Intermediario e offeso
Qualche settimana fa ho affrontato l’argomento dell’aumento dei costi di gestione nell’intermediazione a fronte di premi e ricavi in continua discesa.
Ma se per gli agenti italiani le entrate si sono assottigliate, per le imprese il discorso è ben diverso: gli azionisti, negli ultimi anni, hanno avuto grossi riscontri dai loro investimenti. Ma la crisi coinvolge l’intero mondo occidentale e il periodo delle vacche grasse per gli assicuratori sta terminando. Restano costanti i segnali che invertono la frequenza dei sinistri, anche se per adesso i dati fanno appena capolino nelle nuove statistiche. Le previsioni sono in peggioramento per gli anni futuri; si dovranno capire bene i saldi tecnici. Presumo che le imprese stiano correndo ai ripari e il mezzo sia il consueto: l’aumento dei premi medi assicurativi. Da qui i primi provvedimenti.
È sotto gli occhi di tutti come molte compagnie abbiano già iniziato a lavorare sugli abbuoni, limandoli. Negli anni scorsi gli sconti la facevano da padroni, con buona pace delle garanzie che scricchiolavano per la loro poca consistenza. Alcune compagnie hanno puntato sul restauro di alcuni prodotti, in alcuni casi (troppi), peggiorandoli. Altro che innovazioni… alcuni prodotti non hanno riscosso grande successo tra gli utenti, ma neanche tra gli intermediari. La gestione appare complicata e, in alcuni casi, inconsistente.
Si dice che esistano nuovi timidi tentativi per mettere a disposizione del comparto assicurativo (agenti e utenti) un ventaglio di servizi che vanno al di là di una semplice copertura assicurativa di Rc auto e rischi diversi. Tentare di “sparigliare le carte” riscrivendo tariffe e condizioni di polizza, tentando di rimetterle a nuovo e far credere al mercato che siano “speciali”, e pertanto non confrontabili con quelli di altri competitor, non è molto credibile.
Ed ecco, qui di seguito, alcune novità che ho scovato curiosando qua e là.
Si va dalla classica scatola nera, che si arricchisce di un sistema viva voce, permettendo al guidatore di dialogare con la centrale operativa, al risarcimento in forma specifica che prevede, invece che l’indennizzo, la presa in carico della riparazione presso centri/carrozzerie gestiti direttamente dalle imprese. Vi è poi la copertura ad hoc per chi usa l’auto solo in una grande città (Roma, Bologna, Milano, Torino, Firenze, Genova, Palermo, ecc.), che rappresentano il target preferito dell’industria assicurativa che possiedono le compagnie dirette. C’è anche chi ha pensato di vendere una garanzia “guasti” che andrebbe a coprire i costi di riparazione meccanica del veicolo, non conseguente a un incidente stradale: una sorta di casco con delle limitazioni. E poi, per gli “smemorati di Collegno” che non rammentano dove hanno posteggiato l’auto, esiste anche un nuovo servizio che ti aiuta a ritrovarla, o blocca chi tenta di rubarla. O se sconfini un perimetro geografico definito, o superi la velocità consentita, te lo segnala. Certo la tecnologia fa grandi passi e anche la fantasia di questo mercato.
L’intermediario, di fronte a un prodotto Rc auto sempre più complesso ed elaborato, dovrà fare più attenzione nello spiegare al cliente il ventaglio di garanzie disponibili, per non correre il ragionevole rischio di incorrere seri problemi. Le spiegazioni devono essere più semplici possibili e alla portata intellettuale di qualsiasi cliente. Non è semplice retorica: è la realtà di un mercato che non gode più della fiducia passata. Parlare assicuratese, per dimostrare all’utente la propria formazione, non paga, anzi…
In ogni caso è importante compilare, con grande accuratezza e dovizia di particolari, il modello di adeguatezza. Cosa ne sarebbe di un agente che si vedesse addebitare dal proprio cliente la responsabilità di non avergli illustrato sufficientemente tutte quelle possibilità offerte dall’impresa rappresentata? E se il nostro intermediario, di compagnie, ne rappresentasse due o tre? Problema ancora aperto...
Ma una vendita complessa, lo sappiamo, richiede tanto tempo: chi lo pagherà?
C’è da chiedersi, seriamente, se sia ancora remunerativa una provvigione media di circa il 7,5% del premio lordo e un premio medio, grosso modo, di poco sopra i 300 euro.
C’è chi pensa che comprare una polizza in internet sia cosa semplice. Certamente lo è: ma altrettanto facile, quanto pericoloso, è mettere a repentaglio il proprio patrimonio per aver sottovalutato una delle tante domande, apparentemente insignificanti e prive di importanza, che vengono poste durante la navigazione, nel sito dell’impresa assicurativa di turno, o non aver cliccato su un’estensione di garanzia importante.
Mala tempora currunt sed peiora parantur (corrono brutti tempi, ma peggiori si preparano).
Ma se per gli agenti italiani le entrate si sono assottigliate, per le imprese il discorso è ben diverso: gli azionisti, negli ultimi anni, hanno avuto grossi riscontri dai loro investimenti. Ma la crisi coinvolge l’intero mondo occidentale e il periodo delle vacche grasse per gli assicuratori sta terminando. Restano costanti i segnali che invertono la frequenza dei sinistri, anche se per adesso i dati fanno appena capolino nelle nuove statistiche. Le previsioni sono in peggioramento per gli anni futuri; si dovranno capire bene i saldi tecnici. Presumo che le imprese stiano correndo ai ripari e il mezzo sia il consueto: l’aumento dei premi medi assicurativi. Da qui i primi provvedimenti.
È sotto gli occhi di tutti come molte compagnie abbiano già iniziato a lavorare sugli abbuoni, limandoli. Negli anni scorsi gli sconti la facevano da padroni, con buona pace delle garanzie che scricchiolavano per la loro poca consistenza. Alcune compagnie hanno puntato sul restauro di alcuni prodotti, in alcuni casi (troppi), peggiorandoli. Altro che innovazioni… alcuni prodotti non hanno riscosso grande successo tra gli utenti, ma neanche tra gli intermediari. La gestione appare complicata e, in alcuni casi, inconsistente.
Si dice che esistano nuovi timidi tentativi per mettere a disposizione del comparto assicurativo (agenti e utenti) un ventaglio di servizi che vanno al di là di una semplice copertura assicurativa di Rc auto e rischi diversi. Tentare di “sparigliare le carte” riscrivendo tariffe e condizioni di polizza, tentando di rimetterle a nuovo e far credere al mercato che siano “speciali”, e pertanto non confrontabili con quelli di altri competitor, non è molto credibile.
Ed ecco, qui di seguito, alcune novità che ho scovato curiosando qua e là.
Si va dalla classica scatola nera, che si arricchisce di un sistema viva voce, permettendo al guidatore di dialogare con la centrale operativa, al risarcimento in forma specifica che prevede, invece che l’indennizzo, la presa in carico della riparazione presso centri/carrozzerie gestiti direttamente dalle imprese. Vi è poi la copertura ad hoc per chi usa l’auto solo in una grande città (Roma, Bologna, Milano, Torino, Firenze, Genova, Palermo, ecc.), che rappresentano il target preferito dell’industria assicurativa che possiedono le compagnie dirette. C’è anche chi ha pensato di vendere una garanzia “guasti” che andrebbe a coprire i costi di riparazione meccanica del veicolo, non conseguente a un incidente stradale: una sorta di casco con delle limitazioni. E poi, per gli “smemorati di Collegno” che non rammentano dove hanno posteggiato l’auto, esiste anche un nuovo servizio che ti aiuta a ritrovarla, o blocca chi tenta di rubarla. O se sconfini un perimetro geografico definito, o superi la velocità consentita, te lo segnala. Certo la tecnologia fa grandi passi e anche la fantasia di questo mercato.
L’intermediario, di fronte a un prodotto Rc auto sempre più complesso ed elaborato, dovrà fare più attenzione nello spiegare al cliente il ventaglio di garanzie disponibili, per non correre il ragionevole rischio di incorrere seri problemi. Le spiegazioni devono essere più semplici possibili e alla portata intellettuale di qualsiasi cliente. Non è semplice retorica: è la realtà di un mercato che non gode più della fiducia passata. Parlare assicuratese, per dimostrare all’utente la propria formazione, non paga, anzi…
In ogni caso è importante compilare, con grande accuratezza e dovizia di particolari, il modello di adeguatezza. Cosa ne sarebbe di un agente che si vedesse addebitare dal proprio cliente la responsabilità di non avergli illustrato sufficientemente tutte quelle possibilità offerte dall’impresa rappresentata? E se il nostro intermediario, di compagnie, ne rappresentasse due o tre? Problema ancora aperto...
Ma una vendita complessa, lo sappiamo, richiede tanto tempo: chi lo pagherà?
C’è da chiedersi, seriamente, se sia ancora remunerativa una provvigione media di circa il 7,5% del premio lordo e un premio medio, grosso modo, di poco sopra i 300 euro.
C’è chi pensa che comprare una polizza in internet sia cosa semplice. Certamente lo è: ma altrettanto facile, quanto pericoloso, è mettere a repentaglio il proprio patrimonio per aver sottovalutato una delle tante domande, apparentemente insignificanti e prive di importanza, che vengono poste durante la navigazione, nel sito dell’impresa assicurativa di turno, o non aver cliccato su un’estensione di garanzia importante.
Mala tempora currunt sed peiora parantur (corrono brutti tempi, ma peggiori si preparano).
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