Generali riceve l’ok preventivo dall’Ivass al controllo di Cattolica
Ok anche dalle autorità di Lussemburgo e Irlanda per rilevare CattRe e Vera Financial Dac
Il gruppo Generali ha annunciato di aver ottenuto da parte dell’Ivass l’autorizzazione preventiva al controllo di Cattolica. “Con riferimento all’offerta pubblica di acquisto volontaria, ai sensi degli articoli 102 e 106, comma 4, del Tuf” si legge in una nota, il gruppo ha avuto l’ok “all’acquisizione, per effetto dell’offerta, di una partecipazione di controllo nell’emittente, ai sensi degli articoli 68 e seguenti del decreto legislativo n. 209 del 7 settembre 2005, come successivamente modificato e integrato, e, per l’effetto, nelle imprese di assicurazione da essa controllate ovvero in cui detiene una partecipazione qualificata”.
Il patto ha efficacia immediata, e decadrà alla fine dell’assemblea degli azionisti di Generali (nella primavera 2022) chiamata a scegliere un nuovo cda: Mediobanca punta a confermare l’attuale ceo Philippe Donnet, mentre Caltagirone e Del Vecchio vorrebbero un cambio al vertice.
Il Leone di Trieste, inoltre, ha ricevuto anche l’autorizzazione preventiva da parte della Commissariat aux Assurances all’acquisizione del controllo indiretto di CattRe e l’autorizzazione preventiva da parte della Central Bank of Ireland all’acquisto del controllo indiretto di Vera Financial Dac.
Il documento di offerta verrà pubblicato una volta approvato da Consob, entro il termine del periodo di istruttoria ai sensi dell’articolo 102, comma 4, del Tuf.
L’annuncio dell’Opa da parte del Leone di Trieste era arrivato lo scorso 31 maggio. Già azionista rilevante del gruppo veronese con una quota di circa il 24% del capitale, Generali ha offerto 6,75 euro per azione, prezzo che incorpora un premio pari al 15,3% rispetto al prezzo ufficiale delle azioni di Cattolica alla chiusura di venerdì 28 maggio, e del 40,5% rispetto alla media aritmetica degli ultimi sei mesi. In caso di integrale adesione all’Opa, con la quale Generali punta al delisting del titolo, l’esborso massimo per il Leone ammonta a 1.176 milioni di euro.
Il patto tra Caltagirone e Del Vecchio
Sullo sfondo di quanto avviene nel mercato si muove lo scontro interno in seno alla governance, tra chi vorrebbe mantenere il ceo Philippe Donnet al timone e chi vorrebbe sostituirlo.
Dopo che lo scorso 10 settembre Leonardo Del Vecchio e Francesco Gaetano Caltagirone hanno annunciato la sigla di un patto parasociale in vista della prossima assemblea degli azionisti di Generali, emergono i dettagli di quell’accordo. Su richiesta della Consob, i due grandi azionisti (insieme detengono un partecipazione di poco superiore all’11%) hanno fatto avere a Generali l’integrazione del documento contenente “le informazioni essenziali” del patto parasociale tra le società del gruppo Caltagirone e la Delfin di Del Vecchio.
La comunicazione spiega che l’integrazione di queste informazioni è stata richiesta per sintetizzare anche il contenuto delle clausole (pure quelle di natura non interamente parasociale) “disciplinanti l’obbligo di reciproca informazione in ordine ad ulteriori acquisti azionari e la facoltà di terze parti di aderire al patto”. La comunicazione precisa che le informazioni essenziali recano l’indicazione di un maggior numero di azioni sindacate “per effetto di acquisti compiuti medio tempore da taluni dei paciscenti”. Il patto ha efficacia immediata, e decadrà alla fine dell’assemblea degli azionisti di Generali (nella primavera 2022) chiamata a scegliere un nuovo cda: Mediobanca punta a confermare l’attuale ceo Philippe Donnet, mentre Caltagirone e Del Vecchio vorrebbero un cambio al vertice.
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