La nuova primavera delle assicurazioni
La modernizzazione del mercato assicurativo passa sicuramente attraverso il cambiamento dei processi, dei sistemi, delle tecnologie. Ma nulla di questo sarebbe possibile senza un ricambio degli uomini e delle menti. Le nuove generazioni avanzano, sia sotto forma di professionisti del settore che di clienti. Questo è sicuramente un vantaggio che può portare a un incontro a metà strada tra domanda e offerte. Tra due mondi che per molto tempo hanno avuto difficoltà a parlare la stessa lingua.
L’evoluzione non può che concretizzarsi, innanzi tutto, attraverso la creazione di nuove infrastrutture digitali. Che devono essere pensate per fare un grande passo in avanti rispetto al passato. Ma rimanendo con i piedi per terra e vicine ai problemi degli assicurati. Ma come fare a non commettere l’errore di allontanare i clienti dall’assicurazione, come avvenuto in passato? Una delle risposte potrebbe essere: cercando di posizionare le persone giuste al posto giusto. Per rispondere alle esigenze dei clienti con persone della stessa generazione. Che, come detto prima, parlano la stessa lingua.
Tutto molto semplice a dirsi, piuttosto che a farsi. Una ricerca di KPMG, recentemente, ha fatto emergere alcuni dati molto interessanti riguardanti il mercato assicurativo americano e su come questo si stia evolvendo: tutti sono convinti dell’importanza degli strumenti informatici, ma in pochi sanno come sfruttare appieno il loro potenziale. La maggior parte degli assicuratori associa a una strategia digitale solamente la presenza online, senza obiettivi chiari legati al piano d’azione. Mentre nel frattempo l’età media degli intermediari avanza, e la nuova linfa è pronta a rimpiazzare un quarto degli operatori negli Stati Uniti entro il 2018.
Saranno giovani tra i 20 e i 30 anni, che anche in Europa, Asia e America Latina, entreranno nel mercato ricchi di esperienze diverse e molto più specializzate di quelle dei loro predecessori. In particolare, i futuri assicuratori avranno dalla loro una visione del mercato a 360 gradi, nata da un approccio alle dinamiche sociali innovativo e più che mai digitale. La sfida per le compagnie, da questo punto di vista, sta nell’investire nella giusta direzione e nei giusti talenti. Il mercato londinese dei Lloyd’s ne è un esempio: puntando da sempre su Graduate Program all’avanguardia per mettere in atto un ricambio generazionale che prenda solo il meglio di quanto i giovani hanno da offrire. Ma non possiamo negare che anche le compagnie italiane si stanno muovendo nella giusta direzione ultimamente, andando a pescare dalle Università menti brillanti e spiriti innovativi.
Ma il processo non è semplice. Le innovazioni del terzo millennio possono essere di difficile implementazione. Possono creare profitto, se magistralmente azzeccate. Ma dall’altro lato possono essere la causa di molti mali per un’impresa. Ecco perché, a livello strategico, è importante riuscire a mantenere i piedi per terra. Utilizzando al meglio le armi a disposizione. Queste armi ci vengono sicuramente offerte dalla tecnologia. Ma come è giusto sottolineare, la tecnologia senza l’uomo è un arma a doppio taglio, che rischia di sostituire (e non aiutare) gli assicuratori nell’offerta di prodotti migliori e sempre più adatti alle esigenze dei clienti.
L’evoluzione non può che concretizzarsi, innanzi tutto, attraverso la creazione di nuove infrastrutture digitali. Che devono essere pensate per fare un grande passo in avanti rispetto al passato. Ma rimanendo con i piedi per terra e vicine ai problemi degli assicurati. Ma come fare a non commettere l’errore di allontanare i clienti dall’assicurazione, come avvenuto in passato? Una delle risposte potrebbe essere: cercando di posizionare le persone giuste al posto giusto. Per rispondere alle esigenze dei clienti con persone della stessa generazione. Che, come detto prima, parlano la stessa lingua.
Tutto molto semplice a dirsi, piuttosto che a farsi. Una ricerca di KPMG, recentemente, ha fatto emergere alcuni dati molto interessanti riguardanti il mercato assicurativo americano e su come questo si stia evolvendo: tutti sono convinti dell’importanza degli strumenti informatici, ma in pochi sanno come sfruttare appieno il loro potenziale. La maggior parte degli assicuratori associa a una strategia digitale solamente la presenza online, senza obiettivi chiari legati al piano d’azione. Mentre nel frattempo l’età media degli intermediari avanza, e la nuova linfa è pronta a rimpiazzare un quarto degli operatori negli Stati Uniti entro il 2018.
Saranno giovani tra i 20 e i 30 anni, che anche in Europa, Asia e America Latina, entreranno nel mercato ricchi di esperienze diverse e molto più specializzate di quelle dei loro predecessori. In particolare, i futuri assicuratori avranno dalla loro una visione del mercato a 360 gradi, nata da un approccio alle dinamiche sociali innovativo e più che mai digitale. La sfida per le compagnie, da questo punto di vista, sta nell’investire nella giusta direzione e nei giusti talenti. Il mercato londinese dei Lloyd’s ne è un esempio: puntando da sempre su Graduate Program all’avanguardia per mettere in atto un ricambio generazionale che prenda solo il meglio di quanto i giovani hanno da offrire. Ma non possiamo negare che anche le compagnie italiane si stanno muovendo nella giusta direzione ultimamente, andando a pescare dalle Università menti brillanti e spiriti innovativi.
Ma il processo non è semplice. Le innovazioni del terzo millennio possono essere di difficile implementazione. Possono creare profitto, se magistralmente azzeccate. Ma dall’altro lato possono essere la causa di molti mali per un’impresa. Ecco perché, a livello strategico, è importante riuscire a mantenere i piedi per terra. Utilizzando al meglio le armi a disposizione. Queste armi ci vengono sicuramente offerte dalla tecnologia. Ma come è giusto sottolineare, la tecnologia senza l’uomo è un arma a doppio taglio, che rischia di sostituire (e non aiutare) gli assicuratori nell’offerta di prodotti migliori e sempre più adatti alle esigenze dei clienti.
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