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Ancora in aumento severità (+4%) e frequenza (+32%) dei mancati pagamenti

Le aziende italiane attendono in media 107 giorni per la riscossione dei crediti dai clienti

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Più di tre mesi e mezzo, tanto sono costrette ad aspettare le imprese italiane per riscuotere i crediti vantati nei confronti dei propri clienti. Nella stessa condizione i tempi per le aziende tedesche mediamente non superano i 24 giorni, ma anche in Polonia ad esempio si aspettano in media 43 giorni e in Francia 53. L'analisi di Euler Hermes Italia, società del gruppo Allianz specializzata nell'assicurazione crediti, mostra uno iato considerevole tra le tempistiche alle quali è soggetto il nostro sistema produttivo e le disposizioni europee che fissano a 60 giorni il termine di pagamento delle transazioni commerciali.

Ulteriore fattore considerato da Euler Hermes è l'indice di tensione della posizione finanziaria delle imprese (stress index) calcolato in base alla differenza tra i giorni necessari per incassare un credito dal cliente finale e le dilazioni di pagamento concesse dai creditori/fornitori.
L'allungamento dei tempi di pagamento aggrava anche la posizione finanziaria delle imprese italiane - sottolinea infatti Michele Pignotti, country manager di Euler Hermes Italia. I 24 giorni di gap tra l'incasso della fattura e il pagamento dei creditori, obbligherà l'impresa a cercare altre fonti di finanziamento che inevitabilmente finiranno per indebolire la struttura finanziaria e patrimoniale delle Pmi italiane".

Sul fronte dei mancati pagamenti, il report relativo al primo semestre 2012, rispetto allo stesso periodo del 2011, evidenzia sul mercato interno un aumento del 32% della frequenza (ovvero del numero dei mancati pagamenti) e del 4% della severità (analisi degli importi medi). Anche l'export, principale sbocco delle imprese italiane, mostra segnali di deterioramento sul fronte della numerosità degli impegni non onorati.

Per quanto concerne l'analisi settoriale, le variazioni negative più rilevanti riguardano le costruzioni, in sofferenza da diverso tempo e l'agroalimentare, a causa del calo dei consumi che sta investendo i beni primari, mentre migliora la situazione nel comparto moda. Sul piano territoriale, ad esclusione del Friuli Venezia Giulia, ovunque si segnalano valori in crescita sul fronte della frequenza, in Emilia Romagna e Lombardia aumenti in doppia cifra anche sul fronte della severità.
"Urge un pacchetto di misure per sostenere lo sviluppo dell'economia nazionale -conclude Pignotti - perché il rallentamento dei principali mercati di sbocco, potrebbe portare un ulteriore peggioramento degli indicatori generando un incremento delle insolvenze aziendali".

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