Alluvioni
La clausola che fa riferimento alla protezione in caso di eventi estremi da inondazione fa parte delle polizze Property relativamente alle catastrofi naturali. Soggetta a premi spesso consistenti, è poco attivata per le abitazioni, più frequentemente per le imprese
16/07/2021
Il termine viene usato per indicare un accumulo di materiale fluviale, trasportato al di fuori degli argini del fiume, in seguito alla sua esondazione, ovvero al suo straripamento. Ormai, però, l’espressione è comunemente usata come sinonimo di inondazione, anche se dal punto di vista scientifico è un errore confondere le due parole.
Ad ogni buon conto, sul piano assicurativo, la clausola che estende la copertura a questo tipo di eventi prende generalmente il titolo di Alluvioni, Inondazioni e Allagamenti.
Essa copre i danni materiali e diretti causati alle cose assicurate dalla fuoriuscita dell’acqua e di quanto da essa trasportato, dalle usuali sponde di corsi o bacini naturali o artificiali.
Sono inoltre coperti i danni causati dalla presenza di acqua, accumulatasi in un luogo che sarebbe normalmente asciutto, in seguito alla formazione di ruscelli o alla sua fuoriuscita da impianti idrici, igienici e termici, purché non dovuta alla rottura accidentale di questi ultimi (perché, in tal caso, il danno sarebbe attribuibile alla clausola Acqua condotta).
Questa garanzia, infine, protegge i beni assicurati dalle cosiddette bombe d’acqua (o flash floods), ovvero dagli allagamenti causati da un eccesso di precipitazioni atmosferiche, verificatisi in un breve lasso temporale e dovuti all’impossibilità del suolo di drenare o assorbire l’acqua ricevuta.
L’evento assicurato, comunque, è accuratamente descritto, in modo da evitare problemi di comprensione o malintesi da parte del contraente ed è dunque assai importante controllare che l’estensione corrisponda esattamente, o si avvicini il più possibile, a quanto si desidera coprire.
GARANZIE E RISCHIO PER LE COMPAGNIE
Questo tipo di clausola fa parte delle garanzie prestate nelle polizze del ramo Incendio (ovvero Property, utilizzando un anglicismo ormai comune), e viene concessa solo su richiesta dell’assicurato.
Le alluvioni fanno parte delle cosiddette calamità naturali e sono considerate eventi catastrofici per l’impatto, potenzialmente devastante, che hanno sulle persone e sulle cose.
Per questa ragione, la clausola è generalmente prestata insieme a quella che copre i danni da terremoto e prevede molto spesso un limite di risarcimento e una cospicua franchigia. Per quanto gli effetti delle alluvioni possano essere assai gravi per tutti i beni investiti da tali calamità, questa estensione di garanzia è richiesta più comunemente per i rischi che coprono le aziende, invece che le abitazioni private. Ciò dipende in gran parte dal costo previsto dalle compagnie, che può anche essere piuttosto elevato, qualora le cose assicurate si trovino in aree particolarmente esposte.
Vi è il timore, da parte di assicuratori e riassicuratori, di dover fronteggiare un’eccessiva accumulazione del rischio, cioè un gran numero di beni assicurati colpiti allo stesso tempo dal medesimo evento: il cumulo dei danni, in questo caso, potrebbe essere tale da esaurire la capacità di una compagnia.
Le limitazioni della copertura più comunemente utilizzate riguardano il limite di risarcimento, che può essere espresso in termini assoluti, ovvero con una somma specifica, oppure con una percentuale delle somme assicurate o del danno risarcibile.
Viene inoltre pattuita una franchigia, o uno scoperto, da detrarre dall’importo del danno.
Bisogna infine tenere presente che, perché il sinistro venga accettato, l’evento deve essere riscontrabile su una pluralità di cose poste nelle vicinanze dei beni colpiti. Trattandosi di un evento catastrofale, insomma, è necessario che i suoi effetti colpiscano una zona abbastanza vasta perché esso sia considerato tale.
SOLUZIONI PER FAR FRONTE AI RISARCIMENTI IN VASTE AREE
Per gestire il problema del cumulo dei possibili risarcimenti, in alcuni mercati esistono consorzi di imprese assicuratrici locali, o pool di assicuratori che coprono gli eventi catastrofali (Incluse le alluvioni) parcellizzandone l’esposizione.
Esempi di questo tipo sono costituiti dal pool Catastrophes Naturelles in Francia o dal Consorcio de Compensacion in Spagna.
Il funzionamento di queste organizzazioni varia di mercato in mercato e può prevedere la partecipazione più o meno diretta dello Stato (come avviene per il consorcio), oppure può essere esteso al risarcimento dei danni conseguenziali da interruzione d’esercizio (come in Francia).
Il finanziamento di questi pool è solitamente garantito dal prelievo di una percentuale dei premi incassati su tutte le polizze property emesse nel territorio del relativo Paese.
In seguito alle gravi problematiche legate ai cambiamenti climatici e ai danni da alluvioni da essi derivanti, nello scorso febbraio la Commissione Europea ha proposto una serie di azioni per migliorare la valutazione del rischio, contribuendo a rafforzare la resilienza dei paesi membri, per affrontare gli effetti di questi eventi catastrofali, sempre più frequenti.
Tra esse, è di particolare rilievo quella volta a colmare il gap, determinato dai costi derivanti dalle catastrofi naturali e non coperti da assicurazione.
La Commissione ha sottolineato come la copertura assicurativa sia limitata a una percentuale che non supera il 35% del totale dei danni subiti e ha previsto di includere la questione nella strategia di lotta ai cambiamenti climatici, promuovendo il più possibile schemi assicurativi nazionali e potenziando il lavoro di monitoraggio e coordinamento già in corso in tutta l’Unione.
LA POSIZIONE DEL SETTORE IN ITALIA
In Italia si è discusso a più riprese di organizzare un pool per i danni catastrofali, ma non si è mai arrivati a una soluzione. Eppure, il nostro territorio è gravemente esposto a questo tipo di eventi e i danni derivanti dalle alluvioni che si sono succedute sono stati ingenti, anche in termini di vite perdute.
Al dissesto del nostro territorio, così fortemente antropizzato, fa da contraltare, come si è accennato, una bassissima propensione a coprire questi rischi da parte dei cittadini.
L’Ania ha già pubblicato studi e mappe di esposizione al rischio per tutto il territorio nazionale e a questo tema è dedicato il Quaderno n.13 pubblicato dall’Ivass, che propone tecniche innovative per la misurazione del rischio alluvionale, sviluppando una simulazione per quantificare i costi della protezione assicurativa di tutte le abitazioni italiane.
Ne è emerso che il costo di una polizza che copra questi rischi sarebbe, in media, di un centinaio di euro, purché si riesca a gestire la questione della selezione avversa, rendendo obbligatoria la copertura assicurativa o incentivando l’acquisto delle polizze con l’estensione delle misure di defiscalizzazione dei premi, già previste ma al momento insufficienti.
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