Alla ricerca di nuovi clienti e di nuovi mercati: strategie, rischi e opportunità per le Pmi
Un sondaggio internazionale realizzato da Zurich ha osservato le principali tendenze nei comportamenti delle imprese medio piccole in tutto il mondo
09/10/2013
Elevato livello di competitività e calo della domanda. In Italia come in Australia, negli Emirati Arabi come in Brasile, sono questi i due rischi principali che oggi si trovano ad affrontare le piccole e medie imprese in tutto il mondo. Ad osservarlo è un'indagine realizzata dal gruppo Zurich sulla base di un sondaggio internazionale condotto tra circa 3.300 Pmi sparse per il globo. Le imprese stanno fronteggiando queste due sfide innanzitutto ampliando la propria attività verso nuovi segmenti di consumatori. Attrarre nuovi clienti viene infatti considerata una priorità per la maggior parte delle aziende interpellate: nel corso dell'ultimo anno il 23% delle Pmi ha provato a farlo nel mercato domestico, mentre il 13% ha esplorato i mercati internazionali, prevedendo maggiori opportunità di crescita nel corso dell'anno (del 33% nel primo caso, del 14% nel secondo): il 26% circa delle Pmi negli Emirati Arabi, il 15% in Svizzera, Spagna, Irlanda, Australia e Messico (in Italia solo il 6%) hanno ampliato il proprio business all'estero. Per ottenere risultati in linea con le proprie aspettative, le aziende puntano sulla diversificazione dei prodotti e dei servizi offerti.
Politiche di costi e salari
Con il perdurare della congiuntura economica negativa in area euro, le imprese spagnole (25%) e italiane (24%) sono state le prime ad aver ridotto i prezzi e, allo stesso tempo, le ultime ad aver aumentato lo stipendio ai propri dipendenti (in Italia il 4% delle imprese medio piccole). Nel nostro Paese, inoltre, il persistere della crisi economica sta spingendo le Pmi a orientarsi verso un'ulteriore riduzione dei costi e verso la ricerca di nuovi canali capaci di attrarre nuovi clienti; le imprese italiane, inoltre, ripongono grandi speranze in una possibile (e auspicata) revisione di normative e leggi, che viene vissuta come una grande opportunità in grado di generare nuovo business. Diversa è invece la condotta delle aziende di altri Paesi europei, che hanno saputo mantenere i salari in crescita limitando le riduzioni dei prezzi, come è avvenuto in Svizzera (24%), Germania (14%) e Inghilterra (20%); lo stesso trend si registra nei Paesi emergenti: in Brasile (41%), Indonesia (16%) e Messico (17%).
Elevata competitività e, soprattutto, l'ulteriore calo della domanda sono percepiti tra i maggiori rischi: una preoccupazione che assilla ben il 43% delle imprese in Spagna, il 35% in Italia e il 34% in Regno Unito, mentre questo dato è molto meno allarmante in Indonesia (11%), Germania ed Emirati Arabi (ambedue al 14%). Ad essere temuti a ogni latitudine sono i furti (19%), mentre temono il rischio incendio soprattutto le aziende brasiliane (20%, contro una media del 7%). Frodi online, cyber crime e pirateria informatica non destano particolari allarmi nelle imprese: solo nel Regno Unito (9%) vengono rilevati come una delle più pericolose minacce.
Investire sulle risorse umane
Dall'indagine risulta anche quanto le Pmi ritengano importante (tra le prime cinque opportunità di business) valorizzare le risorse umane, puntando alla qualità. Investire nel personale viene infatti incoraggiato da oltre il 14% delle imprese nel mondo, soprattutto in Svizzera (27%), Messico (22%) e Brasile (20%).
Lo spaccato che emerge da questa indagine evidenzia le differenze tra le PMI dei diversi Paesi del mondo", spiega Marco Delpino, head of market facing underwriting di Zurich in Italia, secondo il quale, nel nostro Paese, "si prevede che le imprese continuino a ridurre i costi e si pongano come obiettivo principale la ricerca di nuovi canali per attrarre nuovi clienti. In virtù della grande expertise di Zurich nel segmento aziende - conclude Delpino - noi ci siamo mossi per tempo, anticipando alcune possibili necessità delle Pmi, e abbiamo studiato soluzioni assicurative modulabili e flessibili".
Politiche di costi e salari
Con il perdurare della congiuntura economica negativa in area euro, le imprese spagnole (25%) e italiane (24%) sono state le prime ad aver ridotto i prezzi e, allo stesso tempo, le ultime ad aver aumentato lo stipendio ai propri dipendenti (in Italia il 4% delle imprese medio piccole). Nel nostro Paese, inoltre, il persistere della crisi economica sta spingendo le Pmi a orientarsi verso un'ulteriore riduzione dei costi e verso la ricerca di nuovi canali capaci di attrarre nuovi clienti; le imprese italiane, inoltre, ripongono grandi speranze in una possibile (e auspicata) revisione di normative e leggi, che viene vissuta come una grande opportunità in grado di generare nuovo business. Diversa è invece la condotta delle aziende di altri Paesi europei, che hanno saputo mantenere i salari in crescita limitando le riduzioni dei prezzi, come è avvenuto in Svizzera (24%), Germania (14%) e Inghilterra (20%); lo stesso trend si registra nei Paesi emergenti: in Brasile (41%), Indonesia (16%) e Messico (17%).
Elevata competitività e, soprattutto, l'ulteriore calo della domanda sono percepiti tra i maggiori rischi: una preoccupazione che assilla ben il 43% delle imprese in Spagna, il 35% in Italia e il 34% in Regno Unito, mentre questo dato è molto meno allarmante in Indonesia (11%), Germania ed Emirati Arabi (ambedue al 14%). Ad essere temuti a ogni latitudine sono i furti (19%), mentre temono il rischio incendio soprattutto le aziende brasiliane (20%, contro una media del 7%). Frodi online, cyber crime e pirateria informatica non destano particolari allarmi nelle imprese: solo nel Regno Unito (9%) vengono rilevati come una delle più pericolose minacce.
Investire sulle risorse umane
Dall'indagine risulta anche quanto le Pmi ritengano importante (tra le prime cinque opportunità di business) valorizzare le risorse umane, puntando alla qualità. Investire nel personale viene infatti incoraggiato da oltre il 14% delle imprese nel mondo, soprattutto in Svizzera (27%), Messico (22%) e Brasile (20%).
Lo spaccato che emerge da questa indagine evidenzia le differenze tra le PMI dei diversi Paesi del mondo", spiega Marco Delpino, head of market facing underwriting di Zurich in Italia, secondo il quale, nel nostro Paese, "si prevede che le imprese continuino a ridurre i costi e si pongano come obiettivo principale la ricerca di nuovi canali per attrarre nuovi clienti. In virtù della grande expertise di Zurich nel segmento aziende - conclude Delpino - noi ci siamo mossi per tempo, anticipando alcune possibili necessità delle Pmi, e abbiamo studiato soluzioni assicurative modulabili e flessibili".
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