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Pronte le compagnie italiane a Solvency II?

Solvency II in dirittura di arrivo: sulla Gazzetta Ufficiale Europea, il 20 marzo,  sono stati pubblicati i Regolamenti utili e obbligatori per le imprese di assicurazione sulle procedure di approvazione per  modelli interni ed altro ancora, facendo così seguito a quanto già pubblicato da Eiopa a fine febbraio sulle “curve dei tassi di interesse” che le compagnie italiane dovranno utilizzare nel quadro normativo di Solvency II, per poter così valutare  riserve tecniche e la “propria” solvibilità in rapporto alle nuove disposizioni.
In altre parole SolvencyII  impone alle compagnie italiane un fortissimo cambiamento, forse  affiancato anche a grossi sforzi economici, al fine di aggiornare procedure  contabili assolutamente obsolete,  se rapportate alle richieste di Eiopa, nel tassativo rispetto delle nuove regole imposte dall’Europa che conta.

L’Istituto di Vigilanza – Ivass -  non ha mai mancato di sostenere che il mercato assicurativo italiano non desta alcuna preoccupazione nel seguire le nuove regole ma – soprattutto -,   i parametri patrimoniali, che dovranno andare a regime a partire dal gennaio 2016.  Le compagnie di  “bandiera”  sono economicamente solide.
Solo dopo tale data, Eiopa, nel cui board l’Italia è rappresentata dal dr. Corinti, si incominceranno a valutare con maggiore attenzione  i “titoli di Stato” nei c.d.  “modelli interni” , per i quali sono attese le linee guida.

L'argomento è certamente delicato e al vertice della Vigilanza italiana viene usata la massima cautela.
I grandi gruppi assicurativi non dovrebbero destare  preoccupazioni sulla loro consistenza patrimoniale, restano le piccole e medie Imprese che, sicuramente, saranno sottoposte a sforzi maggiori e non facili da superare.  
Molto dipenderà dalla linea che traccerà l'Europa sull'argomento: per tutti i Paesi membri.
Potrebbe anche essere necessario, dipenderà dai singoli casi, che ci si possa imbattere nella necessità di veder ripatrimonializzare alcune Compagnie: è ancora un'incognita, certamente, ma è ancora presto per cospargersi il capo di cenere e tentare di fare valutazioni fondate, soprattutto su quei titoli di Stato detenuti dalle Imprese assicurative, in quanto dovranno essere sottoposti ai “parametri” che verranno suggeriti da Eiopa nel prossimo futuro.
In altre parole il mercato italiano e le sue imprese,  dovranno, ancora una volta, confrontarsi con i propri “identikit” di rischio e di situazione patrimoniale.

Ho il ragionevole dubbio che il nuovo asset imposto dall'Europa sarà  per le  compagnie italiane  un continuo esame di autovalutazione, complesso, al quale sono arrivate, tutte,  con un ritardo enorme, anche rispetto agli istituti di credito nostrani.
E' certo che se , trent'anni fa,  il  mercato italiano avesse avuto queste discipline e regole da seguire, non sarebbe mai stato costituito, a spese anche della collettività (32% e in alcuni casi 35% di “caricamenti”, su polizze Rca....),  quel vecchio carrozzone , assemblaggio di compagnie decotte, che si chiamava Sofigea srl. E' stato capace di ingoiare centinaia e centinaia di miliardi  di lire,  migliaia di assicurati allo sbando, solo per la mala gestio di pochi e la scaltrezza (???) di molti.

Lo stesso Ministro Altissimo  (IX Legislatura -28/9)1984) scrisse testualmente che “erano entrate nel mercato società non in grado di gestire regolarmente il servizio Rca obbligatorio,  in quanto prive dei requisiti di capacità professionale e di solidità finanziaria”.... e, aggiungo io, di controlli da parte dell'allora Minindustria!

Tutto ciò che si riferisce a Solvency II , è oggettivamente molto ostico, siamo di fronte a cambiamenti velocissimi, difficili e ineluttabili, ai quali non sarà facile adeguarsi: né per le imprese storiche, per i grandi Gruppi,  né per le medie e nessuno,  proprio nessuno, può permettersi di sottovalutare le eventuali conseguenze, ove non venissero applicate le nuove disposizioni in modo quasi scientifico.
L'Ivass avrà un ruolo determinante nel “cambiamento”  e tra le delicate pieghe dello stesso,  sarà attentissima a che nessuna compagnia deroghi ai dettati europei e nello stesso tempo “vicina”  a chi chiederà consulenza.
Queste nuove disposizioni esporranno le imprese italiane a onerosi costi supplementari, per una organizzazione tutta nuova, gestionale e amministrativa, ma non lo sarà di meno anche per lo stesso Istituto di Vigilanza, che avrà anch'esso la necessità di  incamerare all'interno della struttura, personale ben preparato sulle rigide incombenze di Solvency II, vuoi sul fronte della concreta vigilanza , ma anche sulla  stessa formazione,  per coloro che ne  dovessero fare richiesta.

Resta la speranza che – nell'arco di qualche anno – , i risultati positivi saranno tangibili: rispondenza al requisito patrimoniale, al profilo del rischio, ma anche ad una governance degna di questo nome, nel rispetto dell'etica e della dovuta trasparenza, affinché questo nostro mercato assicurativo sia  più vicino al consumatore, anche sul fronte morale.

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