Giovani, tra incertezza e intraprendenza
Il report di Axa su giovani e settore finanziario è stato presentato nell’ambito del seminario annuale in partnership con l’Università Bocconi di Milano
21/05/2015
L’80% dei giovani teme che il futuro non riservi nulla di buono, e addirittura l’82% è d’accordo sul fatto che le prossime generazioni avranno minori disponibilità economiche e prospettive di carriera. I ragazzi di oggi sono consapevoli di dover vivere nell’incertezza, ma grazie alla loro intraprendenza, socialità, curiosità e dinamicità, sono pronti a mettersi in gioco per affrontare il presente e le sfide del futuro. È così che oltre il 70% di loro cerca il più possibile di fare scelte non vincolanti, in modo da poterle cambiare in futuro, e il quasi 70% è in continua ricerca di situazioni nuove e stimolanti.
E’ quanto emerso nell’ambito dei seminario Axa-Bocconi sui rischi dal titolo Empowering young people, driving change – La sfida dell’innovazione sociale per la finanza. Nell’occasione è stato presentato l’Italian Axa Paper n°6 – Le sfide dei giovani. Il documento, realizzato da Axa con il contributo scientifico dell’Università Bocconi, Ania, Cer, Episteme e StartupItalia, ha analizzato le nuove sfide per il settore assicurativo in relazione ai giovani e il rapporto che questi ultimi hanno con le assicurazioni.
Dall’analisi sono risultati due i bisogni fondamentali espressi dai giovani: la riduzione del tasso di incertezza e la visualizzazione di traiettorie e percorsi evolutivi praticabili. Al centro di tutto un ruolo chiave per il settore finanziario nel favorire l’empowerment dei giovani. Mentre per le assicurazioni il cambio di approccio è determinato nel passaggio dal mondo delle promesse rassicuranti a quello degli strumenti abilitatori, mantenendo un’attenzione costante a fare leva sulle opportunità e sulla speranza, più che sulla paura. Ma c’è un altro elemento chiave che emerge dall’indagine, che aiuta a spiegare la volontà dei giovani di uscire dalla situazione di incertezza: il 67% del campione dichiara di sentirsi il tipo di persona che potrebbe mettersi in affari da solo. Come? Ad esempio per creare una start-up. Un ulteriore tema chiave al centro del Seminario, fa riferimento al contributo dell’educazione e dell’università, come ponte verso il mondo del lavoro, alla young employability.
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