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L’ultima frontiera della truffa

Quando si parla di truffe, nel settore assicurativo, si pensa subito alla situazione italiana. A quanto i costi dell'RC auto siano elevati a causa delle conseguenze delle attività criminali di pochi a discapito di molti. Si pensa anche che gli italiani siano anche all'avanguardia nell'inventarsi espedienti sempre più ingegnosi per frodare le compagnie. Purtroppo, però, non c'è mai un limite alla fantasia, come dimostrano alcune recenti scoperte negli Stati Uniti.
Dalle indagini della polizia della California è emerso, infatti, che tra tossicodipendenti e veri e propri gangster è sempre più facile e popolare raggirare gli autonoleggi. Il tutto è molto logico e parte dai furti di identità. Una volta ottenuti dei documenti falsi, i criminali noleggiano una o più auto sotto falso nome, per poi utilizzarle per rapine o altri reati. Spesso i mezzi vengono ritrovati. Ma è troppo tardi. Sono stati bruciati o irrimediabilmente danneggiati.
Il tutto a costo 0 per i truffatori. Acquistare una patente falsa, o addirittura una carta di credito clonata, può costare poco più di 50 dollari. E il mercato clandestino non si lascia sfuggire nessun dettaglio. Spesso, infatti, i documenti rivenduti si scoprono rubati molti anni prima durante furti con destrezza o scippi.
Uno dei casi più eclatanti saltati all'occhio delle cronache ha riguardato il noleggio di 103 auto, messo in atto da una vera e propria banda. Tutti i soggetti, successivamente arrestati, erano criminali di lungo corso, in libertà vigilata o con un passato burrascoso. In comune avevano il fatto che fossero tutti legati alla criminalità organizzata.
Ma da cosa nasce tutta questa ondata di frodi? Secondo la polizia si percepisce una certa sicurezza in questo tipo di azioni. Si pensa che all'interno delle compagnie in pochi controllino accuratamente i dettagli di tutti i sinistri riportati. E in queste falle del sistema si insinuano le attività dei malviventi.
I criminali sono sempre più attenti ai dettagli e conoscono bene le procedure interne, sia delle società di autonoleggio, che delle compagnie di assicurazioni. In un caso si è scoperto che uno degli arrestati era registrato come cliente affezionato" presso un noleggiatore. Si era iscritto online e sceglieva le auto senza nemmeno alzarsi dal divano, con il computer di casa. In un'altra occasione nessuno è rimasto sorpreso nell'apprendere quanto fosse facile corrompere i dipendenti delle compagnie, utilizzando le grandi somme di denaro fruttate dalle attività illegali.
Come prevenire, quindi, le frodi? La tecnologia permette di monitorare molto, ma non tutto. L'introduzione di database e di registri incrociati è sicuramente utile per scovare casi anomali. Ma tutto parte dall'uomo. Ecco perché sono i periti e gli investigatori che devono cominciare a porsi le prime domande e a mettere assieme i tasselli del puzzle, con una particolare lente di ingrandimento sulle macchine noleggiate. Quante auto vengono prese in prestito dallo stesso soggetto? Quante di queste hanno subito incidenti e sono state fonte di sinistri? Ecco le prime domande da porsi.
Purtroppo ostacoli legati al diritto alla privacy si parano di fronte a chi indaga, e unire tutti i punti non è sempre facile. Ma un'azione tempestiva e l'unione delle forze sono le prime armi verso una limitazione delle frodi. Non bisogna dimenticare, infatti, come l'impatto di queste attività sia devastante per tutto il mercato: per le compagnie, che liquidano sinistri eccessivamente onerosi che incidono sui conti finali dell'azienda; per i clienti, che subiscono un indiscriminato innalzamento dei premi. Ma soprattutto per i truffatori, che vedendo l'immobilità del sistema sono spinti a perpetrare i loro inganni e a inventare nuovi stratagemmi, costantemente un passo più avanti rispetto a chi li dovrebbe prendere.


Matteo Cominelli
Esperto mercato assicurativo
e Consulente con sede a Londra

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