Giudizio immediato per i Ligresti
La prima udienza è fissata per il prossimo 4 dicembre
15/10/2013
Via libera al giudizio immediato per Salvatore Ligresti. Il gip ha accolto la richiesta del procuratore aggiunto Vittorio Nessi e dal sostituto Marco Gianoglio, e fissato la prima udienza per il prossimo 4 dicembre. Oltre all'ingegnere di Paternò, andranno a giudizio immediato la figlia Jonella e i tre manager che a luglio furono colpiti da un ordine di custodia cautelare: Antonio Talarico, vicepresidente del gruppo assicurativo all'epoca dei fatti contestati, Fausto Marchionni, ex amministratore delegato, ed Emanuele Erbetta, ex direttore generale. L'indagine è concentrata sulle irregolarità di bilancio che permisero ai Ligresti, secondo l'accusa, di acquisire dividenti illeciti per 200 milioni.
La scelta del rito immediato sottolinea come la procura di Torino abbia le idee piuttosto chiare: il meccanismo, infatti, in base al codice può scattare solo quando la prova appare evidente". Dunque, secondo i pubblici ministeri, l'esistenza dell'aggiotaggio e delle false comunicazioni sociali (in relazione al bilancio 2010) è stata abbondantemente dimostrata dalle indagini. A corroborare la ricostruzione degli inquirenti ci sarebbero alcune dichiarazioni di Giulia Ligresti, l'altra figlia dell'ingegnere, che è uscita dal processo ai primi di settembre patteggiando due anni e otto mesi.
Jonella, dal canto suo, resta ancora detenuta a Milano. Il gip Eleonora Pappalettere, nei giorni scorsi, le ha negato i domiciliari (una soluzione che aveva trovato d'accordo persino i pm) per una serie di motivi, tra i quali figura "la persistente negatoria degli addebitI". Contro il provvedimento del giudice verrà quasi certamente presentato reclamo al tribunale del riesame. La Cassazione, inoltre, deve pronunciarsi sulla validità dell'ordine di custodia cautelare.
La scelta del rito immediato sottolinea come la procura di Torino abbia le idee piuttosto chiare: il meccanismo, infatti, in base al codice può scattare solo quando la prova appare evidente". Dunque, secondo i pubblici ministeri, l'esistenza dell'aggiotaggio e delle false comunicazioni sociali (in relazione al bilancio 2010) è stata abbondantemente dimostrata dalle indagini. A corroborare la ricostruzione degli inquirenti ci sarebbero alcune dichiarazioni di Giulia Ligresti, l'altra figlia dell'ingegnere, che è uscita dal processo ai primi di settembre patteggiando due anni e otto mesi.
Jonella, dal canto suo, resta ancora detenuta a Milano. Il gip Eleonora Pappalettere, nei giorni scorsi, le ha negato i domiciliari (una soluzione che aveva trovato d'accordo persino i pm) per una serie di motivi, tra i quali figura "la persistente negatoria degli addebitI". Contro il provvedimento del giudice verrà quasi certamente presentato reclamo al tribunale del riesame. La Cassazione, inoltre, deve pronunciarsi sulla validità dell'ordine di custodia cautelare.
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