziali, analizza l’esposizione a rischi emergenti (come gli attacchi cyber o la minaccia di frodi digitali) e integra parametri legati alle specificità locali dell’ambiente in cui la PMI opera. In altre parole, non si tratta soltanto di inserire qualche variabile in più ma di cogliere pienamente la natura multidimensionale del rischio aziendale.
Conoscenza dei rischi, un vantaggio anche per le aziende
I vantaggi dell’approccio CRIF sono rilevanti sia per gli assicuratori che per gli assicurati. Da un lato, compagnie, broker e agenti assicurativi possono proporre soluzioni personalizzate, trasparenti e direttamente collegate alle reali criticità dell’impresa. Dall’altro, l’imprenditore è messo nelle condizioni di capire meglio l’origine delle proposte di copertura, percependo la polizza non più come un costo aggiuntivo o un’imposizione, ma come uno strumento strategico di stabilità e crescita. Questo passaggio non è banale: rendere evidenti i razionali che stanno alla base delle polizze serve a instaurare una relazione di maggiore fiducia e a rafforzare l’idea che assicurarsi significhi investire nella continuità del proprio business.
L’imminente introduzione di coperture obbligatorie per determinati rischi, come quelli legati alle catastrofi naturali, può rappresentare un catalizzatore per un cambio di prospettiva nelle imprese, spingendole ad affrontare in modo più consapevole una gamma più ampia di minacce. Grazie all’AI e all’analisi avanzata dei dati, il settore assicurativo può oggi dare risposte più mirate e favorire un vero salto culturale in cui la protezione assicurativa diventa parte integrante della strategia dell’azienda.
Per raggiungere questo cambio di paradigma CRIF mette a disposizione un vasto ecosistema di dati, competenze analitiche e tecnologie d’avanguardia, che insieme rappresentano il mix di strumenti necessari per ridurre il protection gap delle PMI e rendere più solido il sistema economico e imprenditoriale del nostro Paese.
Per saperne di più: marketingfinanceitaly@crif.com
© RIPRODUZIONE RISERVATA