Come cambia il ruolo di Equitalia
Mi riallaccio all’articolo scritto nel febbraio scorso su Equitalia, che veniva chiuso ponendo la “speranza” sui risultati elettorali, che sono andati così come tutti conosciamo.
La crisi che attanaglia la nostra nazione, imperversa tuttora sovrana: Il Sole 24 Ore dichiara 35 fallimenti al giorno. La vita familiare del privato cittadino, è lastricata da una sorta di “salto ad ostacoli” quotidiano, nel tentativo di sopravvivere.
Non di rado sono i nonni, possessori di pensione, seppur minima, che danno una mano alla generazione di mezzo. La disoccupazione è alle stelle, in continua crescita. Ad esempio, il Lazio, ne vanta un 40%.
Dalle ultime elezioni sappiamo che nulla di nuovo è sorto all’orizzonte. Vige l’unico Governo possibile delle c.d. “larghe intese”, gestito da un giovane Presidente del Consiglio, Enrico Letta, che tra una bagarre e l’altra, cerca di tenere ben saldo il timone, ultima residua speranza di quest’Italia, in attesa delle promesse poche riforme utili alla nazione. Poi nuove elezioni!...
Il Governo in carica, conscio della situazione economica che imperversa tra i comuni cittadini, ma anche sulle Pmi, artigiani e commercianti, tutti ancora in attesa che la PA onori i debiti, saldando le fatture per le quali costoro hanno lavorato, con il decreto “del fare” (DL 69/2013), tenta di andare incontro alle esigenze della nazione: cambiano molte regole in forza di 86 articoli, che pongono grande attenzione e nuove disposizioni in vari campi ma, soprattutto, sul pagamento delle tasse, imponendo ulteriori indispensabili limitazioni allo strapotere di Equitalia.
Tanto caos sulla possibile abrogazione dell’Imu, per poi vedersi “sfilare” la propria abitazione dal fisco, mandata all’asta per qualche migliaia di euro!
Dò uno sguardo al DL69/2013 e tento di interpretare la situazione per ciò che riguarda l’accensione di ipoteche sulla “prima” casa, per mancato pagamento delle tasse o di altri balzelli. Tutto ciò è riferito alle difficoltà economiche del normale cittadino. Non si tratta certo dell’evasore o di colui che intende frodare il fisco. Normalmente trattasi di famiglie normali, per bene, sulle quali la sfortuna si è particolarmente accanita.
Il Presidente Letta prosegue nell’opera iniziata dal Governo Monti, tentando di alleggerire la morsa “dell’agente” addetto alla riscossione: Equitalia. Ne depotenzia il ruolo, tenendo anche in considerazione l’addio dato, da molti Comuni, allo stesso Equitalia, preferendo agire in proprio.
Sono state rimodulate alcune discipline, importantissime, sull’espropriazione dell’immobile nel quale il contribuente risiede, introducendo, come detto prima, criteri di maggior garanzia per le famiglie in ambasce. Per “abitazione principale”, l’Ufficio delle Entrate intende unicamente l’abitazione nella quale il debitore ha la residenza anagrafica. Preciso inoltre che per il c.d. “esproprio” devono ricorrere ben tre condizioni:
a) che non si tratti di immobile di lusso; b) che il bene sia di uso abitativo; c) che lo stesso sia l’unico immobile di proprietà del debitore.
In sintesi, quando ricorrono queste tre condizioni, Equitalia, o chi per lui, non potrà pignorare l’abitazione per poi metterla all’asta. Con ciò non si esclude per l’Erario, la possibilità di prendere parte ai pignoramenti e vendita all’asta, su beni che siano stati giuridicamente attivati da creditori di diritto comune, per i quali il “divieto” sopra menzionato non vale (ad esempio le banche). Quindi è stato si bloccato l’esproprio, ma ciò non impedisce all’agente della riscossione, di iscrivere comunque ipoteca sul bene, anche in assenza delle “condizioni” per eseguirlo in futuro.
Si evidenzia con il suddetto DL69/2013 un altro accorgimento pro contribuente di vitale importanza; esso ha disciplinato l’aumento del “tetto” debitorio da 20.000 euro, a 120.000. Quest’ultima cifra, sempre e solo per consentire la salvaguardia dell’abitazione, ovviamente sino a tale limite di insolvenza. Per la “sola” iscrizione di ipoteca, la cifra resta ferma a 20.000 - come da DL Monti.
Lo STOP vale anche per le prime case già pignorate, proprio per alleggerire la disperazione diffusa nella collettività. Il contenzioso è enorme. Si tenterà di dare maggiore equilibrio alle vertenze tributarie, cercando di incanalare le molte diatribe giudiziarie verso l’istituto della “conciliazione” che ha ripreso, grazie a questo DL, un ruolo importante nelle cause giudiziali. Andrebbero, a mio parere, anche migliorate le Commissioni Tributarie, usando una seria ridistribuzione del personale giudicante. Si sa che il Governo lavora, sin dallo scorso anno, sulla “fusione” delle agenzie fiscali: un passo importante verso lo snellimento della assurda burocrazia, responsabile di lentezze inaudite.
Infine, dovrebbe arrivare in porto anche la revisione del catasto, rivedendo il processo estimativo, puntando, pare, al “metro quadrato” come unità di valutazione, usando statistiche in grado di individuare e fare media tra il valore di mercato, caratteristiche costruttive e gli ambiti territoriali.
Il Governo vorrebbe inserire, nella “delega fiscale”, alcune riforme utili al c.d. contenzioso tributario. Tra tutte queste modifiche, ci sarà l’ambitissima possibilità, per le famiglie, di chiedere dilazioni prolungate, sino ad arrivare alle 120 rate. Il DL in parola, è entrato in vigore il 29/6/2013. La stessa norma, da subito, pare si possa applicare anche per coloro che avevano, illo tempore, richiesto la dilazionare del debito (massimo 8 rate) e ad oggi non pagate, seppur non consecutive (ad esempio: una si e due no).
Con la vecchia legge, essere in ritardo con i pagamenti delle concessioni di rateizzazione, determinava la “decadenza” del beneficio della rateizzazione stessa, già intervenuta all’atto dell’approvazione del DL 69. Comunque parrebbe che da tutte queste norme, si possa sperare in una disciplina di maggior favore, non solo per tentare, da parte dell’Erario, di fare “cassa” ma, anche e soprattutto, per allentare la pressione del fisco sui debitori.
Tutto ciò da un senso profondo all’inversione di marcia di questo Governo, portando avanti indicazioni garantiste e per di più retroattive, almeno così parrebbe, evitando a molte famiglie di essere escluse dalla fruizione delle agevolazioni introdotte dal legislatore.
Ne è consapevole anche Befera, Direttore delle Entrate, che ha avuto l’onestà di ammettere, nella puntata di “Porta a Porta” del 25 giugno u.s., che effettivamente ci sono stati degli “eccessi” nella’azione del’agente nazionale della riscossione. In alcuni casi, errori veri, ma si è giustificato affermando che Equitalia ha emesso 10/15 milioni di cartelle esattoriali all’anno e in queste circostanze un numero di errori, anche pesanti, ci può stare!!!
La crisi che attanaglia la nostra nazione, imperversa tuttora sovrana: Il Sole 24 Ore dichiara 35 fallimenti al giorno. La vita familiare del privato cittadino, è lastricata da una sorta di “salto ad ostacoli” quotidiano, nel tentativo di sopravvivere.
Non di rado sono i nonni, possessori di pensione, seppur minima, che danno una mano alla generazione di mezzo. La disoccupazione è alle stelle, in continua crescita. Ad esempio, il Lazio, ne vanta un 40%.
Dalle ultime elezioni sappiamo che nulla di nuovo è sorto all’orizzonte. Vige l’unico Governo possibile delle c.d. “larghe intese”, gestito da un giovane Presidente del Consiglio, Enrico Letta, che tra una bagarre e l’altra, cerca di tenere ben saldo il timone, ultima residua speranza di quest’Italia, in attesa delle promesse poche riforme utili alla nazione. Poi nuove elezioni!...
Il Governo in carica, conscio della situazione economica che imperversa tra i comuni cittadini, ma anche sulle Pmi, artigiani e commercianti, tutti ancora in attesa che la PA onori i debiti, saldando le fatture per le quali costoro hanno lavorato, con il decreto “del fare” (DL 69/2013), tenta di andare incontro alle esigenze della nazione: cambiano molte regole in forza di 86 articoli, che pongono grande attenzione e nuove disposizioni in vari campi ma, soprattutto, sul pagamento delle tasse, imponendo ulteriori indispensabili limitazioni allo strapotere di Equitalia.
Tanto caos sulla possibile abrogazione dell’Imu, per poi vedersi “sfilare” la propria abitazione dal fisco, mandata all’asta per qualche migliaia di euro!
Dò uno sguardo al DL69/2013 e tento di interpretare la situazione per ciò che riguarda l’accensione di ipoteche sulla “prima” casa, per mancato pagamento delle tasse o di altri balzelli. Tutto ciò è riferito alle difficoltà economiche del normale cittadino. Non si tratta certo dell’evasore o di colui che intende frodare il fisco. Normalmente trattasi di famiglie normali, per bene, sulle quali la sfortuna si è particolarmente accanita.
Il Presidente Letta prosegue nell’opera iniziata dal Governo Monti, tentando di alleggerire la morsa “dell’agente” addetto alla riscossione: Equitalia. Ne depotenzia il ruolo, tenendo anche in considerazione l’addio dato, da molti Comuni, allo stesso Equitalia, preferendo agire in proprio.
Sono state rimodulate alcune discipline, importantissime, sull’espropriazione dell’immobile nel quale il contribuente risiede, introducendo, come detto prima, criteri di maggior garanzia per le famiglie in ambasce. Per “abitazione principale”, l’Ufficio delle Entrate intende unicamente l’abitazione nella quale il debitore ha la residenza anagrafica. Preciso inoltre che per il c.d. “esproprio” devono ricorrere ben tre condizioni:
a) che non si tratti di immobile di lusso; b) che il bene sia di uso abitativo; c) che lo stesso sia l’unico immobile di proprietà del debitore.
In sintesi, quando ricorrono queste tre condizioni, Equitalia, o chi per lui, non potrà pignorare l’abitazione per poi metterla all’asta. Con ciò non si esclude per l’Erario, la possibilità di prendere parte ai pignoramenti e vendita all’asta, su beni che siano stati giuridicamente attivati da creditori di diritto comune, per i quali il “divieto” sopra menzionato non vale (ad esempio le banche). Quindi è stato si bloccato l’esproprio, ma ciò non impedisce all’agente della riscossione, di iscrivere comunque ipoteca sul bene, anche in assenza delle “condizioni” per eseguirlo in futuro.
Si evidenzia con il suddetto DL69/2013 un altro accorgimento pro contribuente di vitale importanza; esso ha disciplinato l’aumento del “tetto” debitorio da 20.000 euro, a 120.000. Quest’ultima cifra, sempre e solo per consentire la salvaguardia dell’abitazione, ovviamente sino a tale limite di insolvenza. Per la “sola” iscrizione di ipoteca, la cifra resta ferma a 20.000 - come da DL Monti.
Lo STOP vale anche per le prime case già pignorate, proprio per alleggerire la disperazione diffusa nella collettività. Il contenzioso è enorme. Si tenterà di dare maggiore equilibrio alle vertenze tributarie, cercando di incanalare le molte diatribe giudiziarie verso l’istituto della “conciliazione” che ha ripreso, grazie a questo DL, un ruolo importante nelle cause giudiziali. Andrebbero, a mio parere, anche migliorate le Commissioni Tributarie, usando una seria ridistribuzione del personale giudicante. Si sa che il Governo lavora, sin dallo scorso anno, sulla “fusione” delle agenzie fiscali: un passo importante verso lo snellimento della assurda burocrazia, responsabile di lentezze inaudite.
Infine, dovrebbe arrivare in porto anche la revisione del catasto, rivedendo il processo estimativo, puntando, pare, al “metro quadrato” come unità di valutazione, usando statistiche in grado di individuare e fare media tra il valore di mercato, caratteristiche costruttive e gli ambiti territoriali.
Il Governo vorrebbe inserire, nella “delega fiscale”, alcune riforme utili al c.d. contenzioso tributario. Tra tutte queste modifiche, ci sarà l’ambitissima possibilità, per le famiglie, di chiedere dilazioni prolungate, sino ad arrivare alle 120 rate. Il DL in parola, è entrato in vigore il 29/6/2013. La stessa norma, da subito, pare si possa applicare anche per coloro che avevano, illo tempore, richiesto la dilazionare del debito (massimo 8 rate) e ad oggi non pagate, seppur non consecutive (ad esempio: una si e due no).
Con la vecchia legge, essere in ritardo con i pagamenti delle concessioni di rateizzazione, determinava la “decadenza” del beneficio della rateizzazione stessa, già intervenuta all’atto dell’approvazione del DL 69. Comunque parrebbe che da tutte queste norme, si possa sperare in una disciplina di maggior favore, non solo per tentare, da parte dell’Erario, di fare “cassa” ma, anche e soprattutto, per allentare la pressione del fisco sui debitori.
Tutto ciò da un senso profondo all’inversione di marcia di questo Governo, portando avanti indicazioni garantiste e per di più retroattive, almeno così parrebbe, evitando a molte famiglie di essere escluse dalla fruizione delle agevolazioni introdotte dal legislatore.
Ne è consapevole anche Befera, Direttore delle Entrate, che ha avuto l’onestà di ammettere, nella puntata di “Porta a Porta” del 25 giugno u.s., che effettivamente ci sono stati degli “eccessi” nella’azione del’agente nazionale della riscossione. In alcuni casi, errori veri, ma si è giustificato affermando che Equitalia ha emesso 10/15 milioni di cartelle esattoriali all’anno e in queste circostanze un numero di errori, anche pesanti, ci può stare!!!
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