Il ritorno del tesoretto: 4 miliardi di euro per il nuovo governo
Secondo i dati di Aiaf, associazione italiana analisti finanziari, il 2012 si è chiuso positivamente per i conti pubblici: merito dell'andamento dello spread. Possibile un taglio dell'1,5% dell'Irpef
17/01/2013
Si prospetta il ritorno del tesoretto. Come ai tempi del governo Prodi nel 2006, i tagli e il contenimento della spesa pubblica, uniti a un miglioramento dello spread tra i titoli di Stato italiani e i bund tedeschi porteranno all'accumulo probabile di 4 miliardi di euro nelle casse dello Stato. Denaro disponibile che, l'Aiaf, associazione italiana analisti finanziari, ritiene utile per tagliare l'Irpef ai primi due scaglioni di reddito, di 1,5 punti percentuali.
Lo Stato ricomincia a risparmiare
Il governo che verrà, quindi, potrebbe dover gestire un cosiddetto tesoretto già disponibile. Gli altri dati evidenziati dagli analisti mostrano un debito pubblico che ha sfondato i 2.020 miliardi a novembre 2012, ma che è tornato sotto i 2.000 miliardi già a dicembre, grazie al significativo avanzo di cassa registrato nel mese. La prosecuzione della discesa dello spread si potrebbe tradurre, appunto, in una riduzione dell'Irpef nel rapporto di 0,25 a 1 che, unita a una normalizzazione dei mercati a livelli precedenti la crisi, consentirebbe circa 1,5% di Irpef in meno nei primi due scaglioni di reddito. In netto miglioramento il deficit, che nei primi nove mesi del 2012 in percentuale sul Pil è sceso ai minimi dal 2008 (pari al 3,7%, in calo dello 0,5% rispetto al 2011).
Al netto delle spese in conto capitale lo Stato quindi ricomincia a risparmiare. Ma lo spread ha comunque fatto sentire la sua pesantezza: l'Italia, nei primi nove mesi del 2012 ha dovuto scontare un aumento della spesa per interessi di circa 1,4 miliardi. Continua anche il calo dei consumi, in forza degli scarsissimi benefici che la risoluzione lenta della crisi finanziaria sta avendo sull'economia reale; ma tiene l'export, che resta in crescita su base trimestrale.
Calo del fabbisogno e crescita delle entrate fiscali
Per quanto riguarda il fabbisogno, il calo nel 2012 rispetto al 2011 è stato di circa 15 miliardi, risultando pari a 48,5 miliardi di euro. Il miglioramento si è mantenuto superiore ai 20 miliardi, se depuriamo il dato del contributo di ottobre all'Esm, il meccanismo di salvataggio europeo. Il dettaglio dei dati sulle entrate fiscali conferma un andamento in crescita rispetto al 2011, nonostante la fase recessiva. La crescita delle entrate fiscali nel periodo gennaio-novembre 2012 è stata pari al 3,8%, per effetto delle misure di politica fiscale adottate a partire dalla seconda metà del 2011. Tale dinamica - fa sapere Aiaf - è stata sostanzialmente confermata anche dai dati della Banca d'Italia, che misura le entrate tributarie con una metodologia leggermente diversa, e che ha registrato una crescita nel periodo gennaio-novembre 2012 pari al 3,1%". Da segnalare anche un forte aumento del gettito derivante dall'imposta sostitutiva su ritenute, interessi e altri redditi da capitale (+55,1%), grazie alla riforma della tassazione delle rendite finanziarie.
Buoni i dati di indebitamento della PA
I dati sull'indebitamento netto della Pubblica Amministrazione nel terzo trimestre 2012 confermano un buon andamento dei saldi di finanza pubblica. Il rapporto deficit/Pil scende all'1,8%, di 0,7% inferiore rispetto allo scorso anno. Nei primi nove mesi del 2012 si registra un calo dello 0,5% al 3,7%. Il surplus primario risulta inoltre in crescita ed è pari allo 0,9% del Pil nel terzo trimestre e all'1,6% nei primi nove mesi del 2012. Guardando al futuro, infine, secondo Aiaf, il tema di maggiore rilevanza "è senz'altro quello politico". I mercati finanziari temono scelte antieuropeiste, l'instabilità, e il minor rigore nei conti pubblici. Valuteranno, dunque, l'esito elettorale sulla base di questi indicatori. I vincoli europei, per quanto discutibili, appaiono ben saldi e difficilmente cancellabili in assenza di scelte "drastiche avventurose e pericolose", sottolineano in conclusione gli analisti.
Lo Stato ricomincia a risparmiare
Il governo che verrà, quindi, potrebbe dover gestire un cosiddetto tesoretto già disponibile. Gli altri dati evidenziati dagli analisti mostrano un debito pubblico che ha sfondato i 2.020 miliardi a novembre 2012, ma che è tornato sotto i 2.000 miliardi già a dicembre, grazie al significativo avanzo di cassa registrato nel mese. La prosecuzione della discesa dello spread si potrebbe tradurre, appunto, in una riduzione dell'Irpef nel rapporto di 0,25 a 1 che, unita a una normalizzazione dei mercati a livelli precedenti la crisi, consentirebbe circa 1,5% di Irpef in meno nei primi due scaglioni di reddito. In netto miglioramento il deficit, che nei primi nove mesi del 2012 in percentuale sul Pil è sceso ai minimi dal 2008 (pari al 3,7%, in calo dello 0,5% rispetto al 2011).
Al netto delle spese in conto capitale lo Stato quindi ricomincia a risparmiare. Ma lo spread ha comunque fatto sentire la sua pesantezza: l'Italia, nei primi nove mesi del 2012 ha dovuto scontare un aumento della spesa per interessi di circa 1,4 miliardi. Continua anche il calo dei consumi, in forza degli scarsissimi benefici che la risoluzione lenta della crisi finanziaria sta avendo sull'economia reale; ma tiene l'export, che resta in crescita su base trimestrale.
Calo del fabbisogno e crescita delle entrate fiscali
Per quanto riguarda il fabbisogno, il calo nel 2012 rispetto al 2011 è stato di circa 15 miliardi, risultando pari a 48,5 miliardi di euro. Il miglioramento si è mantenuto superiore ai 20 miliardi, se depuriamo il dato del contributo di ottobre all'Esm, il meccanismo di salvataggio europeo. Il dettaglio dei dati sulle entrate fiscali conferma un andamento in crescita rispetto al 2011, nonostante la fase recessiva. La crescita delle entrate fiscali nel periodo gennaio-novembre 2012 è stata pari al 3,8%, per effetto delle misure di politica fiscale adottate a partire dalla seconda metà del 2011. Tale dinamica - fa sapere Aiaf - è stata sostanzialmente confermata anche dai dati della Banca d'Italia, che misura le entrate tributarie con una metodologia leggermente diversa, e che ha registrato una crescita nel periodo gennaio-novembre 2012 pari al 3,1%". Da segnalare anche un forte aumento del gettito derivante dall'imposta sostitutiva su ritenute, interessi e altri redditi da capitale (+55,1%), grazie alla riforma della tassazione delle rendite finanziarie.
Buoni i dati di indebitamento della PA
I dati sull'indebitamento netto della Pubblica Amministrazione nel terzo trimestre 2012 confermano un buon andamento dei saldi di finanza pubblica. Il rapporto deficit/Pil scende all'1,8%, di 0,7% inferiore rispetto allo scorso anno. Nei primi nove mesi del 2012 si registra un calo dello 0,5% al 3,7%. Il surplus primario risulta inoltre in crescita ed è pari allo 0,9% del Pil nel terzo trimestre e all'1,6% nei primi nove mesi del 2012. Guardando al futuro, infine, secondo Aiaf, il tema di maggiore rilevanza "è senz'altro quello politico". I mercati finanziari temono scelte antieuropeiste, l'instabilità, e il minor rigore nei conti pubblici. Valuteranno, dunque, l'esito elettorale sulla base di questi indicatori. I vincoli europei, per quanto discutibili, appaiono ben saldi e difficilmente cancellabili in assenza di scelte "drastiche avventurose e pericolose", sottolineano in conclusione gli analisti.
© RIPRODUZIONE RISERVATA
👥