Fonsai: dopo il cda di Premafin, avanti con Unipol
Ma Palladio e Sator hanno pronta una proposta di ristrutturazione del debito della holding
02/03/2012
Al momento Premafin non può deliberare in merito alla proposta di aumento di capitale da 450 milioni di euro formulata da Palladio e Sator. Questo è quello che è quello emerso, e confermato in tarda serata da una nota della holding di partecipazione dei Ligresti, dopo la chiusura del cda di ieri. Premafin, ha sottolineato il board, ha un'esclusiva con Unipol, e le banche esposte sulla galassia Ligresti non hanno intenzione di rinegoziare il debito, come avevano chiesto Meneguzzo-Drago e Matteo Arpe. Fonti vicine al dossier hanno però confermato alcune indiscrezioni di stampa secondo cui i fondi avrebbero presentato a Premafin una proposta di ristrutturazione del debito.
Arpe e Meneguzzo stanno muovendo su due fronti: uno istituzionale, l'altro sottotraccia. Ieri hanno presentato un esposto alla Consob in cui si chiede di far luce proprio sulla clausola di esclusiva con Unipol, per capire se una rottura possa comportare un danno da sanare con un indennizzo. Contemporaneamente continuano le riunioni tra Palladio-Sator e nuovi interlocutori, finanziari e industriali, per rendere più solida la cordata anti-Unipol. Premafin ha comunque precisato che l'accordo con Unipol non contempla alcuna specifica penale in caso di violazione. Ma le sanzioni particolari arrivano a ipotizzare anche il caso di 'lucro cessante', cioè il mancato guadagno legato a una rottura. Si sa però che non è stata fissata alcuna cifra: in caso di controversia ogni decisione spetterebbe al giudice.
Premafin ha chiarito che le banche creditrici hanno sostanzialmente impedito di deliberare sull'offerta di Sator e Palladio, ma anche che, nella nuova lettera inviata ora da Unicredit sul negoziato in corso, gli istituti hanno chiesto dettagli sui tempi del business plan con Unipol e più in generale sulla tempistica del riassetto.
Intanto Finsoe, la holding che controlla Unipol, ha confermato che il mondo delle cooperative è compatto sull'operazione e che l'assemblea dei soci sarà convocata a ridosso del cda Unipol di metà marzo. Il presidente Marco Pedroni ha sottolineato che le risorse di Finsoe per il riassetto saranno per 450-500 milioni, grazie all'aumento di capitale per circa 300-350 milioni.
Arpe e Meneguzzo stanno muovendo su due fronti: uno istituzionale, l'altro sottotraccia. Ieri hanno presentato un esposto alla Consob in cui si chiede di far luce proprio sulla clausola di esclusiva con Unipol, per capire se una rottura possa comportare un danno da sanare con un indennizzo. Contemporaneamente continuano le riunioni tra Palladio-Sator e nuovi interlocutori, finanziari e industriali, per rendere più solida la cordata anti-Unipol. Premafin ha comunque precisato che l'accordo con Unipol non contempla alcuna specifica penale in caso di violazione. Ma le sanzioni particolari arrivano a ipotizzare anche il caso di 'lucro cessante', cioè il mancato guadagno legato a una rottura. Si sa però che non è stata fissata alcuna cifra: in caso di controversia ogni decisione spetterebbe al giudice.
Premafin ha chiarito che le banche creditrici hanno sostanzialmente impedito di deliberare sull'offerta di Sator e Palladio, ma anche che, nella nuova lettera inviata ora da Unicredit sul negoziato in corso, gli istituti hanno chiesto dettagli sui tempi del business plan con Unipol e più in generale sulla tempistica del riassetto.
Intanto Finsoe, la holding che controlla Unipol, ha confermato che il mondo delle cooperative è compatto sull'operazione e che l'assemblea dei soci sarà convocata a ridosso del cda Unipol di metà marzo. Il presidente Marco Pedroni ha sottolineato che le risorse di Finsoe per il riassetto saranno per 450-500 milioni, grazie all'aumento di capitale per circa 300-350 milioni.
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