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Gabrielli, non più rinviabile la polizza obbligatoria contro le catastrofi

In un'audizione in commissione ambiente del Senato, il capo del Dpc ha sottolineato che i fondi a disposizione dello Stato sono inadeguati

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Ammontano a 3,5 miliardi di euro i danni per lo Stato derivanti a alluvioni, esondazioni e disastri, stimati a partire da ottobre 2012. Per fronteggiarli, l'Italia ha finora stanziato soltanto 450 milioni, riconoscendo per 19 volte lo stato di emergenza a seguito di calamità che hanno avuto effetti sui sistemi idrogeologici e idraulici del Paese. A fare il punto sulle situazioni di emergenza ancora aperte su questo fronte è stato il capo della Protezione Civile, Franco Gabrielli, nel corso di un'audizione in Commissione ambiente al Senato. La forbice tra l'intervento dello Stato e i danni prodotti è molto ampia non fa che aumentare gli effetti sociali dei disastri - ha spiegato Gabrielli - perché i cittadini non hanno alcuna certezza che verranno risarciti i danni", tornando a ribadire che i fondi a disposizione sono assolutamente inadeguati e che "è ormai non più rinviabile un serio discorso sull'adozione dell'assicurazione obbligatoria per tutti i cittadini. Un'assicurazione che è al momento "l'unico approccio praticabile" al problema e che però la gente vedrebbe come ulteriore balzello. Per evitare ciò, dice Gabrielli, "si potrebbero calmierare i guadagni delle assicurazioni con lo Stato che stabilisce il tetto massimo di guadagno per le compagnie. Quel che è certo - prosegue il capo della Protezione Civile - è che la divaricazione tra soldi stanziati e danni quantificati, produce due effetti: il primo è quello di peggiorare lo stato del territorio, perché se non si interviene su un territorio già colpito, quello diventa ancora più debole". Il secondo, invece, riguarda direttamente i cittadini e chiama in causa la tenuta sociale del paese. "Il cittadino deve poter sapere qual è l'entità del ristoro prevista in caso di calamitò - ha affermato Gabrielli - ma la lista dei danni risarcibili e le percentuali non è ancora stata fatta. E non è stata fatta perché è chiarissima la difficoltà di chi governa di trovare fondi pubblici. Troppo spesso i soldi sono pochi; ma troppo spesso ancora arrivano con insopportabile ritardo". Ne consegue che "non solo non vi è una risposta adeguata, ma non vi è neanche una risposta equa" per il cittadino. Ecco perché, ha concluso Gabrielli, che "una risposta urgente per la tenuta sociale di questo Paese non è più rinviabile".

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