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Presidenza Isvap: attenzione alle scelte future!

Il 20 giugno decade l’ufficio di Presidenza dell’Isvap: è al termine l’incarico di Giancarlo Giannini, già rinnovato nel 2007 dal Governo Prodi. 

Il nodo è oggi sul tavolo del Governo Monti. Da indiscrezioni apprendiamo che questo Governo propenderebbe per riformare l’Authority che vigila sul comparto assicurativo, con la volontà di volerne trasferire le competenze alla Banca d’Italia. Tutto ciò dovrebbe essere attuato tramite disegno di legge, non essendoci i presupposti dell’urgenza (D.L.). Per modificare l’attuale situazione legislativa, il Governo potrebbe decidere di inserire le volute modifiche, all’interno di un  D.D.L., prossimo ad essere licenziato dall’imminente Consiglio dei Ministri. 

Tutti siamo a conoscenza di quanto variegate e importanti siano le incombenze dell’Istituto di Vigilanza e su quanti fronti lo stesso agisca. Quindi, non sarà un’impresa semplice. Siamo anche consci che il D.D.L. dovrebbe seguire l’iter parlamentare e quindi il tempo che la stessa procedura occuperà non sarà breve. Ci vorranno non meno di due/tre mesi. Appare oggettivamente troppo lungo, in quanto la Presidenza Giannini decade tra circa tre settimane. Le strade che questo Governo potrebbe scegliere sono varie. Ad esempio potrebbe optare per una proroga  di qualche mese, sempre che il Presidente Giannini sia d’accordo. 

Altra soluzione: indicare un nuovo presidente. Difficile mi appare questa ulteriore definizione, in quanto trovare un manager capace, competente e disponibile a sobbarcarsi un incarico di tale portata, a “tempo determinato”, non sarà cosa semplice, anche se lo stesso potrebbe godere dell’ulteriore incarico di “commissario” (dopo l’ottenimento delle debite autorizzazioni parlamentari), per  traghettare l’intera operazione. 

Tuttò ciò avverrà sotto l’egida del Ministro Corrado Passera. Si è anche vociferato nell’ambiente che, sempre il ministro Passera, vedrebbe di buon occhio la sostituzione dell’attuale presidente Isvap con una donna, Anna Maria Tarantola, attuale direttore generale di Bankitalia. Parrebbe però che l’alto dirigente abbia rifiutato la proposta. Ci risulta – inoltre – che la Banca d’Italia intenda “dividere” le competenze attribuite oggi all’Istituto di Vigilanza, che sono molte, variegate e di estrema delicatezza, assorbendo su se stessa esclusivamente le incombenze che riguardano “vigilanza e stabilità”. Tutto ciò che va a coinvolgere i “rami danni” come, ad esempio, le tariffe RCA, nonché quanto riferito all’intermediazione (leggi e disposizioni per agenti, broker e produttori, quindi  RUI, nonché il Regolamento 5/2006, ecc., ) non dovrebbero essere “accorpate” in Bankitalia. Se ne evince che questo nuovo “modus operandi” andrebbe a dividere l’attuale struttura Isvap in tre diverse aree, che saranno ovviamente ripartite su altre “Authority”.  

Processo particolarmente articolato anche per la peculiarità delle materie trattate, estremamente tecniche,  raramente ben conosciute e di non facile comprensione anche agli uomini di buona volontà. Questi ruoli possono essere gestiti, a mio parere, da persone di alto livello professionale e, preferibilmente, di provenienza assicurativa.

Auspichiamo che non si intravveda in questo cambiamento un’aggiuntiva “occasione ghiotta” per fare nuovi esperimenti  all’insegna del …”dì che ti mando io”… Senza dimenticare che il presidente Giancarlo Giannini, la cui provenienza è Ina Assitalia (in qualità di direttore generale), malgrado le molte chiacchere  non sempre generose sul suo conto,  è stato manager all’altezza del suo ruolo, un buon presidente. 

Giova sapere che, illo tempore, non solo  ha ereditato la gestione di un Istituto di Vigilanza non certo in buona salute, ma ha anche attraversato il c.d. “cambiamento” con grande attenzione  intellettuale,  presumo “tirato”  per la giacca un po’ da tutti,  cercando di ridare credibilità ad una Istituzione con successo , malgrado qualche lacuna.  Ha interpretato il suo ruolo con assoluta dignità e rigore. 

Mi permetto sperare che si possa proseguire su questa strada. Pongo  a me stessa e ai lettori una domanda: queste “varianti”  allo status quo  delle mansioni Isvap, se modificate e addirittura “spacchettate”, non andranno a coinvolgere  anche il Codice delle Assicurazioni? Sarà obbligatoria una modifica allo stesso? La materia, come possiamo notare, è delicatissima e il 20 giugno è alle porte. 

Auspico, lo ripeto, che per un settore così importante, vero zoccolo duro dell’economia nazionale, (senza mai sottovalutare che lo stesso da’ “occupazione” ad oltre 350.000-  persone), si possano trovare soluzioni attente, studiate con grande discernimento e volontà di miglioramento!

Sarà necessaria la  ricerca di competenza, professionalità, equilibrio al fine di riservare a questo  mercato e alla sua collettività di assicurati, la giusta concorrenza, innovazione, garanzie assicurative chiare e per tutti accessibili, con un grande gioco di squadra che vada a coinvolgere tutte le parti in causa. 

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