Cattolica, balzo dell'utile nei primi nove mesi 2019
Nella giornata di presentazione dei risultati al 30 settembre, parla in un'intervista al Sole 24 Ore l'ex ad Minali, il quale respinge le accuse di aver voluto trasformare la società in Spa
08/11/2019
Nel pieno delle turbolenze scaturite dal ritiro delle deleghe all'ormai ex ad di Cattolica, Alberto Minali, il gruppo Cattolica può consolarsi con i conti a nove mesi che archiviano risultati molto soddisfacenti. I risultati al 30 settembre 2019 mostrano una crescita dell’utile netto pari a 84 milioni di euro: +15,8% rispetto allo stesso periodo del 2018. La raccolta è in aumento e raggiunge i 5 miliardi di euro (+16,5% annualizzato), sia nel vita (+23,4%), sia nel danni (+3,3%). In particolare, su quest’ultimo fronte aumentano i premi non auto (+9,7%). Il risultato operativo scende a 216 milioni di euro (-6,4%) “impattato da un forte incremento degli eventi atmosferici”, spiega una nota della compagnia che segnala come questi fenomeni abbiano avuto un impatto di +40 milioni anno su anno). Infine, la solidità di capitale è in ulteriore aumento, evidenziando un solvency II ratio pari al 169% (era al 165% al 30 giugno di quest’anno).
Sul fronte della governance del gruppo, dopo i malumori fatti trapelare da alcuni azionisti di peso (Warren Buffett e Fondazione CariVerona), ci sono le dichiarazioni dell’ex ad Minali nell’intervista pubblicata oggi dal Sole 24 Ore. Minali ha definito la decisione di togliergli le deleghe “una scelta sbagliata, oltre che ingiusta”, ma anche “tuttora per me poco chiara”. Minali respinge inoltre i sospetti sulla sua presunta volontà di cambiare la fisionomia della compagnia da cooperativa a società per azioni. “La storia della Spa – ha detto – è un’invenzione. Non ho mai lavorato per sovvertire la cooperativa. Anzi, ho lavorato per renderla più efficace, più moderna e aperta a tutti i soci”. Quanto alla sua permanenza nel board, Minali ha detto che resterà in cda “per vigilare che quel piano (industriale, ndr) venga davvero attuato. Poi – ha aggiunto – io sono uomo di mercato: vedremo se il mercato busserà alla mia porta”.
Quanto al direttore generale e nuovo amministratore delegato Carlo Ferraresi, parlando nella conference call con gli analisti, ha affermato che “siamo una compagnia solida e profittevole con grandi capacità industriali e di creazione di valore, un’ottima squadra manageriale, una capillare rete distributiva e abbiamo partner solidi. Oggi operiamo in mercato assicurativo ad elevata competitivita”.
Sul fronte della governance del gruppo, dopo i malumori fatti trapelare da alcuni azionisti di peso (Warren Buffett e Fondazione CariVerona), ci sono le dichiarazioni dell’ex ad Minali nell’intervista pubblicata oggi dal Sole 24 Ore. Minali ha definito la decisione di togliergli le deleghe “una scelta sbagliata, oltre che ingiusta”, ma anche “tuttora per me poco chiara”. Minali respinge inoltre i sospetti sulla sua presunta volontà di cambiare la fisionomia della compagnia da cooperativa a società per azioni. “La storia della Spa – ha detto – è un’invenzione. Non ho mai lavorato per sovvertire la cooperativa. Anzi, ho lavorato per renderla più efficace, più moderna e aperta a tutti i soci”. Quanto alla sua permanenza nel board, Minali ha detto che resterà in cda “per vigilare che quel piano (industriale, ndr) venga davvero attuato. Poi – ha aggiunto – io sono uomo di mercato: vedremo se il mercato busserà alla mia porta”.
Quanto al direttore generale e nuovo amministratore delegato Carlo Ferraresi, parlando nella conference call con gli analisti, ha affermato che “siamo una compagnia solida e profittevole con grandi capacità industriali e di creazione di valore, un’ottima squadra manageriale, una capillare rete distributiva e abbiamo partner solidi. Oggi operiamo in mercato assicurativo ad elevata competitivita”.
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