Welfare Italia Forum, tre proposte per la ripartenza
Digitalizzazione della sanità, sviluppo della previdenza e razionalizzazione delle politiche sociali: è da qui, secondo l'ultimo rapporto del think tank, che bisogna ripartire per costruire il welfare del futuro
La ricetta per la ripartenza di Welfare, Italia, progetto promosso dal gruppo Unipol insieme a The European House – Ambrosetti, è semplice. Tre ingredienti, tre proposte focalizzate su sanità, previdenza e politiche sociali, che potranno contribuire, almeno nelle speranze del think tank, a risanare le criticità emerse nel corso della pandemia di Covid-19. E a costruire così il welfare del prossimo futuro.
Le proposte sono state inserite nell'ultimo rapporto curato dal centro studi, presentato questa mattina con un evento in diretta streaming. La ricerca fotografa innanzitutto l'impatto socio-economico dell'emergenza coronavirus in Italia: pil in calo del 10,8%, debito pubblico alla soglia del 160%, più di 800mila posti di lavoro persi in appena sei mesi. Numeri che fanno ben comprendere la situazione di bisogno in cui si è ritrovata improvvisamente la popolazione italiana. E che giustificano le straordinarie misure di protezione adottate per far fronte alla pandemia: la spesa sanitaria è aumentata di oltre 1,5 miliardi di euro per le sole strutture ospedaliere, la cassa integrazione si prepara a sfondare il muro 3,5 miliardi di ore e più di 740mila persone potrebbero usufruire della Naspi. Più in generale, si stima che le politiche sociale quest'anno assorbiranno risorse per più di 40 miliardi di euro, mettendo ulteriormente sotto pressione un welfare state che già negli ultimi anni, in quelle che si potevano considerare le condizioni ordinarie, aveva manifestato forti criticità. Ed è qui che si inseriscono le proposte di Welfare, Italia.
In materia di sanità, il think tank propone di spingere sulla digitalizzazione: l’interoperabilità delle banche dati e il ricorso alla telemedicina potrebbero infatti ridurre del 25% di giornate di degenza e generare risparmi per 4,5 miliardi di euro all’anno. Sul fronte della previdenza si punta invece su una tassazione agevolata all'11,5% dei rendimenti, cosa che potrebbe tradursi in circa 10mila euro di rendimenti aggiuntivi per ciascun iscritto e costituire un incentivo alle nuove adesioni: stando alle proiezioni del rapporto, grazie a questo stimolo, le sottoscrizioni potrebbero aumentare del 30% e produrre sette miliardi di euro di risorse aggiuntive. Infine, una razionalizzazione degli strumenti assistenziali e l'adozione di un unico dispositivo di inclusione sociale potrebbero liberare risorse per quasi dieci miliardi di euro, utilizzabili in programmi di formazione specializzati che potrebbero portare 200mila nuovi occupati.
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