Legge Bersani: può ancora portare valore? Contenuto sponsorizzato
Nel 2007 la norma sulle liberalizzazioni ha introdotto il divieto di esclusiva per gli intermediari assicurativi, aprendo al plurimandato e a una maggiore possibilità per gli intermediari di essere consulenti dei propri clienti
Sono passati sedici anni da quando, con il cosiddetto decreto “Bersani” sulle liberalizzazioni (Legge n.248/2006), il plurimandato si è fatto spazio nel settore assicurativo cambiando per certi versi il mercato e sicuramente il rapporto tra gli intermediari e i loro clienti.
In occasione della Convention 2023 per la propria rete agenti, programmata per il prossimo 16 novembre, Tutela Legale ha deciso di dedicare il momento di approfondimento culturale all’apporto della “Bersani” al settore assicurativo e all’attualità dei suoi contenuti in un contesto caratterizzato da una forte riduzione del numero di compagnie e dalla conseguente concentrazione sempre più spinta del mercato. L’evento si svolgerà presso la Fondazione Feltrinelli, a Milano e vedrà la partecipazione di Francesco Giavazzi, economista ed editorialista, e di Roberto Chieppa, per molti anni segretario generale dell’Autorità Antitrust.
Nata nel 2008, Tutela Legale ha registrato negli ultimi anni un tasso di crescita premi costante tra l’8 e il 10% annui; ha attivi a oggi circa 370 accordi di collaborazione con agenti e società di brokeraggio, per una raccolta premi che nel 2023 supererà i 17 milioni di euro. Giovanni Grava, Ad della compagnia, si dice convinto del perdurante valore della norma per il settore assicurativo e per gli intermediari in particolare.
Cosa è cambiato nel settore assicurativo con l’avvento della Legge “Bersani”?
La norma ha determinato una grande apertura nel mercato, con una più ampia diffusione del plurimandato, fino ad allora fenomeno marginale sia tra gli intermediari che per le compagnie. Grazie a questa novità, gli intermediari hanno potuto disporre di un’offerta assicurativa più articolata, con la possibilità di accreditarsi maggiormente come consulenti dei propri clienti. Dal lato delle compagnie, si sono aperte maggiori opportunità per le realtà specialistiche, che operano in maniera verticale su rami specifici e si appoggiano a intermediari che non lavorano in esclusiva.
Nell’attuale contesto di mercato, serve ancora parlare di liberalizzazioni?
La norma ha avuto il merito di aver aperto il mercato favorendo maggiore libertà negoziale e dando più trasparenza all’offerta. Dal mio punto di vista, però, il plurimandato non ha ancora espresso pienamente il proprio potenziale, ed è per questo che con il nostro evento vogliamo riavviare il dibattito su questo tema, convinti che un’ulteriore spinta porterebbe a una crescita per gli intermediari e a maggiori vantaggi per gli assicurati.
Quali prospettive potrebbero aprirsi?
Consideriamo prima di tutto che l’attuale raccolta del ramo Danni non differisce di molto in volumi rispetto a dieci anni fa. A fronte di una politica di acquisizioni tra compagnie, il numero reale degli assicurati non è aumentato, indice di una scarsa attenzione allo sviluppo di una vera cultura assicurativa tra i cittadini. In questo senso si comprende meglio il ruolo delle compagnie specialistiche, come è il caso di Tutela Legale, e della loro collaborazione con gli intermediari. La specificità della proposta valorizza il ruolo dell’intermediario, che con sempre maggiore competenza può esercitare la sua professionalità verso il cliente.
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