Il nuovo impero delle assicurazioni cinesi
Sentiamo parlare spesso della Cina e di come questa superpotenza sia sempre più al centro delle dinamiche politico-economiche globali. Ci appassioniamo della cultura orientale e restiamo colpiti dall’opulenza dei businessmen di Beijing e di Shangai. Ma quando si parla di assicurazioni, sembra quasi che il mercato cinese scompaia, inghiottito da un marasma di approssimazione e di mancanza di regole.
In realtà le cose stanno cambiando. Le nuove normative introdotte dal governo di Pechino vogliono imporre il sistema assicurativo del Paese come uno dei pilastri del welfare nazionale. Per cercare di far emergere le assicurazioni e metterle sullo stesso livello della finanza. Nonostante, infatti, le compagnie cinesi investano molto sui mercati internazionali, poco spazio è dato all’innovazione e alla strutturazione delle strategie interne.
I prodotti del ramo vita più venduti, per esempio, sono dei semplici certificati di deposito che garantiscono una rendita a fronte del pagamento di un premio unico. Ma con l’avanzare della nuova classe media stanno emergendo anche nuove esigenze legate al mondo della protezione. Ecco allora che il governo ha imposto alle banche (il maggior canale di vendita di polizze) di dover vendere almeno il 20% di prodotti per la protezione degli assicurati.
Un’ulteriore leva prevista dalla politica, per incentivare l’acquisto di polizze per la tutela previdenziale, è quella di garantire una detassazione di tutti i piani pensionistici, sia privati che aziendali. Una mossa già vista in altri Paesi, sicuramente utile per smuovere le acque cinesi. Anche perché la popolazione inizia a invecchiare e si sta cominciando a creare un gap preoccupante tra la generazione dei pensionati e quella dei giovani lavoratori.
Queste strategie, supportate anche dalla forte pressione dei media per instillare nella popolazione cinese la necessità di essere consapevole delle proprie scoperture, vorrebbe portare nei prossimi anni a un aumento considerevole della penetrazione assicurativa. Nell’ordine di una crescita dei premi del 17% nel periodo 2015-2020.
Sul versante delle compagnie, le società cinesi si stanno adeguando ai requisiti di capitale tipici degli assicuratori americani ed europei. Con l’introduzione del China Risk-Oriented Solvency System, ancora in fase di definizione, le compagnie dovranno dotarsi di metriche di quantificazione del rischio molto più stringenti, per evitare situazioni che potrebbero portare al collasso del mercato.
Ovviamente questa fase di assestamento ha l’obiettivo di consolidare il mercato e far emergere le compagnie “migliori”. Lo scenario della Cina delle assicurazioni, infatti, è al momento molto frammentato: con compagnie piccole che vendono pochi prodotti su scala regionale e colossi che invece sono in grado di diversificare e operare anche su scala internazionale. Il cambiamento è in atto. Le opportunità sono notevoli, per gli investitori sul mercato cinese e per le stesse compagnie. E’ una grande occasione per le assicurazioni, per dimostrare ancora una volta il valore che questo business ha per la sostenibilità di un Paese ricco di sfide e di ambizioni.
In realtà le cose stanno cambiando. Le nuove normative introdotte dal governo di Pechino vogliono imporre il sistema assicurativo del Paese come uno dei pilastri del welfare nazionale. Per cercare di far emergere le assicurazioni e metterle sullo stesso livello della finanza. Nonostante, infatti, le compagnie cinesi investano molto sui mercati internazionali, poco spazio è dato all’innovazione e alla strutturazione delle strategie interne.
I prodotti del ramo vita più venduti, per esempio, sono dei semplici certificati di deposito che garantiscono una rendita a fronte del pagamento di un premio unico. Ma con l’avanzare della nuova classe media stanno emergendo anche nuove esigenze legate al mondo della protezione. Ecco allora che il governo ha imposto alle banche (il maggior canale di vendita di polizze) di dover vendere almeno il 20% di prodotti per la protezione degli assicurati.
Un’ulteriore leva prevista dalla politica, per incentivare l’acquisto di polizze per la tutela previdenziale, è quella di garantire una detassazione di tutti i piani pensionistici, sia privati che aziendali. Una mossa già vista in altri Paesi, sicuramente utile per smuovere le acque cinesi. Anche perché la popolazione inizia a invecchiare e si sta cominciando a creare un gap preoccupante tra la generazione dei pensionati e quella dei giovani lavoratori.
Queste strategie, supportate anche dalla forte pressione dei media per instillare nella popolazione cinese la necessità di essere consapevole delle proprie scoperture, vorrebbe portare nei prossimi anni a un aumento considerevole della penetrazione assicurativa. Nell’ordine di una crescita dei premi del 17% nel periodo 2015-2020.
Sul versante delle compagnie, le società cinesi si stanno adeguando ai requisiti di capitale tipici degli assicuratori americani ed europei. Con l’introduzione del China Risk-Oriented Solvency System, ancora in fase di definizione, le compagnie dovranno dotarsi di metriche di quantificazione del rischio molto più stringenti, per evitare situazioni che potrebbero portare al collasso del mercato.
Ovviamente questa fase di assestamento ha l’obiettivo di consolidare il mercato e far emergere le compagnie “migliori”. Lo scenario della Cina delle assicurazioni, infatti, è al momento molto frammentato: con compagnie piccole che vendono pochi prodotti su scala regionale e colossi che invece sono in grado di diversificare e operare anche su scala internazionale. Il cambiamento è in atto. Le opportunità sono notevoli, per gli investitori sul mercato cinese e per le stesse compagnie. E’ una grande occasione per le assicurazioni, per dimostrare ancora una volta il valore che questo business ha per la sostenibilità di un Paese ricco di sfide e di ambizioni.
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