Ecco gli impegni di Unipol per il clima e lo sviluppo sostenibile
Il gruppo ha pubblicato il suo bilancio consolidato integrato 2022, che mostra un rafforzamento dei fattori Esg nel business
24/03/2023
Unipol ha pubblicato oggi il suo bilancio consolidato integrato 2022, vale a dire il documento sintetico che illustra come la strategia, la governance, le performance e le prospettive di un’organizzazione consentono di creare valore nel breve, medio e lungo periodo. Il gruppo sottolinea di aver rafforzato “l’integrazione dei fattori Esg nel business e l’impegno per la sostenibilità”, segnalando che il 97,7% degli investimenti sottoposti a monitoraggio risulta essere Esg compliant: una cifra pari a 42,2 miliardi di euro, di cui 1,16 miliardi sono stati investiti a sostegno dell’Agenda 2030 dell’Onu (+34%). Unipol, inoltre, si impegna a mettere in atto entro il 2030, sia la riduzione del 46,2% delle emissioni di Scope 1 e 2 legate a consumi elettrici e di gas (e di altre fonti energetiche) per tutti gli edifici a controllo diretto, sia il completamento del disinvestimento dal carbone.
Lo sviluppo sostenibile
Per quanto riguarda più nel dettaglio la voce relativa allo sviluppo sostenibile, scrive il gruppo in una nota, nel 2022 il valore distribuito è stato pari a 12,5 miliardi di euro, di cui 8 miliardi di indennizzi agli assicurati e 4,5 miliardi distribuiti agli stakeholder. “A fronte delle crescenti esigenze della popolazione in materia di assistenza sociosanitaria e di previdenza – si legge – e a conferma del proprio ruolo di attore centrale del processo di integrazione tra welfare pubblico e welfare privato, Unipol ha raggiunto con le proprie coperture welfare (vita e salute) 7,8 milioni di persone". Anche in tema di mobilità, “il gruppo ha garantito un supporto a 360° per una mobilità più efficiente, sicura e sostenibile: oltre 38,5 miliardi di km sono stati percorsi da auto con polizze associate a dispositivi telematici”.
Strategia climatica
Relativamente alla strategia climatica, oltre a quanto già accennato all’inizio, Unipol ricorda di aver aderito, nel maggio 2022, alla Net-zero asset owner alliance, impegnandosi a ridurre le emissioni dei propri portafogli di investimento a zero emissioni nette di gas a effetto serra entro il 2050 e ad agire per ridurre le emissioni di gas serra attraverso l’engagement delle aziende investite.
Tra le azioni già avviate, il gruppo ha ampliato le proprie esclusioni settoriali relative agli emittenti corporate nei settori più impattanti, escludendo a priori dai nuovi investimenti quelli in società quotate che traggono oltre il 30% dei loro ricavi dalle attività di estrazione di carbone o di generazione di energia elettrica da carbone termico, nonché da attività connesse a sabbie bituminose, gas di scisto e arctic drilling, e che non dimostrino un posizionamento sufficientemente ambizioso in termini di transizione del business verso un’economia a basse emissioni di carbonio.
Contributo alla comunità e formazione
Quanto alla voce relativa al contributo alla comunità, nel 2022 il contributo del gruppo è stato pari a 15,3 milioni di euro (+25% rispetto all’esercizio precedente) destinato a progetti di utilità sociale, di supporto alla ricerca scientifica, culturali, di tutela del patrimonio artistico e dell’ambiente, di sostegno allo sport e all’entertainment.
Gli investimenti per la formazione rivolta a dipendenti, agenti e collaboratori sono saliti a 9,9 milioni di euro (9,2 milioni di euro nel 2021), con 1,1 milioni di ore erogate di cui 194 mila ore fruite da 10.105 dipendenti.
Risultati economico-finanziari
Tutte queste iniziative devono ovviamente essere sorrette da solidi risultati finanziari (già comunicati lo scorso 10 febbraio) che nel 2022 ha visto una generale crescita in tutti gli indicatori: il risultato netto è salito a 866 milioni (dai 796 dell’anno precedente), con un significativo aumento della raccolta danni, che ha superato gli 8,3 miliardi di euro (+4,5), cui si aggiungono altri 5,3 miliardi conseguiti nel vita, il che porta la raccolta diretta assicurativa di tutto il gruppo a 13,6 miliardi. Bene il combined ratio, che scente al 91% (dal 93,8%), così come il solvency ratio al 200%, pari a due volte i minimi regolamentari
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