Caro Rolando, amico mio
Caro Rolando, amico mio, questa è la nostra ultima e-mail.
Oggi, 23 ottobre 2012, ci hai lasciato, tra il dolore e lo stupore generale. Tra di noi c’è sempre stata una fitta corrispondenza, che spaziava dalle nostre simpatie politiche, peraltro molto vicine, alle discussioni più accese, quasi sempre sindacali, alla famiglia, tua e mia, più spesso su quest’ultima. Vi hai preso parte come un fratello maggiore. Da sempre risate e “aggrottar di ciglia” si sono incrociati. Erano il segno dell’assenso o dissenso. Apprezzavi il mio modo di essere, l’entusiasmo, la voglia di vivere, lottare contro le quotidiane ingiustizie che abbiamo difeso, spesso insieme. Ero sempre felice quando incalzavi il mio agire, mi incitavi all’azione. Suggerivi strategie. Mi supportavi sempre. Tu e la tua compagna di vita, Teresa, non mi avete mai fatto sentire sola. Anche in questo mio particolare momento di vita. Rammento, come fosse ieri, quando ti ho comunicato che “convolavo” a giuste nozze con il tuo amico Roberto Ulissi, “romano de Roma”!! Eri felice! Il tuo senso morale non strizzava l’occhio alla “convivenza”!! Desideravi che l’amica “Carlotta”, così mi hai sempre chiamata, avesse una giusta collocazione nella “società”! I miei figli hanno riso a crepapelle su questo tuo modo di misurarti con “Monsignor della casa”…
Ti conosco bene, la tua non era falsa morale…, eri convinto, e oggi capisco, che ti interessava sinceramente preservare l’immagine della vecchia Barin, nel 1997 un po’ meno vecchia, che necessitava di protezione, in un ambiente (il comparto assicurativo), tutto territorio dei signori uomini!! Nostri testimoni di nozze, tu e Lucio Modestini. Tra risate e buon vino, una piccola festa tra veri amici, nella verde Toscana, Radicofani, patria del noto bandito Ghino di Tacco, officiata da un altro grande amico, Ugo Foà, allora Sindaco . Le “prediche” e le “battute” hanno riempito la giornata. Del resto, sei sempre stato una “chioccia” un po’ per tutti, oltre che un grande saggio e maestro. Hai plasmato centinaia di giovani con una formazione degna di questo nome, incitandoli all’approfondimento di una professione, che è e resta bellissima. La tua grande cultura, oserei dire senza frontiere, le conoscenze professionali, l’indole buona e generosa, il grande rispetto che hai sempre avuto per le opinioni altrui, soprattutto quando divergevano diametralmente dalle tue, hanno arricchito il mio sapere ma anche il mio animo. Decine e decine di colleghi si sono rivolti alla tua persona per aiuto, sui più svariati argomenti: spaziavi dal fiscale al legale, dal tecnico, alla gestione. La tua generosità, la tua capacità di entrare nella vita altrui, sempre con garbo, affetto, rispetto, anche nelle situazioni più scabrose, hanno fatto di te, giorno dopo giorno, anno dopo anno, una vera icona del nostro sindacato.
Oggi, che in un’altra dimensione tutto vedi, forse anche nell’animo altrui …… magari seduto su una nuvola spinta da quel delizioso venticello, il ponentino, sono certa valuterai, timidamente imbarazzato quale è il tuo stile, quanto dolore sincero e sentito ha provocato all’intera categoria il tuo prematuro “viaggio”. Non ne sarai convinto, ti conosco, e rifletterai sulle nostre lacrime, con un po’ di incredulità! “Ma davvero mi volevano così bene”? …. Si, gigante buono, l’affetto e la stima di questa categoria per la tua persona, sono sempre state palpabili, vere. Nessuno, neanche i c.d. “baroni” dell’intermediazione, sono mai riusciti a scalfire la tua professionalità, la tua onestà intellettuale, i tuoi meriti.
Il “tuo” Sna, al quale hai dedicato quarant’anni dell’esistenza, in questi ultimi sei mesi ti ha fatto tanto penare; una sofferenza impotente, sorda, mista a rabbia. Il tuo “volar via”, così, all’improvviso, in punta di piedi, ci ha privato della tua persona, ma anche del nostro Martorelli , esempio lampante di un modo di essere e di agire diverso: amico, collega, consulente di fiducia, a volte confessore. Sei stato una persona perbene, onesta. Non ti sei fatto mai tentare da poltrone o sgabelli.
Volendo, avresti potuto raggiungere ciò che per molti è, e speriamo resti, un sogno! Affermavi essere solo un “un topo d’archivio”….non un politico! Questo non è vero: sei stato, all’interno della nostra categoria, un grande sindacalista, un eccellente consulente. Un mediatore unico. Sei riuscito sempre a incutere, con la tua autorevolezza, grande rispetto, anche nei confronti della naturale controparte: Ania, ex Isvap (amministrando nella “Commissione Disciplinare” di quest’ultima, una giustizia più “giusta”). Il tuo pensiero, oggi, è merce rarissima, soprattutto nella odierna società, dove tutto è permesso: nessuna vergogna, nessun rimorso. Sono certa che mi vedi e che mi senti e che su quella ”nuvoletta”, volendo, potresti influenzare gli eventi, dando una mano a questa bistrattata categoria. Aiutali a comprendere ciò che hai sempre sostenuto: solo assieme, tutti, nessuno escluso, gli agenti avranno la capacità e il coraggio di affrontare un mercato difficile e pieno di insidie, un’Ania inferocita e asfittica, il “nuovo” che avanza inesorabile.
La realtà è quella che descrivevi tu : …” agli agenti italiani manca la capacità di comprendere come usare la strategia dell’unità”. Credo di interpretare il pensiero dell’intera categoria, nell’esternarti la profonda riconoscenza e, ribadisco, l’affetto per tutto ciò che hai fatto e per tutto quello che avresti ancora voluto fare, per la profonda conoscenza e cultura che hai profuso, a piene mani, in decenni di partecipazione alla vita di tanti. Che non dimenticano! Grazie amico mio: i 18.000 agenti italiani, per una volta uniti, si inchinano al tuo ricordo.
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