La pandemia fa calare il credito al consumo
L’incertezza economica e la limitazione degli spostamenti e delle attività hanno provocato un forte calo nell’erogazione di forme di finanziamento del credito. La ripresa è inevitabilmente legata al ritorno alla normalità nel prossimo biennio
Le limitazioni agli spostamenti a causa della pandemia hanno ridotto le occasioni e le esigenze di acquisto, con un impatto diretto su tutte le attività commerciali e produttive ma anche sulle forme di credito al consumo. L’andamento di questo settore ha infatti seguito in parallelo le possibilità di spostamento dei consumatori, con erogazioni di credito in forte contrazione nei primi due trimestri, in ripresa nei mesi estivi e si attende nuovamente in negativo a partire dall’autunno. I numeri contenuti nella 49° edizione dell’Osservatorio sul Credito al Dettaglio, realizzato da Assofin, Crif e Prometeia, mostrano per i primi nove mesi del 2020 un calo del 24,8% delle erogazioni di credito al consumo, del 35,4% per i prestiti personali, del 13,7% delle carte opzione o rateali; in crescita del 12,7% invece i mutui immobiliari, trainati dalle surroghe e da una ripresa dei mutui d’acquisto che si è manifestata nel terzo trimestre (+6,9%). Sempre nel trimestre estivo si è avuto un risultato di nuovo positivo (+5.2%) per i finanziamenti contro cessione del quinto dello stipendio o della pensione.
Il terzo trimestre, che ha visto in genere una ripresa dell’economia italiana, è stato positivo in particolare per i finanziamenti finalizzati destinati all’acquisto di auto e moto (+16.3% rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente), anche se nel complesso le erogazioni per questo specifico settore hanno chiuso i primi nove mesi a -18.3%. Risultati a livello dell’analogo trimestre dello scorso anno per i finanziamenti finalizzati all’acquisto di altri beni/servizi (arredo, elettronica ed elettrodomestici, energie rinnovabili, ciclomotori ed altri beni e servizi finanziabili): a trainare la positività in particolare gli acquisti finanziati per mobili e arredamento (+14.4%) e quelli relativi agli impianti e beni per l’efficientamento energetico della casa – a seguito della proroga delle agevolazioni fiscali – e per i ciclomotori; in negativo pure nel trimestre estivo i finanziamenti per elettrodomestici ed elettronica (-10% nei nove mesi e -1.9% nel terzo trimestre).
Le prospettive per il prossimo biennio
L’esito dell’incertezza economica è stato un’inversione nel trend della rischiosità nel credito al dettaglio, che è tornato a crescere, con un tasso di default per il credito al consumo salito a settembre all’1,9%, mentre i prestiti finalizzati mostrano una certa stabilità. Variazione di tendenza anche per i mutui immobiliari, con un tasso di default al terzo trimestre 2020 all’1.4%. Secondo l’Osservatorio, la rischiosità si manterrà a livello di attenzione per tutto il 2021, per poi tornare a scendere nel 2022.
Un miglioramento nel settore tornerà a manifestarsi nel 2021, con la ripresa dell’attività economica e un maggiore ricorso alle soluzioni di finanziamento del credito, con tassi di interesse che si manterranno bassi per i dodici mesi e politiche di erogazione più caute. Nel complesso solo nel 2022 il credito al consumo tornerà sui livelli pre Covid. Per il 2021 è atteso anche un maggior ricorso al credito da parte dei privati per piani di investimento di lungo periodo come l’acquisto dell’abitazione, scelta che potrebbe essere motivata da nuove necessità abitative maturate nel corso della pandemia, da prezzi delle abitazioni più abbordabili e da bassi tassi di interesse.
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