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“Fuori tutti!!!”...

Non è proprio questo ciò che ha detto il Sindaco Ignazio Marino all'assemblea capitolina... ma ci assomiglia. Ha preso decisioni serissime, intervenendo, a piè pari, sulla gestione Adir - Assicurazioni di Roma -.

Mi riferisco al suo intervento durante il quale ha voluto informare i presenti all'assemblea che si è svolta nella sala Giulio Cesare, venerdì 4 ottobre u.s., nel cui discorso esterna testualmente:... omissis... alla luce della reiterata grave carenza di informazioni da parte del presidente della compagnia Adir, al fine di evitare gravi pregiudizi alla Mutua assicurativa e per garantire gli interessi di "Roma Capitale", ritengo di non potermi esimere dall'assumere doverosa iniziativa di competenza, attivando la procedura di revoca dei componenti del Cda in caricaspettanti a Roma Capitale."

La storia è complessa e parteda lontano.  

Assicurazioni di Roma (Adir) nasce nel 1971 sotto l'ombrello protettivo della politica e grazie alle facili autorizzazioni di allora. Il Comune di Roma, unitamente alle grandi aziende municipalizzate (Acea, Ama, Atac e Stefer, che sono anche soci fondatori), si sono praticamente "costruiti" una loro compagnia in casa, un loro organismo che, tanto tempo fa, avevo battezzato come il "bricolage della previdenza"! Sono attività assicurative relative al patrimonio, ai compiti istituzionali dei soci ma anche istituite per curare i complessi rapporti con la cittadinanza, relativamente agli indennizzi e ai risarcimenti. I risultati non hanno mai brillato di luce propria. Problemi, nel corso degli anni, ne sono emersi parecchi, forse proprio grazie alle non felici scelte del personale addetto ai lavori, ma anche e –soprattutto – a un management con poca dimestichezza e propensione per ilsettore assicurativo. Quale sarebbe il problema? Paga sempre pantalone!  

Nel corso degli anni hanno maturato una maggiore esperienza sul territorio, ma sempre lontani dal ruolo imposto dal mercato a un'impresa assicurativa. Anche la gestione dei sinistri è stata il loro vero "tallone d'Achille": ritardi, lungaggini burocratiche,  avvocati..., creando notevoli problemi gestionali, ma anche di immagine. Non c'è stata la capacità, anche allora, di incidere seriamente sull'organizzazione aziendale. Solo slogan... tra questi brillava il concetto che il "danneggiato" non fosse controparte... ma cittadino...

Questi i fatti ripetuti anche in tempi non lontani, sotto la gestione dell'allora direttore generale Gabriella Gherardi e di Vittorio Bianco, mancato pochi mesi fa.

Il Cda di Adir, che controllale Assicurazioni di Roma Vita Spa, aveva avuto totale rinnovo dalla Giunta Alemanno il 12/12/2012. Fatto grave in quanto sarebbe stato giudicato all'esterno come un presunto "voluto" blitz. In altre parole, la precedente amministrazione si sarebbe "garantita" la nomina di personale fidelizzato,affidandole un mandato sino al 2015.

Superfluo dire che il Sindaco Alemanno ha espresso un Cda senza alcuna presenza femminile, in totale deroga alle disposizioni di legge in materia.

Ritornando alle decisioni del Sindaco Marino, esse sarebbero la naturale conseguenza, fra l'altro, di una ispezione Ivass, taciuta dai componenti del Cda e venuta a conoscenza della Giunta Comunale da fonti esterne. Ivass parrebbe abbia messo in evidenza carenze nei controlli interni e di gestione dei rischi. Avrebbe evidenziato l'inadeguatezza del Collegio Sindacale, la mancata operatività dei comitati previsti "obbligatoriamente" nell'ambito della struttura organizzativa. Verrebbe loro inoltre imputata l'assenza di qualsiasi controllo da parte del presidente in carica, in relazione all'area sinistri, da sempre deficitaria. Infine si sottolineerebbe l'inefficienza delle attività di verifica della direzione internal audit.

Non poco.

I vertici dimissionati, nominati da Roma Capitale sono: Marco Cardia (presidente), Pietro di Tosto eGiuseppe Locaratolo (consiglieri).

Sempre il Sindaco Marino, accuserebbe il Cda e i suoi vertici, di non averlo mai informato. Nessuna notizia in tal senso sarebbe pervenuta alla Giunta comunale romana o al suo Sindaco.

A questo punto, parte puntuale la replica del presidente Avv. Marco Cardia, sull'intervento del Sindaco Marino, che lo accuserebbe di non aver inserito "quote rosa" nel Cda di aver sottaciuto l'ispezione dell'Istituto di Vigilanza che avrebbe messo in rilievo gravi carenze e, dulcis in fundo, di aver rinnovato il Collegio Sindacale nel "pieno" del ballottaggio elettorale inserendo, nello stesso Collegio, professionalità non all'altezza dei compiti per i quali sarebbero stati prescelti.

La difesa dell'Avv. Cardia si attesterebbe sul fatto che non esista un termine perentorio, entro il quale adempiere all'obbligo di informativa ai soci. Avrebbe ritenuto maggiormente utile, prima di darne informativa, difendere i componenti del Cda dai rilievi dell'Ivass, presentando all'Istituto le contro deduzioni del caso. Per quanto riferito ai presunti requisiti di professionalità del Collegio Sindacale, non all'altezza, il Cda avrebbe provveduto a inoltrare all'Ivass i curricula. Sempre il presidente confermerebbe che il procedimento attivato dall'Istituto di Vigilanza sarebbe tuttora aperto e a tutt'oggi non se ne conoscerebbero le decisioni. Affermerebbe, inoltre, di essere stato convocato, in data 1° agosto u.s., alla Commissione Bilancio del Comune di Roma, dove avrebbero palesato le problematiche evidenziate dall'ispezione Ivass.

In questo bailamme non va sottovalutata la delicata materia del contendere.

La Mutua assicurativa romana è sempre stata preda del mondo politico. Se è vero che essa è nata per volontà del Comune di Roma, è altrettanto vero che l'organismo fa parte integrante dell'entourage assicurativo. Questo comparto, certamente poco propenso all'innovazione, al cambiamento, ma solido, non avrebbe veramente necessità di altri scandali e di ulteriori batoste.

Sono sufficienti i recenti ribaltoni in casa Ligresti....per comprendere che un po' di pulizia non guasterebbe.

 

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