Covid-19, la più grande perdita dell'industria assicurativa?
È il timore di Evan Greenberg, ceo di Chubb, intervenuto nel corso di una call con gli analisti per illustrare i risultati della compagnia nel primo trimestre dell'anno
La pandemia di coronavirus potrà generare la più grande perdita nella storia dell'industria assicurativa. A dirlo, secondo quanto riportato dalla Reuters, è Evan Greenberg, ceo di Chubb, intervenuto ieri nel corso di una call con gli analisti per illustrare i risultati della compagnia nel primo trimestre dell'anno.
A detta di Greenberg, “siamo di fronte a un momento senza precedenti di portata storica”. Il ceo di Chubb si è soffermato, in particolare, sulle pressioni arrivate dalla politica per spingere le compagnie a indennizzare le perdite che le imprese dovranno sostenere a seguito del lockdown, sebbene spesso epidemie e pandemie siano escluse dalle condizioni di polizza. “Tutto ciò potrebbe danneggiare o distruggere l'industria assicurativa in maniera terribile”, ha affermato Greenberg. “Significherebbe – ha aggiunto – togliere semplicemente denaro a qualcuno per darlo a qualcun altro”.
Nei giorni precedenti Greenberg era tornato sull'argomento. In un'intervista aveva detto che costringere le compagnie a pagare il conto delle perdite non coperte dalle polizze sottoscritte “causerebbe un danno enorme: potrebbe portare alla bancarotta l'intera industria”. Per Greenberg, “le pandemie, a differenza di altre catastrofi come un uragano o un terremoto, non sono limitate a livello geografico o temporale”. E, di conseguenza, “la perdita di potenziale di una pandemia, in termini pratici, è infinita, mentre le compagnie assicurative hanno soltanto un conto economico limitato”. Qualsiasi ipotesi di misura retroattiva riceverebbe dunque la ferma risposta del mercato assicurativo: Greenberg, a tal proposito, non ha indugiato a definire incostituzionale il tentativo di riscrivere i contratti.
Le parole del ceo di Chubb sono arrivate all'indomani di una serie di dichiarazioni di Donald Trump. Il presidente degli Stati Uniti, in particolare, si è soffermato sulle condizioni di polizza previste per le coperture contro la business interruption: a detta sua, se il caso della pandemia non è esplicitamente escluso, allora le compagnie devono pagare. “So leggere molto bene”, ha per esempio affermato nel corso di un meeting giornaliero della sua task force sul coronavirus. “In alcuni casi – ha proseguito – vengono citate le pandemie e allora si tratta di un'esclusione. Ma in molti altri casi no: non c'è scritto che le compagnie non pagheranno”. Per Trump, “le compagnie assicurative devono pagare quando devono farlo, quando è giusto che lo facciano: loro sanno che cos'è giusto, e anch'io lo so”.
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