Quante sono le vittime dell’usura?
Tante!
Gli ultimi dati portati a conoscenza della collettività da parte delleistituzioni competenti ci dicono che, percentualmente, nell'ultimo biennio, c'è un vistoso incremento.
La tipologia del "disperato" appartiene un po' a tutte le categorie: impiegati, piccoli artigiani e commercianti, casalinghe, che non sanno come coniugare il pasto con la cena. Vittime della disperazione, che aumentano di giorno in giorno, anche grazie alla crisi economica e finanziaria che incombe sull'intera nazione, creando difficoltà immani: la disoccupazione giovanile,salita in alcune regioni del Sud ad oltre il 40%, uomini e donne che si sono visti interrompere il rapporto di lavoro, negozi e piccole imprese che chiudono o - peggio - falliscono, quotidianamente. A questo si aggiunga la categoria dei c.d. "esodati", nuova aberrantesoluzione, indegna di una nazione civile, ultima "risorsa" del Governo Monti.
L'usura, come tutti sappiamo, è un fenomeno drammatico, serio e rilevante. Esso permane proprio in virtù delle suddette difficoltà che attanagliano tante famiglie, sempre più disperate sul "come" arrivare a fine mese, far fronte agli impegni assunti, pagare il mutuo di un appartamento acquistato, illo tempore, con immani sacrifici e rinunce, nella speranza di non farselo mettere all'asta dalla banca creditrice. Tutte situazioni oggi meno protette dalle strutture pubbliche, dagli organi preposti.
Solo in Umbria, giusto per fare un esempio, la "Fondazione" che si interessa del problema, supportata e finanziata da banche e da privati, nel solo 2012 ha aperto oltre 300 nuove posizioni. Le soluzioni non sono facili, laRegione stenta a dare gli aiuti concordati nell'ultimo quinquennio.
Il campionario delle persone in difficoltà è variegato: solo qualche anno fa mai si sarebbe ipotizzata un'escalation di tale portata da parte coloro che - oggi - sono in difficoltà. È sufficiente la perdita del lavoro di un componente della famiglia, per scardinare il già limitato bilancio, mandare a picco anche quel modesto tran tran familiare. Senza sottovalutare l'aumento del costo della vita, che incide anch'esso non poco.
Attualmente i rapporti con banche e finanziarie sono un terreno di vero scontro, anche per le istituzioni, che vedrebbero di buon occhio una maggiore flessibilità. La necessità di una qualche liquidità, oltre ad essere sistematicamente negata per le ben note ragioni, quando questa fosse positiva,vengono applicati interessi proibitivi, che vanno dal 9% al 12%. Quindi di difficile accoglimento.
La carenza delle risorse pubbliche appartengono a un altro film e sono unarealtà ormai costante. Le Regioni hanno stretto il cordone della borsa, nonavendo risorse, se non trovare i fondi necessari, aumentando ulteriormente letasse di loro competenza. Difficile, quindi, andare in soccorso di coloro chesi sono infilati in un tunnel, quasi sempre senza ritorno.
Ma quale è l'identikit dell'usuraio?
Dall'indagine svolta tra gli istituti di credito e le istituzioni preposte a prevenire (??) il problema, l'usuraio viene descritto con diverse molteplici sfaccettature. Sono meglio conosciute quelle legate a vere e proprie organizzazioni malavitose, soprattutto nel Lazio e Campania.
Non è facile per le autorità competenti smantellare queste vere e proprie "imprese del malaffare". Ogni tanto si ha notizia di un blitz, ma è sempre troppo poco. Hanno coperture e, pare, santi in paradiso un po' ovunque. Esiste anche il c.d. "professionista": costui lavora in proprio, diciamo imprenditore di se stesso, che attraverso a un gesto "generoso", quello del prestito astrozzo, punta alle acquisizioni di nuovi e freschi capitali: immobili e, non di rado, tenta e riesce a sfilare piccole attività adartigiani e commercianti. I malcapitati si sottopongono al "cambio assegni"; contanti in cambio di un titolo con alto valore maggiorato. Interessi da capogiro, che si rinnovano ad ogni difficoltà di restituzione e che riducono il malcapitato in miseria, senza più nulla. Tutto il maltolto entra nelle tasche e sui conti correnti di queste persone nei paradisi fiscali da essi individuati, senza alcun tipo di scrupolo e non dirado, senza correre seri rischi di essere individuati. Il sistema è "coperto", quasi sicuro per un insieme di ragioni: vergogna, debolezza, disperazione. Senza sottovalutare minacce e azioni forti se il debitore manifesta l'impossibilitàdi "onorare" il cosiddetto debito.
Le fonti ufficiali dichiarano che di queste situazioni in Italia ve ne siano a migliaia. Ma pochi hanno il coraggio di denunciare: temono rappresaglie pesanti per se stessi e per i famigliari. Hanno paura. Temono il giudizio diuna collettività non di raso indifferente.
Insomma, l'usura è anche in mano ai classici "colletti bianchi", insospettabili, che sanno bene dove infiltrare i loro amici, a conoscenza delle situazioni critiche. Con questo sistema esiste il ragionevole rischio che la criminalità, anche quella degli insospettabili, interessata a riciclare, si infiltri sempre più nell'economia già disastrata di ogni regione italiana.
Inoltre, nel rapporto "Sos Impresa", sarebbero comparse anche società finanziarie conosciute, che operano con tassi elevatissimi, obbligando le vittime a sottoscrivere contratti capestro, senza escludere, alle lorospalle, la complicità di clan mafiosi che attraverso il prestito illegale, riciclino danaro sporco.
L'usura, non di rado, ha il volto del buon conoscente, amico dell'amico, che ti prende per mano e ti offre "generosamente" il proprio aiuto!!!
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