Axa rileva il gruppo XL
Accordo da 12,4 miliardi di euro. Fusione entro la seconda metà del 2018
05/03/2018
Axa si prende XL. Il gruppo francese ha annunciato che rileverà per 12,4 miliardi di euro (15,3 miliardi di dollari) il gruppo statunitense specializzato nell’assicurazione danni per le imprese e nella riassicurazione, presente in America, in Europa, sul mercato dei Lloyds e nell’area Asia Pacifico. Grazie all’operazione, che dovrebbe essere finalizzata nel secondo semestre 2018, Axa diventerà il leader mondiale del comparto danni imprese.
L’accordo di fusione è stato approvato all’unanimità dal consiglio di amministrazione di Axa e da quello del gruppo XL e sarà realizzato in contanti. Come precisa una nota, gli azionisti di XL riceveranno 57,60 dollari per azione, con un premio del 33% rispetto alla chiusura dell'azione XL il 2 marzo. Stando ad indiscrezioni di stampa, XL era nel mirino anche di altri big dell'assicurazione, tra cui Allianz.
“Questa operazione è un’opportunità strategica unica che permette ad Axa di far evolvere il profilo di attività, finora presente soprattutto nel vita, risparmio e previdenza, verso un player che ha nell'assicurazione danni il suo settore principale”, ha commentato il ceo di Axa, Thomas Buberl, citato nella nota.
Fondato nel 1986, il gruppo XL nel 2017 ha realizzato una raccolta premi di 15 miliardi di dollari e ha 7.400 dipendenti nel mondo. L’integrazione delle attività del gruppo americano con quelle di Axa “farà balzare Axa al primo posto mondiale dell'assicurazione danni per le imprese, con giro d'affari di 30 miliardi di euro sulla base dei dati 2016 e di quasi 48 miliardi per tutte le attività danni del gruppo”.
La finalizzazione dell'operazione è soggetta all'approvazione delle assemblee dei soci dei due gruppi, come pure alle abituali autorizzazioni regolamentari. Il finanziamento avverrà tramite 3,5 miliardi di tesoreria disponibile, 6 miliardi di euro dalla prevista Ipo delle attuali attività americane (vita e previdenza) e per circa 3 miliardi dall'emissione di debito subordinato. Il gruppo francese può contare su un prestito-ponte di 9 miliardi di euro. Il rapporto di indebitamento a fine 2018 è stimato al 32% con l'obiettivo di ridurlo al 28% entro due anni. L’indice di Solvency II è previsto nella gamma tra 190-200% a fine 2018. L’acquisizione, per ora, ha suscitato una reazione decisamente negativa alla Borsa di Parigi, dove il titolo Axa attorno alle 12,30 cede l'8,8% a 22,85 euro, mentre l’indice Cac 40 sale dello 0,42%. Secondo Frederic Rozier, gestore presso Mirabaud, non è il costo dell'operazione che giustifica le preoccupazioni del mercato, quanto piuttosto il suo finanziamento. Le risorse previste potrebbero essere appena sufficienti e “alcuni operatori si attendono un aumento di capitale da parte di Axa della misura del 10%”, ha spiegato Rozier.
L’accordo di fusione è stato approvato all’unanimità dal consiglio di amministrazione di Axa e da quello del gruppo XL e sarà realizzato in contanti. Come precisa una nota, gli azionisti di XL riceveranno 57,60 dollari per azione, con un premio del 33% rispetto alla chiusura dell'azione XL il 2 marzo. Stando ad indiscrezioni di stampa, XL era nel mirino anche di altri big dell'assicurazione, tra cui Allianz.
“Questa operazione è un’opportunità strategica unica che permette ad Axa di far evolvere il profilo di attività, finora presente soprattutto nel vita, risparmio e previdenza, verso un player che ha nell'assicurazione danni il suo settore principale”, ha commentato il ceo di Axa, Thomas Buberl, citato nella nota.
Fondato nel 1986, il gruppo XL nel 2017 ha realizzato una raccolta premi di 15 miliardi di dollari e ha 7.400 dipendenti nel mondo. L’integrazione delle attività del gruppo americano con quelle di Axa “farà balzare Axa al primo posto mondiale dell'assicurazione danni per le imprese, con giro d'affari di 30 miliardi di euro sulla base dei dati 2016 e di quasi 48 miliardi per tutte le attività danni del gruppo”.
La finalizzazione dell'operazione è soggetta all'approvazione delle assemblee dei soci dei due gruppi, come pure alle abituali autorizzazioni regolamentari. Il finanziamento avverrà tramite 3,5 miliardi di tesoreria disponibile, 6 miliardi di euro dalla prevista Ipo delle attuali attività americane (vita e previdenza) e per circa 3 miliardi dall'emissione di debito subordinato. Il gruppo francese può contare su un prestito-ponte di 9 miliardi di euro. Il rapporto di indebitamento a fine 2018 è stimato al 32% con l'obiettivo di ridurlo al 28% entro due anni. L’indice di Solvency II è previsto nella gamma tra 190-200% a fine 2018. L’acquisizione, per ora, ha suscitato una reazione decisamente negativa alla Borsa di Parigi, dove il titolo Axa attorno alle 12,30 cede l'8,8% a 22,85 euro, mentre l’indice Cac 40 sale dello 0,42%. Secondo Frederic Rozier, gestore presso Mirabaud, non è il costo dell'operazione che giustifica le preoccupazioni del mercato, quanto piuttosto il suo finanziamento. Le risorse previste potrebbero essere appena sufficienti e “alcuni operatori si attendono un aumento di capitale da parte di Axa della misura del 10%”, ha spiegato Rozier.
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