Minucci, un intervento a tutto campo
Il 27 e 28 ottobre, a Milano, si è svolto il 17esimo Annual assicurazioni organizzato dal Sole 24 Ore. Interessante per il Paese, per l’industria assicurativa e per il Governo, l’intervento del presidente dell’Ania, Aldo Minucci.
L’invito gli ha permesso di svolgere importanti e serie considerazioni sull’andamento corrente dell’industria assicurativa in Italia e sul ruolo che le imprese assicurative possono svolgere per il rilancio del Paese, la ripresa dell’economia e il risanamento del suo welfare. Ha messo in luce come la crisi di questi ultimi anni abbia intaccato il tessuto produttivo del Paese, mettendo in ginocchio molte aziende, è fragile la nostra nazione, colpita da un livello di disoccupazione di cui non si aveva più memoria dalla seconda guerra mondiale.
Tutto questo, però, prosegue Aldo Minucci, non ha indebolito il settore assicurativo che, in questi frangenti difficili, ha continuato a offrire protezione a famiglie e imprese, difendendo anche i risparmi degli italiani. Ha inoltre tutelato i livelli occupazionali e di reddito dei propri collaboratori.
Oggi il mercato assicurativo esce dalla crisi con una forza patrimoniale intatta e con solidi conti economici. Tuttavia, afferma il presidente Minucci, esiste un peggioramento dei risultati tecnici del ramo vita (1,7 miliardi di euro, -14,1% nei primi sei mesi dell’anno rispetto al medesimo periodo del 2014). Nei rami danni c’è uno stesso trend con una riduzione del 13,7% del saldo tecnico che, al 30 giugno 2015, si attestava a 1,9 miliardi: decremento tecnico ampiamente compensato, però, dal saldo della gestione non tecnica, migliorato di quasi un miliardo.
Il perdurare dei bassi tassi di interesse potrebbe rendere inevitabile la progressiva diminuzione delle performance delle gestioni separate assicurative del ramo vita, per le quali si prevede un incremento del 5-6% a fine anno: previsione rivista al ribasso dal precedente 12%. Tenuto conto, sottolinea il presidente, che negli ultimi due anni, per il ramo vita, c’è stata una raccolta record, l’Italia è tra i Paesi industrializzati quello che ha registrato la maggiore crescita.
Sono ancora importanti i bisogni di finanziamento della nazione. Nuovi interventi normativi hanno ampliato la possibilità d’investimenti assicurativi a nuove asset class, in ragione del loro lungo orizzonte temporale, soprattutto sul fronte delle infrastrutture.
La fiscalità deve incoraggiare maggiormente gli investimenti e lungo termine, con imposta sostitutiva agevolata, pur essendo tutti consci degli stringenti vincoli dello Stato.
Per i rami danni si assiste a un’inversione del ciclo assicurativo, dopo anni di soft market. Il ramo Rc auto è in calo del 7,6%: dalla liberalizzazione delle tariffe, non si è mai assistito a una fase così prolungata di ribassi dei prezzi. Intanto aumentano le immatricolazioni.
Il presidente Minucci, nel suo intervento, ha spaziato su molti altri argomenti, tutti di primaria importanza, come la sottoassicurazione nei rami danni delle famiglie italiane, se rapportata alle nazioni più evolute.
L’aiuto che il comparto assicurativo può dare al riassetto del walfare
Il tema è ampio e coinvolge serie problematiche economiche, sociali e culturali. Per affrontarle è necessario tenere presente che lo Stato non può farsi carico di tutti i cittadini, anche alla luce delle sempre maggiori non autosufficienze delle persone, che i trend demografici stanno aggravando. Lo Stato, ovviamente, deve continuare a erogare i fondamentali trattamenti di base, ma deve anche favorire la possibilità di soluzioni privatistiche integrative, efficienti e praticabili, attraverso riconoscimenti d’incentivi fiscali. Il presidente prosegue chiedendosi il perché di questa resistenza ad affrontare per tempo problemi che richiederebbero un’attenzione costante del Governo.
Fa anche un preciso passaggio sulle catastrofi naturali: altra grande emergenza nazionale, facendo altresì presente che il dibattito su una copertura assicurativa obbligatoria, avviata oltre dieci anni fa, a tutt’oggi non ha trovato soluzione positiva. Timore da parte del Governo che la collettività interpreti una garanzia assicurativa obbligatoria, come una nuova tassa?
Nella realtà è impossibile che possa essere percepito come un nuovo costo aggiuntivo, perché già oggi i contribuenti pagano in modo surrettizio la medesima imposta.
Chiude il suo ampio intervento con una nota positiva. L’Italia sta uscendo dalla crisi e con previsioni di crescita del Pil. Il Governo con la legge di stabilità si propone di accelerare la ripresa economica con una manovra espansiva dei conti pubblici. Un’industria assicurativa in salute, come quella italiana, può rendere questo percorso più sostenibile.
Se il Governo procedesse con minore esitazione in questa direzione, verrebbe compiuto un passo importante per la modernizzazione del Paese e verrebbero gettate basi più solide per rendere la ripresa meno esposta al cicli della congiuntura.
L’invito gli ha permesso di svolgere importanti e serie considerazioni sull’andamento corrente dell’industria assicurativa in Italia e sul ruolo che le imprese assicurative possono svolgere per il rilancio del Paese, la ripresa dell’economia e il risanamento del suo welfare. Ha messo in luce come la crisi di questi ultimi anni abbia intaccato il tessuto produttivo del Paese, mettendo in ginocchio molte aziende, è fragile la nostra nazione, colpita da un livello di disoccupazione di cui non si aveva più memoria dalla seconda guerra mondiale.
Tutto questo, però, prosegue Aldo Minucci, non ha indebolito il settore assicurativo che, in questi frangenti difficili, ha continuato a offrire protezione a famiglie e imprese, difendendo anche i risparmi degli italiani. Ha inoltre tutelato i livelli occupazionali e di reddito dei propri collaboratori.
Oggi il mercato assicurativo esce dalla crisi con una forza patrimoniale intatta e con solidi conti economici. Tuttavia, afferma il presidente Minucci, esiste un peggioramento dei risultati tecnici del ramo vita (1,7 miliardi di euro, -14,1% nei primi sei mesi dell’anno rispetto al medesimo periodo del 2014). Nei rami danni c’è uno stesso trend con una riduzione del 13,7% del saldo tecnico che, al 30 giugno 2015, si attestava a 1,9 miliardi: decremento tecnico ampiamente compensato, però, dal saldo della gestione non tecnica, migliorato di quasi un miliardo.
Il perdurare dei bassi tassi di interesse potrebbe rendere inevitabile la progressiva diminuzione delle performance delle gestioni separate assicurative del ramo vita, per le quali si prevede un incremento del 5-6% a fine anno: previsione rivista al ribasso dal precedente 12%. Tenuto conto, sottolinea il presidente, che negli ultimi due anni, per il ramo vita, c’è stata una raccolta record, l’Italia è tra i Paesi industrializzati quello che ha registrato la maggiore crescita.
Sono ancora importanti i bisogni di finanziamento della nazione. Nuovi interventi normativi hanno ampliato la possibilità d’investimenti assicurativi a nuove asset class, in ragione del loro lungo orizzonte temporale, soprattutto sul fronte delle infrastrutture.
La fiscalità deve incoraggiare maggiormente gli investimenti e lungo termine, con imposta sostitutiva agevolata, pur essendo tutti consci degli stringenti vincoli dello Stato.
Per i rami danni si assiste a un’inversione del ciclo assicurativo, dopo anni di soft market. Il ramo Rc auto è in calo del 7,6%: dalla liberalizzazione delle tariffe, non si è mai assistito a una fase così prolungata di ribassi dei prezzi. Intanto aumentano le immatricolazioni.
Il presidente Minucci, nel suo intervento, ha spaziato su molti altri argomenti, tutti di primaria importanza, come la sottoassicurazione nei rami danni delle famiglie italiane, se rapportata alle nazioni più evolute.
L’aiuto che il comparto assicurativo può dare al riassetto del walfare
Il tema è ampio e coinvolge serie problematiche economiche, sociali e culturali. Per affrontarle è necessario tenere presente che lo Stato non può farsi carico di tutti i cittadini, anche alla luce delle sempre maggiori non autosufficienze delle persone, che i trend demografici stanno aggravando. Lo Stato, ovviamente, deve continuare a erogare i fondamentali trattamenti di base, ma deve anche favorire la possibilità di soluzioni privatistiche integrative, efficienti e praticabili, attraverso riconoscimenti d’incentivi fiscali. Il presidente prosegue chiedendosi il perché di questa resistenza ad affrontare per tempo problemi che richiederebbero un’attenzione costante del Governo.
Fa anche un preciso passaggio sulle catastrofi naturali: altra grande emergenza nazionale, facendo altresì presente che il dibattito su una copertura assicurativa obbligatoria, avviata oltre dieci anni fa, a tutt’oggi non ha trovato soluzione positiva. Timore da parte del Governo che la collettività interpreti una garanzia assicurativa obbligatoria, come una nuova tassa?
Nella realtà è impossibile che possa essere percepito come un nuovo costo aggiuntivo, perché già oggi i contribuenti pagano in modo surrettizio la medesima imposta.
Chiude il suo ampio intervento con una nota positiva. L’Italia sta uscendo dalla crisi e con previsioni di crescita del Pil. Il Governo con la legge di stabilità si propone di accelerare la ripresa economica con una manovra espansiva dei conti pubblici. Un’industria assicurativa in salute, come quella italiana, può rendere questo percorso più sostenibile.
Se il Governo procedesse con minore esitazione in questa direzione, verrebbe compiuto un passo importante per la modernizzazione del Paese e verrebbero gettate basi più solide per rendere la ripresa meno esposta al cicli della congiuntura.
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Aldo minucci,